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·09 de abril de 2025

Caso plusvalenze: cosa rischia il Napoli di fronte alla giustizia sportiva

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L’affare Osimhen è tornato all’esame della giustizia sportiva. La procura della Federcalcio ha ricevuto gli atti dalla procura di Roma sull’inchiesta per falso in bilancio che coinvolge il club azzurro e il presidente Aurelio De Laurentiis. Al centro delle accuse, come noto, c’è il trasferimento del centravanti nigeriano dal Lille al Napoli nell’estate del 2020 in cambio di 76 milioni, e le contestuali operazioni in uscita che riguardarono il terzo portiere Karnezis e almeno formalmente tre ragazzi del vivaio (Manzi, Palmieri e Liguori) in cambio di 20 milioni finiti nel bilancio della società campana.

Nell’inchiesta, anche l’operazione Manolas-Diawara con la Roma. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha 30 giorni di tempo dalla ricezione delle carte per chiedere la revocazione del processo sportivo: la questione era già stata oggetto di un procedimento risalente al 2022 e che fu chiuso con il proscioglimento per i partenopei. Tuttavia, esattamente come successo alla Juventus (inizialmente le plusvalenze furono giudicate insieme) di fronte a fatti nuovi Chinè potrebbe chiedere un altro processo.


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Cosa rischia il Napoli per le plusvalenze? L’assoluzione del 2022

Ma cosa rischia concretamente il Napoli? Cosa succederà ora? Va innanzitutto ricordato che sull’operazione Osimhen, la giustizia sportiva aveva già avviato accertamenti. Nell’aprile del 2022 è arrivato però il proscioglimento nei confronti sia del club che si è laureato Campione d’Italia nel 2023, che del suo presidente Aurelio De Laurentiis. Al primo round, il Tribunale Federale Nazionale aveva prosciolto i club e gli amministratori deferiti.

L’appello presentato alla Corte Federale d’Appello era stato inoltre respinto e da lì si era arrivati alla richiesta di ricorso per revocazione. In quel caso, però, il Napoli non era stato incluso tra i club deferiti. Questo perché, trattandosi di un ricorso per revocazione, erano necessarie circostanze straordinarie tali da far riaprire il caso. Circostanze che emersero invece per la Juventus e che portarono poi alla nota penalizzazione di 10 punti in campionato.

In quella occasione, al Napoli e al suo presidente Aurelio De Laurentiis furono contestate violazioni degli articoli 4, 6 e 31 del Codice di Giustizia Sportiva. I primi due riguardano rispettivamente il rispetto «delle norme federali e dei principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva» e la responsabilità delle società per l’operato dei dirigenti.

L’articolo 31 è invece incentrato sull’illecito amministrativo: «Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia».

Cosa rischia il Napoli? I possibili nuovi elementi

Il fatto che si arrivò a un’assoluzione non significa che non si possa riaprire un “caso Napoli”, cosa che accadrebbe soltanto però nel caso in cui dovessero emergere, per il Procuratore federale Giuseppe Chinè, nuovi elementi concreti sull’operazione Osimhen. Come sono emersi nel caso della Juventus, con intercettazioni a corredo del quadro accusatorio della Procura di Torino. Infatti soltanto qualora vi fossero novità ritenute “rilevanti” per quanto riguarda le indagini, rispetto ai documenti sui quali la Procura FIGC ha preso la sua decisione nell’aprile 2022, queste potrebbero portare alla riapertura del caso anche in ambito sportivo.

Da questo punto di vista, va ricordato che nell’inchiesta sono stati ascoltati dalla Guardia di Finanza alcuni dei ragazzi coinvolti nell’operazione che portò Osimhen in Italia: da capire se le loro parole riveleranno elementi determinanti. Il Napoli, quindi, soltanto in questo caso potrebbe così essere deferito e a quel punto – in base alle violazioni contestate – i partenopei potrebbero anche rischiare una penalizzazione di qualche punto in classifica anche a campionato in corso, una situazione analoga a quella capitata alla Juventus un anno fa.

Ai bianconeri furono detratti 10 punti in classifica, ma nel loro caso fu contestato un ricorso sistematico al sistema delle plusvalenze, mentre per il Napoli si tratta di due operazioni finite sotto la lente. La palla passa dunque a Giuseppe Chinè, che si prepara ad esaminare gli atti per capire se ci siano elementi nuovi che possano portare a una riapertura del caso. Soltanto in questo caso il Napoli rischierebbe nuove sanzioni a livello sportivo, dopo l’assoluzione sulla vicenda arrivata la prima volta nel 2022.

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