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·08 de junho de 2025
Euro 2032, Abodi: “Napoli in corsa. Il Sud non può restare ai margini del grande calcio”

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·08 de junho de 2025
Il Ministro per lo Sport e i Giovani rilancia il ruolo del Mezzogiorno nell’organizzazione degli Europei 2032. In arrivo un decreto per accelerare la modernizzazione degli stadi.
Un passo concreto verso l’adeguamento infrastrutturale Nel corso di un’intervista rilasciata a Sky TG24, il Ministro Andrea Abodi ha annunciato l’imminente presentazione di un nuovo decreto sport, che sarà portato in Consiglio dei Ministri la prossima settimana.
Al centro del provvedimento, una misura attesa da anni: l’introduzione di un commissario dedicato agli stadi.
“Parliamo di una piattaforma commissariale – ha spiegato Abodi – che collaborerà direttamente con i sindaci, per imprimere un’accelerazione concreta ai progetti di ammodernamento degli impianti sportivi”. Un segnale forte, che mira a colmare le storiche lacune del sistema infrastrutturale italiano in vista di un appuntamento internazionale di primo piano.
Euro 2032: l’Italia si prepara con cinque stadi da designare Come noto, l’Italia condividerà con la Turchia l’organizzazione di UEFA Euro 2032. L’obiettivo ora è definire i cinque stadi italiani ufficiali che saranno candidati presso la UEFA.
“Torino ha già uno stadio pronto. Su Roma si lavorerà all’Olimpico, ma auspichiamo anche la nascita di un nuovo impianto nella Capitale. Milano resta vincolata alla questione San Siro”, ha chiarito Abodi.
Poi l’apertura significativa su Napoli: “È in corsa e non può restare fuori. Manca ancora l’indicazione di due città, e ci aspettiamo una partecipazione concreta”.
Napoli e il Mezzogiorno: non più spettatori Con parole nette, il ministro ha voluto porre l’accento su un tema cruciale: la rappresentanza del Sud Italia all’interno dell’evento.
“Il Mezzogiorno non può essere escluso. E Napoli – ha dichiarato – ne è il cuore pulsante. Ora è il momento di agire: la città deve fare la sua parte”.
Una presa di posizione chiara, che conferma l’intenzione del Governo di riequilibrare l’offerta sportiva e infrastrutturale su base nazionale, promuovendo un’effettiva inclusione territoriale in occasione di un evento che sarà anche vetrina internazionale per il Paese.
Conclusione: tra ambizione e responsabilità Con l’Europa calcistica che guarda all’Italia, la macchina organizzativa entra nel vivo. Il decreto sport in arrivo potrebbe finalmente sbloccare i tanti nodi burocratici che da anni ostacolano la realizzazione o il rinnovamento degli impianti italiani. Napoli e il Sud Italia, questa volta, non vogliono – e non devono – restare a guardare.