Capello a sorpresa: «Mi rivedo in Inzaghi, la finale di Istanbul lo aiuterà. Ecco il mio consiglio per l’Inter» | OneFootball

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·28 de maio de 2025

Capello a sorpresa: «Mi rivedo in Inzaghi, la finale di Istanbul lo aiuterà. Ecco il mio consiglio per l’Inter»

Imagem do artigo:Capello a sorpresa: «Mi rivedo in Inzaghi, la finale di Istanbul lo aiuterà. Ecco il mio consiglio per l’Inter»

Le parole di Fabio Capello, ex allenatore, in vista della finale di Champions League tra PSG-Inter. Tutti i dettagli in merito

Fabio Capello ha parlato a La Gazzetta dello Sport dell’Inter in vista della finale di Champions League contro il PSG.

ALTRA FINALE DI CHAMPIONS – «Tra Istanbul e Monaco, invece, sono passati due anni e questo potrà aiutare senz’altro l’Inter, perché Inzaghi e i suoi nel frattempo sono cresciuti, maturati, hanno vinto uno scudetto storico e sanno che cosa li aspetta sabato. La pressione invece aumenterà: nel 2023 era il Manchester City la squadra obbligata a vincere, mentre quest’anno l’Inter e il Psg partiranno alla pari e i tifosi nerazzurri, dopo la delusione di Istanbul, si aspettano di poter festeggiare a Monaco. Per affrontare la situazione Inzaghi avrà strumenti differenti, direi aggiornati rispetto al 2023: giocare una finale di Champions per la prima volta è estremamente difficile, riprovarci una seconda volta ti dà un vantaggio con te stesso. Ci sei già passato e sai quali tasti toccare per correggere le imperfezioni della prima volta. Simone dovrà gestire in particolare la testa dei suoi giocatori, cercando di non disperdere troppe energie mentali durante l’avvicinamento alla partita. La grinta e la voglia di rivalsa dopo il ko di due anni fa possono diventare un’arma preziosa per imporsi sui francesi, ma occorrerà maneggiarla con cura. Serenità e tensione dovranno equilibrarsi, non è facile però può diventare il segreto del successo. Perché l’aspetto psicologico è fondamentale, e in eventi come una finale di Champions può fare tutta la differenza del mondo. Nel ’94, i miei collaboratori che avevano assistito all’allenamento del Barcellona mi riferirono che Cruijff se ne stava sdraiato in mezzo al campo, con il pallone sotto la testa a mo’ di cuscino. E così, quando parlai alla squadra, dissi: ‘Sapete che c’è? Andiamo a calciarlo noi quel pallone, facciamo picchiare la testa per terra a lui e a tutto il Barça».


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SI RIVEDE IN INZAGHI? – «Guardo Simone Inzaghi e in qualche modo mi rivedo in lui. Anche io e il mio Milan riuscimmo ad alzare la Champions al secondo tentativo. Per chi non ricordasse, prima del 4-0 al Barcellona ad Atene ’94 c’era stata la sconfitta per 1-0 contro il Marsiglia nella finale di Monaco, nel 1993. Tornare in finale dopo averne persa una aiuta un allenatore, e di conseguenza tutta la squadra, perché arrivi all’appuntamento con più esperienza e in campo ti presenti con più attenzione. Hai capito che cosa significa giocare una finale di Champions. Tra la mia esperienza e quella che sta per vivere Inzaghi, tuttavia, ci sono delle differenze. I tempi, per esempio. Il mio Milan, dopo aver perso la Champions col Marsiglia, ebbe la possibilità di rifarsi subito, giocando la seconda finale consecutiva. E di passare dallo status di favorito, come eravamo contro l’Olympique, a sfavorito, come ci consideravano tutti prima di affrontare il Barcellona».

CONSIGLIO PER INZAGHI – «Per questo ho un consiglio per Simone: durante questi giorni si dedichi in maniera particolare agli undici che sabato scenderanno in campo contro il Psg. Occorre che tutti, ma soprattutto i titolari, abbiano ben presente dove poter fare male agli avversari e che siano preparati alle potenziali situazioni di sofferenza. Chi giocherà dovrà conoscere alla perfezione i propri compiti tattici e l’allenatore dovrà concentrarsi su questo aspetto della preparazione: è un passaggio cruciale».

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