Calcionews24
·08 de junho de 2025
Gravina: «Non voglio pensare a un’Italia senza Mondiale. La Norvegia è più forte, noi siamo stremati…». Poi l’annuncio su Ranieri e Spalletti

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·08 de junho de 2025
Gabriele Gravina ha parlato in conferenza stampa del momento dell’Italia dopo le voci sul futuro di Spalletti.
SCONFITTA NORVEGIA – «La Norvegia ha avuto crescita esponenziale, ora è tra le più forti in senso assoluto. Oggi rappresenta qualità straordinarie. In questo momento è più forte di noi. Si può anche perdere però bisogna capire come si perde».
MOTIVI SCONFITTA – «Bisogna capire come si perde. Il nostro campionato ci ha consegnato giocatori stremati. Molti giocatori sono arrivati pochi giorni prima della partenza, non si può preparare una partita contro una corazzata in così poco tempo».
MONDIALE SENZA ITALIA – «È evidente che se perdi giocatori per infortunio su cui avevi lavorato in avvicinamento alla qualificazione al mondiale se la partita non è stata sentita come avremmo dovuto è un problema. Non voglio nemmeno pensare a un’Italia senza Mondiale. La maglia azzurra non è un colore, è un’eredità e questo dobbiamo far capire ai ragazzi. È un’eredità storica. Quando indossi quella maglia porti addosso il peso, orgoglio di milioni di cittadini. Ed è una maglia che non ti appartiene, te la prestano. Quella maglia te la prestano i bambini che ti guardano perché sognano di indossarla, te la prestano quelle persone che quando cadi vogliono vedere nei giù occhi la voglia di volerti rialzare. Quando la indossi sei un popolo, se noi non facciamo capire questo…».
CASO ACERBI HA ROTTO LO SPOGLIATOIO? – «Non credo, ho parlato a lungo con il ragazzo e in queste ultime ore con Spalletti. Non c’è spaccatura, c’è non molta lucidità dovuta a stanchezza fisica e a progettualità innovative che non abbiamo mai vissuto. I vecchi campioni non hanno mai vissuto l’intensità di questo calendario: l’11 diversi calciatori partono per il nuovo Mondiale per club, è una novità assoluta. Non c’è spazio per le competizioni, e la sommatoria di tutti questi elementi ha generato stanchezza fisica. Quando non sei molto brillante non sei molto lucido, c’è anche tanta amarezza: se pensate che l’ambiente viva questo con grande distacco, sbagliate. Non è così. Leggo cose stravaganti, anche di chi non conosce il regolamento: ho sentito commenti così negativi sulla nostra competizione, di gente che già celebrava la mancata qualificazione al Mondiale come se fosse già eliminata. È la prima di otto partite, non tutti sanno che non valgono gli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti, ma la differenza reti: giochiamo! Noi dobbiamo andare al Mondiale, non piangersi addosso e cogliere l’occasione per attivare movimenti di critiche soggettive legate a uno o all’altro».
SPALLETTI – «Stiamo parlando: con grande senso di responsabilità dobbiamo trovare un modo di rilancio domani sera e poi dobbiamo arrivare nelle migliori condizioni per affrontare le ultime sei partite, sapendo che la Norvegia arriverà poi in Italia. Non c’è un appuntamento fissato per martedì, c’è un continuo contatto. Io parlo tantissimo con Luciano, abbiamo parlato ieri sera fino a tardi. Lui è una persona molto responsabile, gli faccio i complimenti. Oggi continueremo a parlare e poi vedremo cosa verrà fuori. Noi abbiamo avuto diversi allenatori di campo, devi scegliere tutti con le proprie prerogative: Luciano ha particolarità, ma ha una nobiltà d’animo straordinaria. È la persona più bella che ha incontrato nel mondo del calcio».
RANIERI – «Un abbraccio, sia Claudio sia sua moglie sono persone straordinarie. Dopo tanti anni di sacrifici, di tensioni, di soddisfazioni ha deciso di scegliere un altro percorso. Se è un nome? Ci sono tanti nomi, ma non è il momento dei nomi: è il momento di rispettare il nostro commissario tecnico».
LOTITO – «Non posso rispondergli, lui più volte tende a portare i discorsi a livelli molto bassi e lì è imbattibile, non accetto la sfida su questo terreno. Non si può affrontare un tema così delicato con il rancore che ha sempre distinto la sua attività nei miei confronti. L’etimologia di rancore porta al rancido: è qualcosa che non mi appartiene. Lascio a lui quelle espressioni. Gli attacchi di certi soggetti, come questo personaggio: sono l’emblema di un immobilismo che abbiamo ereditato, ma che dobbiamo rivoluzionare. Sono strumentali e inutili. Mi ha dato fastidio una scarsa informazione dei temi reali, un attacco a una persona che io stimo, perché è la persona più corretta che abbia mai incontrato nel mondo del calcio. È una persona straordinaria, di animo nobile: gli attacchi che sta subendo in questo momento sono immeritati. Lo dico con amarezza e morte nel cuore: è una persona per bene, davvero. Lui al calcio serve, fa bene, ed è un grande signore: io in queste ore ho parlato a lungo con lui, e gli lascerò alcune considerazioni che continueremo a fare. Ha subito un attacco mediatico immeritato».