PianetaSerieB
·17 de setembro de 2024
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Il calcio di Antonio Palumbo sa di atipica aristocrazia, che all’evidente superiorità abbina un’umiltà borghese a spendersi ovunque, in ogni zona di campo, come se il talento fosse una responsabilità da non distillare in precisi istanti ma rendere ininterrotta. La musicalità di questo calciatore segue i più armoniosi pentagrammi, con bpm elevatissimi quando il camaleontico centrocampista decide improvvisamente di graffiare l’avversario. Aggettivi e descrizione potrebbero proseguire con illimitata stima, perché il percorso del classe ’96 racconta oramai di un profilo completo, totale nella distribuzione di highlights, necessario per il suo Modena e, al contempo, per chi vede nel Bello una necessità del calcio. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ecco i temi toccati dal nativo di Napoli.
Corsa, qualità, onnipresenza in campo, leadership tecnica e attitudinale: senti di essere oramai uno dei giocatori più dominanti della ria?
“Non spetta a me dire una cosa del genere, mi impegno a fare del mio meglio e a farmi trovare sempre pronto per aiutare la squadra”.
I principi di gioco di mister Bisoli puntano a confezionare una squadra compatta e attenta in fase di non possesso, ma si ha la sensazione che tu abbia inoltre avuto l’incarico di cervello creativo. Avverti questo status?
“Il mister cura molto la fase difensiva, ma secondo me abbiamo un reparto offensivo forte e di conseguenza creiamo tanto. Giocando un po’ più avanti, magari sono portato a creare un po’ di più quando attacchiamo. Sì dai, è uno status che un po’ avverto”.
Il tuo percorso ti ha visto nascere come mezzala pura, ma la tua classe e un’innata predisposizione a incidere in zona di rifinitura ti ha portato ad aumentare il tuo fatturato in termini di gol e assist. Che giocatore è – oggi – Antonio Palumbo?
“Negli ultimi due-tre anni, soprattutto negli ultimi due, ho giocato un po’ più avanti, questo porta ad aumentare sia gol che assist. Ho iniziato mediano, poi mezzala, ora sto interpretando questo ruolo e mi trovo benissimo, ma non ci sarebbero problemi se dovessi tornare a giocare nella mia vera posizione”.
Sia tu che mister Bisoli avete già parlato del vostro rapporto, dunque ti chiedo: cosa sta aggiungendo al tuo bagaglio calcistico?
“Con il modo di giocare del mister, che chiede tanto in fase difensiva, sto probabilmente aggiungendo qualcosa sotto questo punto di vista, cercando altresì di essere un po’ più ordinato quando non ho la palla”.
Tra Modena, Ternana e Salernitana, è l’ottava stagione in cui calchi i campi di Serie B, una categoria che – oramai – è casa tua. Possiamo dire che Antonio Palumbo è un totem della cadetteria?
“Rispondo come prima: non devo essere io a dirlo, cerco sempre di dare il massimo e mettere in mostra quelle che sono le mie qualità”.
L’ultima domanda sa inevitabilmente di futuro: quali sono i tuoi obiettivi personali e quelli di squadra?
“Per quanto concerne quelli di squadra, pensiamo partita dopo partita, cercando di non porci dei limiti; in merito al sottoscritto, l’ambizione comune a tutti noi è quella di andare a giocare in Serie A”.