Inter News 24
·07 de janeiro de 2025
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Nell’ambito dell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan, i PM hanno voluto ascoltare anche il vicepresidente nerazzurro, Javier Zanetti. L‘ANSA ha potuto leggere il verbale della deposizione dello storico capitano nerazzurro e ne ha pubblicato alcuni estratti.
L’INCONTRO TRA BELLOCCO E BERETTA – «Sapevo che tipo di comportamento devo avere, ho avuto rapporti solo di conoscenza con alcuni esponenti della tifoseria organizzata. Essendo da 30 anni all’interno della società, per forza di cose conosco qualcuno degli ultras e questo qualcuno mi ha contattato. A questi tipi di persone ho sempre precisato di non mettermi in difficoltà. Ho messo al corrente la società di questo incontro con i due ultras (Bellocco e Beretta ndr.) e non mi sarei mai permesso di andare contro per accontentare le richieste della curva».
Zanetti ha poi confermato che Beretta e Ferdico lo hanno addirittura raggiunto al centro sportivo «dove mio figlio giocava a calcio per intercedere con il club. Nell’occasione loro mi avevano anche anticipato che, il giorno della finale di coppa Italia, ovvero qualche giorno dopo, avrebbero sostenuto uno sciopero del tifo e dei cori per quindici minuti, cosa che poi, effettivamente, si è verificata. Un incontro durato circa 10 minuti e in cui dissi che avrei parlato con chi di dovere».
SUI BIGLIETTI PER LA FINALE DI COPPA ITALIA – «Quando arrivo a Roma nell’albergo della squadra parlo con Cameruccio, Claudio Sala, Silva e gli spiego quello che era accaduto. Mi rispondono che lo sapevano già e che ci avrebbero pensato loro, preciso che io in quella circostanza ho solo riportato la richiesta che mi era stata avanzata da Beretta e Ferdico, senza aggiungere altro».
LA CONOSCENZA CON BELLOCCO – «L’ho incontrato una sola volta era venuto con qualche ragazzo della curva a uno dei ristoranti. Erano più o meno le tre del pomeriggio, quando la gente era andata via (…) e Bellocco era fuori, aspettava in macchina. Beretta mi dice, “ti vogliamo presentare una persona” è appena uscito dal carcere. Mi trovavo in una situazione scomoda, però acconsento, sapendo che lo avrei soltanto salutato e poi sarei andato via».
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