Collovati: «Vi racconto i miei allenatori: Rocco, Bearzot, Liedholm. Da ragazzo era milanista, l’ho preferito all’Inter. Al Mondiale io ero teso, i tedeschi prendevano il sole…» | OneFootball

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Calcionews24

·10 de maio de 2025

Collovati: «Vi racconto i miei allenatori: Rocco, Bearzot, Liedholm. Da ragazzo era milanista, l’ho preferito all’Inter. Al Mondiale io ero teso, i tedeschi prendevano il sole…»

Imagem do artigo:Collovati: «Vi racconto i miei allenatori: Rocco, Bearzot, Liedholm. Da ragazzo era milanista, l’ho preferito all’Inter. Al Mondiale io ero teso, i tedeschi prendevano il sole…»

Collovati: «Vi racconto i miei allenatori: Rocco, Bearzot, Liedholm. Da ragazzo era milanista, l’ho preferito all’Inter. Al Mondiale io ero teso, i tedeschi prendevano il sole…»

Fulvio Collovati è oggi un opinionista di RadioRai. In passato è stato uno dei più forti centrali difensivi che l’Italia abbia avuto, non a caso ha fatto parte della Nazionale campione del mondo del 1982. Su La Gazzetta dello Sport ha sfogliato l’album dei suoi ricordi.

I SUOI ALLENATORI – «Rocco e Bearzot erano duri, ma paterni. Liedholm aveva la fissazione dell’astrologia, diceva che i grandi calciatori dovevano nascere sotto il segno della Bilancia, come lui, e io sono stato attento, ho seguito il suo consiglio. (Risata) Ho avuto due figlie della Bilancia».


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TRAPATTONI – «Non fu Trap a segnalarmi al Milan, però è vero che lui viveva in una casa con una finestra affacciata sul campo. Il Cusano aveva un ottimo vivaio, da lì sono usciti Pierino Prati, Lele Oriali. Un giorno, il presidente del Cusano, Crippa, mi chiese: “Ti vogliono Milan e Inter, chi scegli?”. Risposi di getto: “Milan!”. Ero tifoso rossonero e Gianni Rivera era il mio idolo. I primi anni al Milan sono stati duri, da Limbiate dovevo prendere tre mezzi per andare ai campi di Linate. Poi mi misero in collegio a Milanello. Vivevamo lì, tutti ragazzi, dividevo la camera con Franco Baresi. La mattina ci portavano a scuola a Milano, in un istituto vicino a corso Como, in Porta Nuova, che non era come è oggi: c’erano le giostre, il lunapark».

NEREO ROCCO – «Anche il Paron, nei suoi ultimi anni, aveva scelto di stare a Milanello. Cenava con noi e ci diceva: “Mona, me racomando stasera non andate a donne”. E noi: “Signor Rocco, al massimo possiamo andare in paese, a Carnago, e lì la sera c’è il deserto”».

IL MONDIALE DELL’82 – «Alla vigilia della finale con la Germania Ovest, stavamo in un albergo vicino all’aeroporto di Madrid. Io entravo e uscivo dal bagno per la tensione. Aprii la finestra e dall’altra parte vidi i tedeschi in piscina, Briegel prendeva il sole. Pensai: “Ma come c…fanno questi…”. Sul campo però non furono avversari molli. Stielike, per dire, mi impressionò perché aveva la bava alla bocca, letteralmente».

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