Franco Baresi: «I giocatori del Milan sanno chi sono e cosa ho fatto, non c’è bisogno di spiegarglielo. Berlusconi un innovatore, gli elicotteri all’Arena servivano a una cosa» | OneFootball

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·19 de outubro de 2024

Franco Baresi: «I giocatori del Milan sanno chi sono e cosa ho fatto, non c’è bisogno di spiegarglielo. Berlusconi un innovatore, gli elicotteri all’Arena servivano a una cosa»

Imagem do artigo:Franco Baresi: «I giocatori del Milan sanno chi sono e cosa ho fatto, non c’è bisogno di spiegarglielo. Berlusconi un innovatore, gli elicotteri all’Arena servivano a una cosa»

Franco Baresi, storica leggenda del calcio italiano e dei rossoneri, ha rilasciato una lunga intervista a Sportweek. Ecco le sue dichiarazioni

Sportweek, inserto settimanale de La Gazzetta dello Sport, dedica la copertina odierna a Franco Baresi. Lo storico capitano rossonero e calciatore della Nazionale italiana, numero 6 sulla maglia, inaugura la neonata Hall of Fame del Milan e si racconta, tra passato e presente.

VIAGGIARE«Imparare è una scelta. Le conoscenze accumulate viaggiando mi hanno arricchito sotto tutti i punti di vista. Mi è servito ascoltare gente che ne sa più di me, e ciò che ho appreso me lo sono portato dietro anche nel lavoro. Ecco, se c’è una cosa che mi rende diverso dall’uomo che ero da giovane, è l’attenzione verso gli altri. La persona viene sempre prima dell’atleta, ma è una chiave di lettura spesso ignorata. Poche volte si chiede a chi ci sta di fronte come sta, se è soddisfatto o addirittura felice».


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UN UOMO DI POCHE PAROLE«C’è dentro un po’ di tutto. Di sicuro sono cresciuto in una famiglia semplice, unita, di campagna, con valori sani. Imporsi a Milano, in tutt’altro ambiente, non è stato facile».

PASSIONE«Ogni bambino deve seguire la propria passione e crederci fino in fondo. Io l’ho fatto. Avevo una strada da seguire e l’ho fatto. Poi ci vuole il talento w la fortuna di trovare le persone giuste che tirino fuori il meglio da te. Il primo giorno che sono entrato a Milanello avevo 14 anni: davanti a un centro sportivo che già allora era all’avanguardia, mi sembrò di essere entrato in Paradiso. A 16, 17 anni, giocai la mia prima finale in rossonero, al Viareggio: lo presi come un segno del destino. E infatti dopo ne sono arrivate tante altre».

PERCHÉ NON VA A MILANELLO OGGI – (ride) «Perché non è il mio ruolo. Non è compito mio. Ma questa estate, in tournée, ho conosciuto Fonseca, sono stato coi giocatori, e ho constatato che nei miei confronti c’è sempre stato un grande rispetto da parte di tutti. I calciatori di questo Milan sanno chi sono e cosa ho fatto nel Milan. Conoscono la storia, e questo è importante».

BERLUSCONI«Fu il vero innovatore. Non dimenticherò mai gli elicotteri all’Arena, nel luglio dell’86. Lui era appena diventato presidente e voleva dare una scossa, un segnale forte non solo all’ambiente Milan, ma a quello di tutto il calcio italiano».

BILANCIO PERSONALE«Io sono felice di quello che ho avuto. Non mi posso lamentare».

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