Milannews24
·28 de novembro de 2024
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Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, c’è un importante aggiornamento sull’inchiesta Ultras:
PAROLE – «Adesso si è mossa ufficialmente anche la giustizia sportiva: è stato aperto il fascicolo sul caso ultras di Inter e Milan. L’inchiesta “Doppia Curva” portata avanti dalla Procura di Milano si arricchisce così di un nuovo filone che potrebbe avere conseguenze sui due club e i loro tesserati. Ieri mattina il Procuratore federale Giuseppe Chinè ha ricevuto gli atti dell’indagine milanese, atti che aveva chiesto il primo ottobre – subito dopo i primi arresti (19 le persone fermate finora) – ma che i magistrati hanno preferito inviare in viaCampania, la sede della Procura Figc non distante da via Allegri, soltanto adesso,completi di tutti gli interrogatori e le intercettazioni raccolti finora. Chinè dovrà chiarire nel dettaglio la reale natura delle relazioni tra tesserati e ultras per verificare la presenza di eventuali violazioni. Nel Codice di Giustizia Sportiva della Figc, al comma 10 dell’articolo 25, si legge infatti: «È fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate (ovvero “validate dalla Federazione”, ndr) con le società». Sanzioni possibili: inibizioni/squalifiche e multe. C’è poi il comma 1 dello stesso articolo: «Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente». Sanzioni possibili: multe da 10mila a 50mila euro. Il diritto sportivo prevede però che se i tesserati hanno tenuto condotte illecite, le società ne rispondono ai sensi del famos articolo 6 dello stesso Codice sulla responsabilità (diretta o oggettiva, in base a chi commette la violazione) dei club. Sanzioni previste: dalla multa alla penalizzazione di punti. E ieri il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi è andato oltre, citando il «mancato rispetto dei principi di lealtà, correttezza e probità» declinati nell’articolo 4, anche in questo caso con il rischio penalizzazione».