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·02 de agosto de 2025

Inchiesta urbanistica Milano, spunta il listino delle mazzette per la Commissione Paesaggio

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Il gip di Milano ha deciso di convalidare le misure detentive nei confronti di sei persone (cinque agli arresti domiciliari e uno in carcere), mentre le indagini della Procura continuano con l’obiettivo di fare luce su quello che è stato definito un sistema corruttivo rodato.

E un quadro più completo, come riporta l’edizione odierna del La Repubblica, arriva dalle intercettazioni che gli investigatori hanno raccolto negli ultimi mesi e che hanno portato a definire la Commissione per il paesaggio, oggi sciolta, come un «centro di potere intriso di conflitti d’interesse, i cui ingranaggi vengono oliati attraverso accordi corruttivi». Giudizio espresso proprio dal gip Mattia Fiorentini nell’atto di convalida degli arresti disposti ai danni di:


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  • Manfredi Catella — presidente del gruppo Coima  
  • Giancarlo Tancredi – assessore all’Urbanistica del Comune di Milano 
  • Giuseppe Marinoni – ex presidente della Commissione Paesaggio del Comune
  • Alessandro Scandurra – ex componente della Commissione 
  • Federico Pella – costruttore 
  • Andrea Bezziccheri – costruttore  

«Ho tirato il più possibile…», scrive l’architetto Scandurra, membro della commissione pubblica che valuta i progetti edilizi privati, in un messaggio al costruttore Bezziccheri (unico degli arrestati in carcere). «Bravo», risponde lui. I due discutono di un progetto chiamato East Town. Scandurra non è presente alla riunione in cui la commissione approva il progetto, ma si informa tramite un collega, che viene considerato «istruito”: «Si sa qualcosa di un mio progetto che passava oggi in via Sbodio?». «Passato indenne», è la risposta.

Dalle indagini condotte dai pm Petruzzella, Filippini e Clerici, coordinate dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dal nucleo Pef della Guardia di Finanza, emerge che, in cambio di incarichi professionali – tra cui due parcelle per un valore complessivo vicino a 1,5 milioni di euro – «Scandurra era a completa disposizione di Bezziccheri».

Per quanto riguarda invece Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione, quest’ultimo si lamenta con l’ex assessore Giancarlo Tancredi (entrambi ai domiciliari) per un articolo di giornale: «Ne esce un’immagine della commissione come un gruppo di affaristi, incredibile. Se non ci muovesse lo spirito civico ci saremmo già dimessi…». Marinoni, definito «l’uomo del piano ombra con alte parcelle», è stato nominato alla guida dell’organismo pubblico il 22 dicembre 2021. Tre mesi dopo, riceve la sua prima tangente.

Le intercettazioni permettono agli inquirenti di ricostruire un vero e proprio modello, come quello usato quando c’è un progetto bloccato. Queste parole si riferiscono a uno che lo è da ormai due anni: il 17 marzo 2022 la commissione esprime il primo parere “sospensivo”. Lo stesso giorno, Marinoni fattura 30.500 euro alla J+S, impresa del suo socio Federico Pella (ai domiciliari), somma annotata su un file Excel. Il 14 luglio successivo, il progetto riceve parere favorevole. Pella dichiara che Marinoni si aggiudicava il 70-80% delle commesse della J+S. Un prezzo elevato, ma giustificato dalle sue “entrature”.

Uno dei grandi progetti su cui si concentrano le indagini è il cosiddetto Pirellino, che vede coinvolti anche il sindaco Giuseppe Sala e l’architetto Stefano Boeri per un presunto reato di falso, mentre quella di induzione indebita è stata archiviata. Ma il protagonista, ancora una volta, è Alessandro Scandurra. Il 22 giugno 2023 non partecipa alla votazione sul progetto, che ottiene un «parere favorevole condizionato».

Il 5 ottobre, però, Scandurra è presente e il piano riceve l’approvazione definitiva. Tra le due date, il 31 luglio, Scandurra riceve da Coima – la società del “re del mattone” Manfredi Catella (ai domiciliari) – una fattura da 28.000 euro. Per il gip si tratta di una consulenza «fittizia e strumentale a mascherare un pagamento corruttivo». Catella «ha dichiarato di aver condiviso» con due suoi dirigenti la decisione di pagare la consulenza, «ben sapendo» che Scandurra faceva parte della commissione e «assumendosi la responsabilità della scelta». Da un’altra società, Kryalos, Scandurra avrebbe incassato 835.000 euro in sei mesi. Pensare che in tali condizioni l’architetto potesse mantenere imparzialità, osserva il giudice, «non è nemmeno ipotizzabile».

Negli interrogatori di garanzia, andati in scena negli ultimi giorni, alcuni indagati, tra cui lo stesso Scandurra, hanno ammesso che i verbali della commissione – che esprimevano pareri su cantieri e progetti – erano redatti in modo «incomprensibile», tanto da «costringere i destinatari dei dinieghi a rivolgersi direttamente, e in modo informale, ai commissari per ottenere consulenze private».

Intanto, è appena iniziata una battaglia fra le varie difese degli indagati e la Procura. Ieri gli avvocati di Scandurra, Marinoni e Bezziccheri hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca degli arresti. Lo stesso faranno a breve anche i legali di Catella, Tancredi e Pella. Le decisioni – che arriveranno in più fasi – sono attese tra i giorni immediatamente precedenti e successivi a Ferragosto.

(Image credit: Depositphotos)

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