Gravina: «Caso scommesse? Serve comprensione e non giudizio» | OneFootball

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·17 de abril de 2025

Gravina: «Caso scommesse? Serve comprensione e non giudizio»

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Il caso scommesse è tornato a occupare prepotentemente gran parte delle notizie sportive e non, e nelle ultime settimane sono stati diversi gli interventi in merito, fra addetti ai lavori e, soprattutto, i vari legali delle persone coinvolte, calciatori e non.

Quest’oggi sul tema è intervenuto anche il presidente della FIGC, Gabriele Gravina: «Al verificarsi di fenomeni come questi serve comprensione, non giudizio. Servono prevenzione, educazione e sostegno. Serve una società più attenta, che protegga e non favorisca. È questa la filosofia che ha ispirato la FIGC , infliggendo una squalifica importante a due tesserati di rilievo internazionale (Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, ndr), ma allo stesso tempo imponendo loro un programma riabilitativo obbligatorio, affinché la pena avesse anche una funzione rieducativa».


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«La Federazione – ha continuato Gravina – sente viva la responsabilità sociale ed educativa nell’aiutare i ragazzi e le ragazze vittime di ludopatia attraverso l’implementazione di specifiche progettualità, ispirandosi al principio “nessun tesserato può essere abbandonato a sé stesso”. Ciò è determinato anche dal fatto che nelle inchieste penali e sportive richiamate negli ultimi giorni da diversi organi d’informazione, non c’è alcuna fattispecie riconducibile ad alterazioni del risultato, quindi nessun illecito sportivo, bensì comportamenti che riflettono una diffusa e pericolosa deriva sociale».

Il presidente federale ha poi ribadito come «nel rispetto dell’autonomia dell’autorità giudiziaria statale e sportiva, di fronte a fenomeni di riconosciuta fragilità generazionale e di conclamata dipendenza dal gioco d’azzardo e scommesse, la FIGC ha assunto già in tempi non sospetti una posizione chiara che intende rafforzare. Per questo la FIGC intende incrementare il supporto contro la ludopatia, già presente peraltro nelle Nazionali giovanili, aumentando il numero di psicologi interessati e coinvolgendo l’intero mondo del calcio al fine di approfondire il tema delle dipendenze comportamentali a 360 gradi anche attraverso terapie, gruppi di sostegno e percorsi individuali per rafforzare autostima e gestione dello stress. Di fronte alla solitudine della dipendenza, infatti, la vera vittoria è avere il coraggio di chiedere aiuto e nessuna dipendenza è più forte della volontà di rinascere».

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