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·04 de julho de 2025

Dibattito, costi e tempi: i nodi da sciogliere sulla cessione di San Siro

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Proseguono le trattative per trovare l’accordo sulla vendita di San Siro. Tra fondi, squadre e Comune c’è ottimismo, tanto che qualcuno non esclude di chiudere il tavolo entro la fine di questa settimana. I punti ancora da definire però – scrive La Repubblica – sono molti e riguardano sia la fase negoziale in sé, sia tutto ciò che gira e girerà intorno all’operazione.

Non c’è solo una cifra da limare (la base di partenza sono i 197 milioni di euro definiti dall’Agenzia delle entrate e vidimati dai consulenti di Politecnico e Bocconi), ma anche tempi di pagamento da definire. Dall’importo le squadre avrebbero voluto detrarre i costi delle demolizioni del Meazza ma il Comune ha detto di no.


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Ci sarebbe invece una leggera apertura sulle bonifiche, ma si tratta di uno sconto che arriverebbe a lavori ultimati, con la riconsegna del parco pubblico al Comune, cioè dopo il 2030. Resta anche da capire in quante tranche saranno pagati stadio e area circostante, dal momento in cui è inverosimile che vengano sborsati quasi 200 milioni al rogito.

Tra gli altri scogli, Palazzo Marino vuole che la società veicolo che acquisterà abbia al suo interno Inter e Milan e non soltanto i fondi proprietari Oaktree e RedBird. Il motivo è semplice: se ci sono i club, la cessione di San Siro resta nel perimetro della legge sugli stadi che mette la tutela dello sport in cima ai suoi obiettivi. Senza, si perderebbe il pubblico interesse richiesto dalla normativa.

Si lavora anche sulle clausole da inserire per evitare che la vendita dello stadio, ma soprattutto dei terreni che lo circondano, si trasformi in una manovra finanziaria e speculativa: si studia quindi come applicare una sorta di divieto di rivendere le aree o di cedere i diritti edificatori. Inoltre, al rogito sia Inter che Milan dovrebbero firmare l’addio alle ipotesi Rozzano e San Donato.

Sul fronte delle tempistiche, bisognerà invece rogitare entro il 10 novembre, la data in cui scatterebbe il celebre vincolo sul secondo anello. Infine, i passaggi istituzionali. Sicuramente l’eventuale atto di cessione deve passare dall’ok della giunta di Palazzo Marino. Diversi consiglieri stanno anche chiedendo un voto dell’Aula, ma non c’è alcun obbligo perché una discussione in Consiglio comunale sul tema c’è già stata (anche se su un progetto diverso e non sulla vendita).

Come ultimo passo, dovrà essere attivata la Conferenza dei servizi. Mentre le trattative dei prossimi giorni andranno avanti tra tecnici, legali e funzionari, mercoledì al tavolo si sono seduti anche Sala, il presidente del Milan Paolo Scaroni e i top manager dei fondi proprietari, tra cui la managing director di Oaktree Katherine Ralph. Un modo per dare un’accelerata.

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