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·01 de março de 2025

Gazzetta – Napoli, Lukaku e il post-Inter: quando affronta la sua ex squadra non incide…

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si è soffermata su Romelu Lukaku, attaccante del Napoli.

Gazzetta – Napoli, Lukaku e il post-Inter: quando affronta la sua ex squadra non incide…

Quante cose sono successe dal 10 giugno del 2023 ad oggi. La finale di Champions League persa dall’Inter contro il Manchester City sembra una vita fa, eppure per tornare a quella serata amara per i tifosi nerazzurri bisogna fare un balzo all’indietro di 628 giorni. Poco più di un anno e mezzo fa Romelu Lukaku “parava” il tiro diretto in porta di Dimarco e si divorava il gol del pari allo scadere di fatto colpendo Ederson fermo al centro della porta, prima di mettere a ferro e fuoco l’estate di Marotta, Ausilio e scatenare il putiferio. Sabato, per la quarta volta, il belga ritroverà l’Inter da ex: un fantasma nel primo ritorno a San Siro in maglia Roma accolto da migliaia di fischietti, nullo nel ritorno dell’Olimpico così come nella gara d’andata di questa stagione tra i nerazzurri e il Napoli. Insomma: Lukaku si sarà pure domandato centinaia di volte se esultare o meno contro la sua ex squadra, ma visti i precedenti potrebbe pure evitare di chiederselo.


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Perché tutto questo astio nei confronti della squadra che ti ha regalato una seconda vita dopo annate complicate in Premier League, rigenerato arrivando a farti raggiungere una valutazione di più di 100 milioni e pure una terza vita dopo il flop al Chelsea? Tutto, o quasi, dipende sempre da Istanbul. Ormai è storia nota: Lukaku si aspettava di giocare titolare la finale di Champions, ma durante la settimana che precedeva l’appuntamento aveva chiesto ad Inzaghi un giorno di allenamento individuale perché “affaticato”. A pochi giorni da una partita storica, non la decisione migliore. Lo staff glielo concede, poi il tecnico nerazzurro conferma Dzeko dal 1′ – sempre titolare in Europa dagli ottavi in poi -. Con Lautaro c’è spazio solo per uno, ma Lukaku non digerisce la panchina iniziale. Lo spazio per incidere però ci sarebbe, perché Romelu entra proprio al posto del bosniaco al 57′. E infatti le occasioni arrivano, ma il belga le sciupa clamorosamente. “Ero nervoso già dai giorni precedenti, prima o poi capirete perché non ero presente con la testa – si giustificherà l’attaccante -. Se dicessi come sono andate realmente cose, tutti rimarrebbero scioccati”. Sarà, ma una versione personale Lukaku non l’ha ancora data.

Dopo la finale l’allarme sembra apparentemente rientrato. Ausilio e Marotta lavorano col Chelsea per riportare un’altra volta Lukaku a Milano (era in prestito secco), l’attaccante pare contento di rimanere nerazzurro ma poi… scompare. La dirigenza dell’Inter lo cerca con insistenza al telefono, poi ci provano vari compagni ma il belga ha staccato il telefono. Scomparso. Non c’è per nessuno. O meglio, non c’è per nessun interista. Perché Lukaku risponde positivamente alle attenzioni del Milan e con ancora più convinzione a quelle della Juventus di Allegri. Appena viene fuori, Ausilio riesce finalmente a parlare al telefono con Lukaku: bastano 30 secondi di una telefonata elettrica per il definitivo addio: “È stato parte del passato. Abbiamo vinto insieme uno scudetto meraviglioso, è stato una plusvalenza meravigliosa e ci sono anche un paio di finali perse – raccontò Ausilio -. Come è andata la telefonata con lui? Preferisco non parlarne ma dico solo che ci deve essere sempre educazione e rispetto. E sono mancate educazione e rispetto”. Gli farà eco Marotta: “Nessuno, e sottolineo nessuno, pensa ancora a Lukaku. Il suo no è stato una vera fortuna”. Un no che ha portato a Milano Thuram, me che se fosse arrivato prima avrebbe permesso anche a Dzeko di restare nerazzurro: “Mah, tutti possono parlare… – aveva sparato l’ex Inter proprio durante un’intervista alla Gazzetta riferendosi alle dichiarazioni di Lukaku -, però, secondo voi, un allenatore manda in campo il giocatore meno forte di quello che va in panchina, per di più in finale di Champions? Lukaku ha avuto 30 minuti e tante occasioni”.

Dunque, l’Inter si tira fuori dalla trattativa con il Chelsea, la Juve non è riuscita a cedere Vlahovic e Lukaku rischia di ritrovarsi nuovamente a Londra da indesiderato totale. Si cerca una soluzione: c’è qualche squadra araba, il Rennes in Francia, ma alla fine il salvagente è la Roma. Una stagione discreta dal punto di vista realizzativo (21 gol in 47 presenze tra tutte le competizioni) e il primo ritorno a San Siro travolto dai 30.000 fischietti dei suoi ex tifosi. Che, di fatto, insieme a Bastoni, Acerbi e Pavard annullano completamente Lukaku, inutile e sconfitto. All’Olimpico al ritorno l’occasione del riscatto, ancora una volta non sfruttata. Quest’anno il belga è tornato per la seconda volta da ex nello stadio in cui un paio d’anni prima si auto-proclamava “re di Milano”: per la prima volta non ha perso (1-1), ma la costante è sempre la stessa. Non incide. Sabato al Maradona Lukaku ritrova un’altra volta l’Inter, nel periodo più complicato della stagione del Napoli. Ma questa volta come andrà a finire?

Carlo Gioia

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