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·06 de março de 2025
Feyenoord-Inter IN tre punti: Inzaghi non stravolge ma coinvolge

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·06 de março de 2025
Feyenoord-Inter è la dimostrazione che la squadra di Inzaghi può vincere, senza particolari problemi, anche in emergenza. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo l’Andata degli Ottavi di Finale di UEFA Champions League
ROTTERDAM – Trasferta olandese positiva per l’Inter di Simone Inzaghi, che in casa del Feyenoord di Robin van Persie ottiene un’altra vittoria internazionale senza subire gol. Il ritorno è in programma a Milano già martedì 11 marzo (ore 21:00). Analizziamo Feyenoord-Inter (0-2) di Champions League in tre punti.
Simone Inzaghi in conferenza stampa al termine di Inter-Monaco di Champions League (Photo by Davide Conzales/Inter-News.it ©)
1. (R)INNOVAZIONE SOLO MEDIATICA – Altro contropiede inzaghiano. In Champions League non si vede la formazione-tipo, nonostante il prossimo impegno in Serie A sia a San Siro contro il Monza e non a Bergamo contro l’Atalata (giornata successiva, ndr). E nemmeno una squadra stravolta tatticamente. A Rotterdam va in campo un’Inter scientificamente rimaneggiata. Restano a riposo i titolarissimi Hakan Calhanoglu e soprattutto Henrikh Mkhitaryan, che guarderà l’intera partita dalla panchina insieme a Yann Sommer, già recuperato. Il quarto grande assente è Federico Dimarco, infortunato. Inzaghi “inventa” un 3-5-2 con Alessandro Bastoni quinto sinistro di centrocampo ma in realtà non inventa nulla. La scelta è praticamente obbligata. La vera “innovazione”, semmai, è il continuo scambio di ruoli con Francesco Acerbi, terzo sinistro in difesa ma spesso e volentieri avanzato e largo a mo’ di esterno a tutta fascia. Inzaghi non tradisce la sua filosofia e le sue idee, cercando di sfruttare al meglio le caratteristiche dei calciatori a disposizione. E in Feyenoord-Inter l’obiettivo gli riesce per buona parte: il primo tempo non è brillante ma la freschezza dei padroni di casa è da tenere in considerazione. All’Inter manca qualcosa, pur trovando il gol del vantaggio.
Alessandro Bastoni contro Emerson Royal in Inter-Milan di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
2. GOL DEL KO – Le condizioni fisiche di Marcus Thuram non sono avvicinabili nemmeno al 50% di quelle ideali. L’attaccante francese cammina. E quando deve correre, corre a fatica. Qualche scatto qua e là, poca roba per un calciatore del suo livello. Il gol “salva” una prestazione sottotono non per scelta. Inzaghi lo tiene in campo il più possibile ma è palese che l’Inter giochi con un uomo in meno. In attacco. Si riparte dallo 0-2 di Lautaro Martinez con l’obiettivo di chiudere subito il discorso qualificazione. Obiettivo che sfuma dal dischetto per l’errore di Piotr Zielinski, che consegna il pallone a Timon Wellenreuther vanificando il potenziale 0-3. Il rigore avrebbe permesso all’Inter di “festeggiare” in anticipo una qualificazione ai quarti ancora relativamente aperta. Nella ripresa, comunque, si assiste a un altro tipo di partita. Inter più dominante e fiduciosa pur senza essere abbastanza “cattiva” in zona gol. Inzaghi continua la sua girandola di cambi senza snaturare la sua creatura. Nel quarto d’ora finale la testa è già alla prossima partita: prima del Feyenoord a San Siro toccherà al Monza. E dopo Napoli non esiste più uno scenario diverso dai tre punti.
Piotr Zielinski batte il rigore in Inter-Juventus di Serie A (Photo by Tommaso Fimiano/Inter-News.it ©)
3. NON SOLO TRIPLETE – Le rotazioni decise da Inzaghi tengono conto di diversi fattori ma non quello dello stato di forma in sé. Altrimenti un calciatore nelle condizioni di Thuram non sarebbe mai stato “rischiato” così. Il messaggio è abbastanza chiaro e sicuramente forte: meglio Thuram a mezzo servizio che gli altri attaccanti a disposizione. Anche perché le uniche opzioni in Europa si chiamano Marko Arnautovic e Mehdi Taremi, che danno meno garanzie anche quando sono al 100%… e al momento non lo sono. In Italia, invece, c’è l’opzione extra Joaquin Correa, che può dare qualche spunto in più per le rotazioni. L’Inter non è un periodo positivo dal punto dell’aspetto atletico-fisico. Manca brillantezza mentale e di conseguenza tecnica, non viceversa. Prima della sosta (Monza, Feyenoord e Atalanta) bisogna fare qualche sacrificio extra. Dopo la sosta inizierà l’ultima parte della stagione “normale”, quella che non comprende il Mondiale per Club negli Stati Uniti d’America. E anche quello è un obiettivo stagionale. Forse oggi l’Inter non è attrezzata per vincere tutto ma ciò non interessa a Inzaghi: la sua Inter gioca per vincere tutto. In Italia, in Europa e anche nel Mondo.
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