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·12 de janeiro de 2025

Darmian, un gol da tre punti: Venezia battuto!

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Lottare e giocare! Helenio Herrera, che riposa nel cimitero di San Michele, a qualche minuto di vaporetto dallo Stadio Penzo, non avrebbe avuto altre parole per preparare questo match. Lottare e giocare, per ripartire, per cancellare, per continuare. Perché l'Inter non conosce soste, perché il calcio regala sempre nuove strade. La bellezza da togliere il fiato di una Venezia splendente, in una gelida domenica di gennaio. Azzurrissimo il cielo, freddissima l'aria. Il risveglio lento di una città che riscopre vecchie abitudini: una partita di domenica alle 15, che, per dire, all'Inter mancava dal 2021 (era maggio, ultima di campionato, il giorno della festa del 19° Scudetto). E poi una partita da vivere a tutta, lottando e giocando, in questo stadio sospeso sul mare, che vede le bandiere nerazzurre sventolare dall'inizio alla fine, accompagnato dai canti di chi è arrivato via mare, appunto, per portare tutto l'amore: da Milano a Venezia, ovunque. Matteo Darmian è la faccia di chi è al posto giusto al momento giusto. Necessario, decisivo. Quella sua zampata classica, che conosciamo fin dall'anno dello scudetto numero 19, quest'anno era già arrivata, contro il Lecce. Rieccola, nel giorno in cui viene schierato difensore di destra e non esterno. Ma è questo il bello di questa squadra: posizioni chiare, ruoli intercambiabili, dedizione totale, contributo instancabile in ogni zona del campo. L'azione che regala la vittoria vede tanti protagonisti: De Vrij che stoppa un attacco, Barella che perfeziona il recupero, Dumfries che scala in difesa e lascia campo libero a Darmian, Asllani che lancia con bravura ed intelligenza in verticale. Poi Lautaro: stop e tiro di controbalzo, una meraviglia pari solo alla parata di Stankovic. E infine Darmian, rapace come un attaccante, pronto a infilare in rete. Eccoli, i tre punti. Quando ancora un po' di sole riusciva a scaldare il Penzo. Poi, più la notte incalzava, più la Luna faceva capolino sopra alle tribune, più sono arrivate le ondate dei padroni di casa. Sommer, le chiusure di De Vrij, il palo (clamoroso) di Busio. Brividi, forse troppi, al netto di diverse occasioni per il raddoppio che l'Inter non ha concretizzato. Restano però i punti, le statistiche, i numeri della marcia interista in campionato. In questa prima partita di Serie A del 2025 la squadra di Inzaghi aggiorna la propria corsa: sesto successo consecutivo in trasferta, tutti e sei senza prendere gol (record interista). Nelle ultime 13 giornate la squadra di Inzaghi ha fatto registrare 11 vittorie e due pareggi. Le ultime sei partite di campionato hanno uno score chiaro: sei vittorie, con 20 gol fatti e uno subito. Sommer e il palo, al Penzo, hanno certificato il quarto clean-sheet consecutivo. E i punti in classifica, ora, sono 43.

LA PARTITA

Diverse le assenze con cui fare i conti: Acerbi, Bisseck, Calhanoglu, Mkhitaryan, oltre a Thuram e Pavard inizialmente in panchina. L'Inter si presenta a Venezia con Darmian sulla linea difensiva con De Vrij e Bastoni, Asllani in mediana con Barella e Zielinski, Dumfries e Carlos sulle fasce e Taremi in avanti con Lautaro. Davanti un Venezia con diverse defezioni e anche contrattempi dell'ultimo minuto (come quello di Altare, durante il riscaldamento, rimpiazzato da Sagrado, a sua volta sostituito per infortunio nel corso del primo tempo). Il leit-motif della squadra veneta, però, è chiaro: intensità, aggressione, entusiasmo e clima rovente, quello chiesto al suo pubblico alla vigilia della sfida. L'Inter non si scompone, non mostra incertezze, sa esattamente interpretare il piano partita. Questo con una manovra classica, che trova sfogo nelle sponde e nelle giocate di Lautaro, nelle verticalizzazioni di Barella, nelle discese di Denzel Dumfries sulla destra. Inter che gestisce e prova ad accelerare, Venezia che riempie le linee e prova a scatenare le ripartenze, con la vivacità di un Oristanio a tutto campo. Anche Nicolussi Caviglia è svelto e in mezzo prova qualche incursione, ben arginata dalla difesa. La forza di una squadra è nella sua capacità di trovare energie, soluzioni, apporto da tutti gli elementi. Quando l'Inter riesce a coinvolgere tutti i suoi elementi, ecco che trova risposte sempre diverse e convincenti. Così al 16' è Darmian a segnare, dopo il lancio di Asllani per Lautaro e la parata di Stankovic.


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Non è partita da goleade, non è match chiuso. L'Inter sa di dover trovare il raddoppio, ma deve badare anche alle improvvise folate del Venezia. Lo stesso Darmian è fondamentale in area, nell'anticipo su Pohjanpalo, come anche Bastoni, bravo a immolarsi. C'è da sporcarsi, da lottare. Taremi gestisce bene le ripartenze che l'Inter sviluppa, senza però trovare il colpo del K.O. Stankovic è un baluardo difficile da superare. E anche Sommer deve mettere il mantello da supereroe, quando a inizio ripresa dice no al colpo di testa di Doumbia.

Con gli inserimenti di Frattesi e Thuram Inzaghi mette forze fresche: trova la gestione del pallone dell'attaccante e gli inserimenti del centrocampista, che va subito vicino al gol. Carlos con un passaggio illuminante gli spalanca il campo, ma è ancora Stankovic a rovinare i piani nerazzurri. E allora si sta lì, in bilico. Questione di centimetri: quelli che spingono il pallone di Busio sul palo, a Sommer battuto. Match difficile, sporco, di poco gioco e tanti contrasti, cambi e cartellini, lanci ed errori.

In fondo al match un'altra occasione per Pohjanpalo, con Sommer sempre glaciale. In fondo ai 94 minuti della squadra di Inzaghi anche l'altro motto del mago Herrera risuona forte: "Chi gioca da solo gioca per l'avversario, chi gioca con la squadra gioca per se stesso". Noi siamo l'Inter, tutti insieme, sempre.

VENEZIA-INTER 0-1 | TABELLINO

Marcatore: 16' Darmian (I)

VENEZIA (3-5-2): 35 Stankovic; , 21 Sagrado (5 Haps 26'), 4 Idzes, 33 Sverko; 7 Zampano (9 Gytkjaer 88'), 97 Doumbia (19 Bjarkason 70'), 14 Nicolussi Caviglia (17 Condé 88'), 6 Busio, 77 Ellertsson; 11 Oristanio (10 Yeboah 70'), 20 Pohjanpalo. A disposizione: 1 Joronen, 23 Grandi, 31 Chiesurin, 79 Carboni, 80 El Haddad. Allenatore: Eusebio Di Francesco.

INTER (3-5-2): 1 Sommer; 36 Darmian, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 2 Dumfries (28 Pavard 76'), 23 Barella (32 Dimarco 83'), 21 Asllani (16 Frattesi 62'), 7 Zielinski, 30 Carlos Augusto; 99 Taremi (9 Thuram 62'), 10 Lautaro (8 Arnautovic 76'). A disposizione: 13 J. Martinez, 40 Calligaris, 17 Buchanan, 42 Palacios, 51 Alexiou, 52 Berenbruch, 53 Topalovic. Allenatore: Simone Inzaghi.

Ammoniti: Oristanio (V), Asllani (I), Zampano (V), Nicolussi Caviglia (V) Recupero: 1' - 4'.

Arbitro: Piccinini. Assistenti: Berti, Vecchi. Quarto ufficiale: Feliciani. VAR: Paterna. Assistente VAR: Guida.

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