Sampnews24
·27 de fevereiro de 2025
Ex Sampdoria, il capitano Sergio Volpi sulla prossima sfida: «Fascetti era come Novellino. Tornare? Aspetto solo una chiamata. Su Bazzani..»
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·27 de fevereiro de 2025
Uno dei capitani più apprezzati degli ultimi trent’anni della Sampdoria è sicuramente Sergio Volpi, il quale è paragonabile solo a grandi giocatori del club come Angelo Palombo o Fabio Quagliarella. L’ex centrocampista è un doppio ex della prossima partita di Serie BKT tra Bari e Sampdoria. Con entrambe le squadre è stato promosso in Serie A, nel 1997 in Puglia e nel 2003, ed in entrambi i casi ebbe Flachi come compagno di squadra. L’ex calciatore ha raccontato questo e di molto altro ai microfoni de La Repubblica:
SUL BARI: «Eravamo una squadra giovane, con elementi come Ventola, De Ascentis, Sala, Di Vaio e autentiche forze per la categoria come Ingesson e Doll. Sembravamo tagliati fuori dalle prime piazze. Abbiamo poi vinto il derby con il Lecce il 5 aprile 1997, a dieci giornate dal termine, ed è iniziata una rimonta eccezionale. Flachi era giovanissimo, ventuno anni, e imprevedibile».
SU FASCETTI: «Un professionista eccezionale, viveva per il proprio lavoro come mister Novellino: cose semplici, ma efficaci. Mi ha lanciato dal primo giorno come titolare, non posso che ringraziarlo».
SULLA PROMOZIONE: «La considero la più importante, perché dovevamo vincere e non è mai facile. Anche con il Piacenza era stato lo stesso, ma l’ambiente era molto diverso. Ho capito subito di aver fatto la scelta giusta, ricordo la presentazione allo stadio con ventimila persone e il derby in Coppa Italia con lo stadio pieno. Non mi sarei mai aspettato di vedere Marassi così ad agosto».
SUL FUNERALE DI AJAZZONE: «La sua tensione e quella del dottor Baldari nella settimana prima della stracittadina bastava a far capire a tutti che era una gara diversa da tutte le altre».
SULLA SAMPDORIA: «Eravamo veramente forti, un trascinatore come Bazzani era l’ideale nei momenti difficili, ma tutti erano di grande valore. Se potessi fare un nome, citerei Ciccio Pedone, da sempre troppo sottovalutato. Completo, fortissimo, in campo faceva quello che serviva. Compagno ideale».
SULLA CLASSIFICA: «Leggo la formazione e dovrebbe stare dalla parte sinistra della classifica. Ora, però, non conta, serve lottare e tirarsi fuori. Non posso giudicare dall’esterno, ma vedendo le partite non sempre hanno reagito alle difficoltà nel modo giusto; dovrebbero trasmettere più cattiveria e personalità. Si può anche non vincere, ma occorre uscire sempre dal campo dopo aver dato tutto».
SUL CAMBIO IN PANCHINA: «Non avrei mai mandato via Pirlo così presto. Lo scorso anno aveva centrato i playoff, anche se poi era stato subito eliminato dopo una prova negativa. Evidentemente non erano convinti di tenerlo, ma allora si doveva cambiare in estate. In questo caso è un errore doppio».
SUI TIFOSI: «Ho sempre considerato una grossa fortuna avere una gradinata che ti trascina. Vedo questi ragazzi che cantano e dovrebbero darti una spinta a far vedere che ci tieni tanto a indossare la maglia blucerchiata».
SULL’ATTUALE CARRIERA: «Il calcio è sempre calcio e la passione non conosce categorie, anzi è maggiore a questi livelli. Lavorano di giorno e poi non saltano un allenamento. Solo per questo sono encomiabili».
SUL FUTURO A GENOVA: «Resta l’unica società per cui lascerei casa per venire ad allenare nel settore giovanile. Aspetto solo una chiamata».
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