Juventusnews24
·15 de agosto de 2025
Donnarumma Juve, Raiola furioso: «Ho chiesto delle spiegazioni al PSG e…» Poi svela sul futuro del portiere: «La Premier League e Guardiola…»

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·15 de agosto de 2025
L’agente di Donnarumma, Enzo Raiola, ha parlato Sport Mediaset per analizzare quanto accaduto con il PSG e quello che potrebbe essere il futuro del portiere accostato anche al mercato Juve.
PARTITA – «Nemmeno io mi aspettavo questa situazione, specialmente prima di questa partita, che è la partita di Gigio. La Supercoppa Europea di disputa una volta che la squadra vince la Champions League. Dato che lui è stato protagonista assoluto della Champions vinta la scorsa stagione, penso che nessuno più di lui dovesse giocare questa partita».
SUL RINNOVO – «Noi non siamo mai riusciti a fare richieste, loro si sono impuntati su un nuovo format di contratti che stavano stipulando anche altri giocatori che hanno rinnovato. A noi sembrava un po’ strano questo modus operandi perché sappiamo tutti che il PSG non ha mai avuto problemi sotto l’aspetto finanziario, visti anche i trasferimenti che sono stati fatti in questa stagione. Loro mettevano tutto sul piano del fairplay finanziario, dovevano rientrare da alcune situazioni che negli anni erano state deficitarie per il club e dovevano farlo mettendo a posto il salary cup dei giocatori».
ACCORDO TROVATO – «Inizialmente non siamo stati d’accordo per alcuni mesi, ma poi abbiamo detto che questa condizione ci andava bene, visto come stava andando la squadra e il cammino in Champions. Il club è forte, la squadra pure, ci troviamo bene: andiamo avanti. Nel momento dello scambio dei documenti c’era qualcosa che non era stato messo come era stato pattuito inizialmente. Ho chiesto delle spiegazioni e mi hanno risposto che purtroppo non era più fattibile rispettare quelle condizioni. A quel punto abbiamo capito che dovevamo fermarci un attimo e aspettare la finale di Champions. Sono stato anche ‘profeta’, dato che avevo detto a Luis Enrique ‘Ci vediamo dopo la vittoria della Champions’. E così è stato».
DELUSIONE «La delusione di Gigio deriva da questa situazione: siccome loro ci avevano detto che le condizioni non sarebbero cambiate, la comunicazione del non rinnovo l’abbiamo data a Los Angeles prima della partita con l’Atletico Madrid decidendo che saremmo rimasti ancora un anno. Pochi giorni fa abbiamo ricevuto la comunicazione (della mancata convocazione per la Supercoppa, ndr) e la cosa assurda è: cosa sarebbe successo se Gigio avesse rinnovato? Luis Enrique si faceva andare bene lo stile di Gigio? Che poi lo stile è tutto da vedere. Il calcio esiste da mille anni, l’unico giocatore che può prendere la palla con le mani è il portiere e non è un caso. Prima di tutto, il portiere serve per parare. Poi con il calcio moderno ci sono delle specifiche nuove, il portiere è più parte integrante del gioco, ma su questo credo che Gigio compensi tranquillamente le qualità con i piedi. E poi ha delle eccellenze, che tutti sappiamo. Il portiere deve adattarsi allo stile di gioco delle squadre e penso che Gigio l’abbia fatto e lo fa degnamente a grandi livello».
SUL MANCHESTER CITY – «Le voci sull’interesse di Guardiola sono voci che ci sono arrivate. La verità è che non abbiamo mai parlato con Guardiola perché fino a poco tempo fa si pensava di restare a Parigi, anche quest’anno. Dopo la comunicazione del mancato rinnovo ho detto: ‘Restiamo un altro anno e poi andiamo via’. Questa era anche la volontà di Gigio. Alcuni club di Premier League si stanno muovendo ed è il campionato al quale Gigio aspira, anche da un punto di vista professionale. Dopo essere stato in Italia e al PSG, la Premier ti potrebbe dare quello step in avanti successivo perché andresti a giocare nel campionato migliore del mondo. Lo step Premier è preso in considerazione perché pensiamo che per un calciatore importante come Gigio possa essere la collocazione giusta. Anche perché la storia dice che l’unico italiano ad aver vinto la Premier è Mario Balotelli. Se potesse diventare un altro italiano a vincerla, per noi sarebbe una cosa bellissima. La storia dice che per gli italiani è difficilissimo vincerla».