PianetaSerieB
·06 de junho de 2025
😢 Da Baggio, Guardiola e Mazzone al possibile fallimento: a Brescia l’INCUBO Eccellenza è (quasi) realtà

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·06 de junho de 2025
È senza ombra di dubbio l’epilogo più incomprensibile e atroce, quello che è toccato in queste ore al Brescia Calcio.
Già purtroppo finito nelle ultime settimane sotto i radar della cronaca sportiva per via della penalizzazione da 8 punti complessivi (-4 per l’attuale stagione sportiva, ulteriore -4 in teoria per quella successiva) dovuta alle note inadempienze amministrative dettate dal pagamento delle scadenze Irpef e INPS di febbraio e aprile mediante il ricorso a crediti d’imposta poi rivelatisi inesistenti, per le Rondinelle il destino si è rivelato ufficialmente ancora più crudele nel pomeriggio odierno: rischio fallimento quantomai concreto e probabile ripartenza dall’Eccellenza a causa del mancato pagamento entro le 15 di stipendi, contributi INPS e prima rata all’Agenzia delle entrate.
Il patron Massimo Cellino non ha infatti provveduto al pagamento delle inderogabili scadenze fra stipendi, contributi e prima rata di debito col Fisco, propedeutico tra le altre cose anche alla fideiussione da dover presentare entro il prossimo 24 giugno per supportare l’iscrizione al prossimo campionato, per un totale di circa 3 milioni di euro.
Ricordiamo come agli stessi lombardi, Sampdoria, Salernitana, e Frosinone fosse stata concessa una proroga per la regolarizzazione della relativa documentazione per l’iscrizione 2025-2026, proprio in virtù del complesso tritacarne giudiziario nel quale le medesime società si erano ritrovate coinvolte dopo i suddetti fatti contestati alla Leonessa e che avevano clamorosamente riscritto la classifica dell’ultima Serie B.
Ora, però, il crac venutosi a creare ha assunto contorni ancor più grotteschi: niente soldi sul piatto per le più impellenti scadenze – né da parte dell’imprenditore sardo, né dalla cordata statunitense (guidata dall’ex dg Francesco Marroccu e Daniele Scuola) apparentemente interessata a rilevare la società – e niente invio quindi pure dei relativi bonifici entro il perentorio termine delle ore 15:00.
Nel frattempo la sindaca, Laura Castelletti, convocherà nelle prossime ore un tavolo tecnico che dovrebbe accogliere Giuseppe Pasini, Lodovico Camozzi e Sandro Musso, numeri uno di FeralpiSalò, Lumezzane e Ospitaletto, tutti club della provincia bresciana militanti nella prossima Serie C: l’idea è quella di valutare la possibilità di creare un nuovo soggetto giuridico, ripartendo dal vecchio marchio Brescia Calcio 1911, mediante una sorta di fusione degli stessi che eviterebbe alle Rondinelle lo sprofondo più totale.
Uno scenario decisamente complesso, ma anche un’ultima spiaggia che le istituzioni cittadine vorrebbero tentare di intraprendere.
Il Brescia è purtroppo solo l’ennesima gloriosa società italiana costretta negli ultimi anni a ripartire dal dilettantismo per via di gravi vicissitudini che con il rettangolo verde avrebbero purtroppo ben poco a che fare: senza andare troppo indietro nel tempo, si era infatti già assistito al triste declino di innumerevoli club dalla grande tradizione sportiva del calibro di Parma, Bari, Palermo e Reggina.
Le Rondinelle non avevano mai giocato prima dal dopoguerra in campionati non professionistici, orbitando praticamente per l’intera propria storia fra i due massimi livelli del calcio tricolore: i lombardi, al pari degli acerrimi rivali dell’Atalanta, sono infatti la società con il maggior numero di promozioni dalla cadetteria alla Serie A (12).
Quindicesimi in graduatoria per tradizione sportiva secondo i criteri della FIGC, i lombardi vantano il record di partecipazioni totali e consecutive in Serie B, oltre che ben 23 tornei di massima serie. Il miglior piazzamento nell’élite del calcio italiano è invece rappresentato dal clamoroso ottavo posto della stagione 2000-2001.
Brescia, e il Brescia, nel corso degli indimenticabili decenni che ne hanno scandito la propria gloriosa storia hanno anche avuto modo di accogliere tra le proprie file delle autentiche leggende dello sport più bello del mondo, le quali verranno comunque sempre indissolubilmente associate pure alle Rondinelle.
Il più importante non può che essere Roberto Baggio il quale, con indosso la casacca lombarda, pose fine alla sua straordinaria carriera da calciatore nel 2004 contro il Milan, nell’iconico abbraccio di Paolo Maldini e della doverosa standing ovation di San Siro.
Fu anche e soprattutto la presenza del Divin Codino a spingere in Lombardia Pep Guardiola nel 2001: appena una trentina di presenze in due differenti parentesi per colui il quale sarebbe poi diventato uno dei tecnici più vincenti di sempre, ma un binomio che rimarrà comunque per sempre impresso nella mente e nei cuori non solo dei tifosi bresciani, ma anche di tutti i veri calciofili del Belpaese.
E che dire di Andrea Pirlo? Bresciano doc e cresciuto anche nelle giovanili delle Rondinelle, il Maestro fu lanciato dall’indimenticato Carlo Mazzone, il quale lo arretrò (mai decisione fu più azzeccata…) da trequartista a play.
Sempre a Mazzone e al Brescia è poi legato uno dei frame più iconici della storia del calcio italiano: la corsa sfrenata di Sor Carletto sotto il settore ospiti del “Rigamonti”, occupato dai tifosi dell’Atalanta, dopo il leggendario pareggio contro la Dea nel 2001, anticipata poco prima da quel profetico “Se famo er 3-3 vengo sotto la Curva!”. POESIA!
E poi Luca Toni, acquisto più costoso della storia del club nel 2001, Gheorghe Hagi e un altro Campione del Mondo, questa volta nel 1982, del calibro di Spillo Altobelli. Fino ad arrivare, in tempi più recenti, all’Airone Caracciolo e ad Alino Diamanti.
L’ennesima, bruttissima pagina del calcio italiano è stata purtroppo scritta, ma ciò non potrà mai far venir meno il ruolo di primissimo piano che la Brescia calcistica ha ricoperto, ricopre e ricoprirà sempre negli almanacchi del pallone italiano.