PianetaSerieB
·07 de fevereiro de 2025
In partnership with
Yahoo sportsPianetaSerieB
·07 de fevereiro de 2025
Il percorso di Franco Tongya è indiscutibilmente atipico e costellato di esperienze caratterizzate da una netta propensione alla sfida, tratto che descrive in prima istanza l’uomo per poi attraversare il professionista. Avere ventidue anni e un bagaglio già colmo di momenti restituisce una ventata di riconciliazione con un significato più ampio di cosa sia (o dovrebbe essere) il calcio, ovvero un ecosistema di molteplici caratteri e vissuti, così da ricevere sempre nuovi stimoli nell’approccio allo sport che tutti noi unisce.
Ora alla Salernitana, ma con un passato itinerante tra Juventus, Marsiglia (Francia), Odense (Danimarca) e AEK Larnaca (Cipro), il classe 2002 porta con sé gli effetti di un viaggio così variegato. Tanti cambiamenti che aiutano a spiegare la duttilità che ne contraddistingue la spendibilità tattica, tratto che anche il sodalizio campano sta esplorando e apprezzando.
Sbocciato come calciatore in grado di generare situazioni insidiosi, qualità in dotazione di chi ha il talento come arma, Tongya sin dal settore giovanile – e dalle Nazionali under – ha distribuito la propria essenza in più posizioni: mezzala (dove lo si sta vedendo più con il sodalizio campano), ala destra e sinistra, trequartista, seconda punta. Tanti ruoli derivanti dalle diverse richieste cucitegli addosso.
Profilo indiscutibilmente tecnico, Tongya risalta – tra i vari meriti del suo Gioco – per l’invidiabile capacità di sapersi destreggiare in campo con grande lucidità, restituendo la netta sensazione visiva di saper essere al posto giusto al momento giusto. Primo centrocampista (volendolo inquadrare così) della rosa per percentuale di passaggi completati (84,8%, fonte fbref.com), il ventiduenne si sta dunque dimostrando versatile, dinamico e coinvolto nella manovra. Nelle difficoltà che hanno scorticato l’annata della Salernitana, non sono mancate situazioni in cui si percepiva come la sua energia fosse l’ancora per non affondare e il nettare per rinsavire, oltre che la più lucida e concreta possibilità di alzare il baricentro.
Pur avendo tutti i mezzi elencati, l’asterisco va comunque apposto per segnalare i margini ancora presenti. Nonostante il meritato encomio portato avanti e la sottolineatura sulla versatilità del suo talento, Tongya può (e deve) cercare di essere più continuo durante la partita e ulteriormente presente nelle zone di campo dalle temperature elevate, dov’è da quelli del suo livello che ci si aspetta la giocata inebriante.