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·02 de setembro de 2025
Calciomercato, da 10 a 0 il PAGELLONE della SERIE A: Napoli in solitaria, sorpresa Cremonese, deludono Inter e Atalanta!

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·02 de setembro de 2025
Un’altra sessione di calciomercato è giunta al termine: è arrivato il momento di valutare le mosse delle 20 squadre di Serie A!
La sessione estiva di calciomercato chiude definitivamente i battenti. Tra chi ha programmato per tempo ogni mossa e chi, invece, si è dovuto aggrappare alle occasioni last-minute, i club di Serie A hanno comunque definito gli organici che affronteranno il campionato da qui fino a maggio. Gennaio permettendo, ovviamente. Ma la strada è stata tracciata in questi mesi caldi, che adesso andranno valutati. Di seguito, dunque, il commento sulle scelte compiute dalle 20 società del massimo torneo nazionale: ecco il pagellone da 10 a 0 del mercato di Serie A.
I campioni d’Italia ripartono nel segno della continuità, confermando (e rinforzando) lo zoccolo duro della trionfale stagione passata. Ma l’ossatura partenopea, a differenza dello scorso anno, potrà contare su più soluzioni in uscita dalla panchina, aspetto che il mercato ha limato e ricamato con tempi pressoché impeccabili. Vanja Milinkovic-Savic offre una valida alternativa tra i pali, mentre il pacchetto difensivo aggiunge ulteriori certezze con la solidità di Beukema, la freschezza di Marianucci e la stamina di Gutierrez sulla fascia sinistra.
Davanti, invece, sono preziose le aggiunte di Lang e Lucca, giocatori giovani e parallelamente pronti all’uso. Così come Hojlund, scelta oculata per rimpiazzare l’infortunato Lukaku: il danese, infatti, incorpora le doti tanto apprezzate da Antonio Conte, tra cui fisicità, verticalità e fiuto del gol. Anche se, ovviamente, i fari più luminosi sono tutti puntati sul grande guizzo del ds Manna: Kevin De Bruyne. Insieme al ritorno di Elmas, duttilità e spunti, il belga rinfoltisce le vie centrali del campo con esperienza, leadership e talento educato, da puro sangue del gioco. Un colpo da novanta che sposta tanta attenzione sul nostro campionato.
FORT LAUDERDALE, FLORIDA – MARCH 21: Lorenzo Lucca of Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Rispetto all’ultima toccata e fuga nel nostro campionato, la Cremonese sembra avere un progetto tecnico molto più solido ed ambizioso. Partendo dalla panchina, dove Davide Nicola porta leadership ed esperienza da allenatore navigato, per arrivare fino al calciomercato, condotto con autorevolezza e buon gusto. Il ds Giacchetta, supportato da una società arrembante, ha infatti rinforzato i grigiorossi acquistando giocatori già pronti per affrontare il massimo campionato: Zerbin, Bondo, Terracciano, Sanabria, Audero, Grassi e Baschirotto possono vantare un buon numero di gettoni in massima serie. Così come Pezzella, così come Payero: ogni pezzo di questo puzzle può valere tanta consistenza.
Ma i grandi guizzi sono stati pescati dai mercati esteri: la Cremonese non ha avuto paura di osare. E, oltre al roccioso Faye e ai talentuosi Sarmiento e Moumbagna, Giacchetta e soci hanno siglato quello che, nei ricordi, resterà come il colpo del 2025: Jamie Vardy. Non c’è nemmeno bisogno di presentarlo: la Serie A accoglie una leggenda vivente. Romanticismo e stereo alto: la Cremo cambia musica e aumenta il passo. Direzione, salvezza. E magari anche qualcosa in più.
Fonte foto: https://uscremonese.it/
Altro giro, altra sessione di mercato fantasmagorica per i lariani, che danno ulteriore prova della loro forza economica. La linea editoriale del club è oramai chiara: stipare le risorse su profili giovani, con talento e margine. Seguono proprio questa direzione gli acquisti di Jesus Rodriguez e Jayden Addai (nonostante l’infortunio di quest’ultimo), che apportano freschezza e vivacità all’attacco di Fabregas. Il reparto, quello offensivo, è stato sicuramente il più ritoccato, meglio ancora sovraccaricato di inventiva e qualità: emblematici, in tal senso, i colpi Kuhn e Baturina, prelevati sempre dai mercati esteri, e la preziosa aggiunta di Alvaro Morata, portatore sano di leadership ed esperienza. Le stesse prerogative smistate al pacchetto difensivo, complice gli arrivi di Posch (28 anni) e del 32enne Diego Carlos, a sua volta controbilanciato dal 20enne ex Real Madrid Jacobo Ramon.
Ma la forza del Como risiede soprattutto nelle sue certezze, confermate all’unisono, senza necessità di cedere e monetizzare: Nico Paz, Butez, Da Cunha e Douvikas su tutti. Aspetto che risalta la consapevolezza e la funzionalità del progetto fin qui portato avanti, la cui buona riuscita dipende anche dai riscatti di giocatori come Alex Valle, Max Perrone e Van der Brempt. Insomma: ognuno fa la sua parte. E la fa bene.
COMO, ITALY – AUGUST 24: Nico Paz of Como 1907 celebrates. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Il cambio di proprietà sembra aver dato molta più manovra al calciomercato dell’Hellas Verona, molto attiva e solida in entrata. Nonostante anche quest’anno siano arrivate cessioni illustri (Tchatchoua, Ghilardi e Coppola), il ds Sogliano ha fatto decisamente meno fatica a trovare rimpiazzi all’altezza, apportando modifiche funzionali e di buon livello.
Per rinforzare la difesa sono arrivati Bella-Kotchap e l’ex Roma Nelsson, oltre al riscatto di Bradaric e i prestiti di Ebosse e Nunez. Sulla destra è pronto Belghali, mentre in mezzo scatenano curiosità le aggiunte di Amir Richardson e di Ali Elmusrati, mediano con esperienza anche nelle coppe europee. Davanti, le speranze sono riposte in due giocatori di buon talento: Giovane e, soprattutto, Gift Orban, attaccante dai grandi colpi proprio come Le Faivre, fantasista con elevato tasso tecnico. Zanetti può dunque contare su una rosa attrezzata a sufficienza per consolidare la categoria. Certo: tanti profili andranno aspettati, sgrezzati, inseriti gradualmente nei meccanismi. Ma il passo avanti registrato quest’estate, nella prontezza delle scelte compiute, farà solo bene a tutto l’ambiente.
SINSHEIM, GERMANY – MARCH 29: Gift Orban of TSG 1899 Hoffenheim. (Photo by Christian Kaspar-Bartke/Getty Images)
La Roma può finalmente credere in qualcosa: Gasperini sul campo e Massara dietro la scrivania dettano una linea rigida, portando a Trigoria conoscenza e idee. Seppur con qualche difficoltà logistica nello svilupparle (complici restringimenti imposti dal Fair Play finanziario), i giallorossi hanno rinforzato le sinergie. Ogni acquisto, infatti, rispetta le esigenze tecniche del nuovo allenatore: Wesley e Tsimikas rimpolpano le fasce, Ferguson aggiunge peso all’attacco, El Aynaoui ha gamba e tempi d’inserimento, Ghilardi è giovane e ha grande fisicità. Tutte prerogative che il calcio dell’ex Atalanta riesce ad esaltare.
Idealmente, anche Leon Bailey rappresenta una soluzione valida, ma il suo infortunio ha stravolto i piani, costringendo la dirigenza giallorossa a tuffarsi nuovamente sul mercato. Una finestra in cui è sicuramente mancata linearità, con tante bozze incompiute, con scelte di ripiego, talvolta impulsive, sicuramente non totalmente pre-accordate. Difatti, la rosa ha dei tasselli da colmare (ala e centrocampista in primis) e dei nodi da sbrogliare (Dovbyk, Pellegrini, Baldanzi). Ma, considerato il grande cambiamento attuato, era lecito aspettarsi determinate lacune.
DUBLIN, IRELAND – MARCH 23: Evan Ferguson of Republic of Ireland. (Photo by Charles McQuillan/Getty Images)
Nell’estate delle piccole che giocano a fare le grandi c’è anche il nuovo Cagliari di Fabio Pisacane. Decisamente più spensierato e dinamico anche sul calciomercato, dati i vari innesti di qualità e quantità apportati all’organico. La remunerativa cessione di Piccoli ad un mese dal riscatto è sicuramente fiore all’occhiello della rinnovata gestione Angelozzi, che in entrata ha infatti avuto il margine per siglare firme importanti.
Su tutte, le conferme di Caprile, Gaetano e Adopo, fiancheggiate dalle aggiunte preziose di Folorunsho, Sebastiano Esposito e, in copertina, del ”gallo” Belotti, sussulto finale del mercato rossoblù. Anche la dipartita di Zortea è stata ben colmata, complice l’inserimento del giovane Palestra dall’Atalanta. Intriganti anche i colpi Borrelli e Kilicsoy, mentre Mazzitelli porta sana esperienza in mezzo al campo. Insomma: lo zoccolo duro è stato ritoccato e sarà riproposto. Ed era l’aspetto più importante da certificare.
ISTANBUL, TURKEY – SEPTEMBER 22: Semih Kilicsoy of Besiktas. (Photo by Ahmad Mora/Getty Images)
Le improvvise dimissioni di Raffaele Palladino hanno inevitabilmente prolungato i tempi di programmazione in casa Fiorentina. Ma una volta trovato l’accordo con il nuovo tecnico, Stefano Pioli, i Viola hanno saputo mantenere salde le proprie ambizioni. Emblematica, in tal senso, la conferma di tutti i punti cardini della passata stagione: De Gea, Comuzzo, Gosens, Kean, Gudmundsson e Dodò. Una importante dimostrazione di forza controbilanciata da ottimi sussulti in entrata, che ritoccano l’ossatura preesistente.
Bene in mezzo al campo, con il riscatto di Fagioli e le aggiunte di Sohm, Nicolussi Caviglia e Fazzini: qualità e quantità al servizio dei gigliati. Che, davanti, potranno invece contare su due validissimi profili: la freschezza di Roberto Piccoli, l’esperienza indiscussa di Edin Dzeko. Sebbene il reparto arretrato pecchi di varietà (il solo Viti unico volto nuovo), sugli esterni sarà intrigante ammirare le gesta di Lamptey, terzino veloce e rodato. Tanto materiale, tanta curiosità, tanta voglia di ridisegnare gli equilibri dei piani alti: eccola, in poche parole, la Fiorentina versione 25/26.
ISTANBUL, TURKEY – FEBRUARY 2: Edin Dzeko of Fenerbahce celebrates. (Photo by Ahmad Mora/Getty Images)
Sessione di mercato impegnativa per la Juventus, ancora immersa in un lungo ed elaborato processo di ricostruzione. La gestione Giuntoli ha lasciato strascichi che il nuovo assetto bianconero ha fronteggiato con molta pazienza, prendendo tempo su ogni scelta. Uscite comprese, vero nodo dell’estate bianconera: il primo passo è stato smaltire il reparto zavorre, Nico Gonzalez, Arthur e Tiago Djalò in primis. Un’operazione non sempre condotta in maniera chiara (Douglas Luiz salutato dopo essere stato reintegrato, Alberto Costa confermato e poi scambiato, Savona e Weah congedati senza trovare rincalzi adeguati), ma comunque efficace e per certi versi funzionale, soprattutto se letta sul lungo termine.
Certo: permangono dei dubbi. Anche in entrata. Zhegrova è talentuoso, ma fermo da mesi per infortunio; Joao Mario ha buoni spunti, ma non scalda. E Openda arriva da una stagione meno esaltante delle precedenti, nonostante anch’esso abbia in dote guizzi e gol pesanti. L’unico sussulto davvero convincente, oltre ai riscatti di Kalulu, Conceicao e Di Gregorio, sembra dunque essere Jonathan David, ben strappato ad una vasta concorrenza. Non hanno convinto nemmeno l’infruttuoso tira e molla per Kolo Muani, che ha distratto (le priorità erano altre, difesa e vie centrali su tutte), e i continui cambi di direzione sulla permanenza di Dusan Vlahovic. Bistrattato, fischiato, messo all’uscio…ma ancora nelle rotazioni di Tudor, con annesso contrattone in scadenza sulle spalle. Insomma: bene, ma non benissimo.
Juventus, doppia ufficialità in entrata: ecco Zhegrova e Openda! Svelati i numeri di maglia: i dettagli (X: Juventus FC)
La politica del Bologna segue programmi trasparenti. Necessità di monetizzare e abilità nel reinvestire permettono ai felsinei di migliorarsi ogni anno. E lo spartito è stato ben seguito anche quest’anno: il ds Sartori dà sempre l’impressione di sapere cosa fare e come farlo nei tempi giusti. Perché alla cessione – remunerativa – di Beukema è seguita l’aggiunta di un altrettanto promettente Vitik, perché alla dipartita di Ndoye è seguito l’innesto di Jonathan Rowe, senza contare i colpi d’esperienza come Immobile e Bernardeschi. E a rinforzare una rosa di per sé rodata nelle intese, ci penseranno anche menti fresche come Zortea ed Heggem, giusto mix tra strappi e fisicità. La strada sembra tracciata: Italiano, tra le mani, ha una rosa pronta.
BRATISLAVA, SLOVAKIA – JUNE 28: Jonathan Rowe of England celebrates. (Photo by Christian Hofer/Getty Images)
Sessione di mercato più movimentata per il Torino: a differenza delle stagioni passate, i granata hanno registrato un buon cambio di ritmo, chiudendo operazioni importanti. Pur palesando consueti limiti nella spartizione celere delle risorse, il ds Vagnati ha portato sotto la Mole profili come quelli di Giovanni Simeone, attaccante con esperienza e gol nelle corde, e Cyril Ngonge, tanto affine al calcio del tecnico Baroni.
Positive anche le aggiunte di Asllani e Anjorin, qualità e quantità per le vie centrali, mentre Ismajli è un difensore efficace. Incuriosiscono le trovate estere: Nkounkou sulla sinistra, Aboukhlal a destra, Israel in porta. E poco importa se Ricci e Milinkovic–Savic hanno salutato il Filadelfia: il Toro, quest’anno, ha saputo cogliere al volo le opportunità per sostituire i suoi pezzi più pregiati. Unico neo, se vogliamo: la difesa. Sembra manchino ancora muscoli.
NAPLES, ITALY – MAY 23: Giovanni Simeone of Napoli. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il Pisa torna in Serie A e lo fa con idee chiare: poche voglia di scommettere, tanta di dimostrare. I primi due match stagionali hanno parlato chiaro: i nerazzurri sono una squadra rapida, fisica, arcigna nelle idee e fresca nello spirito. Tra conferme (zoccolo duro della promozione) e innesti di buon livello, tra volti certi e talento in rampa di lancio. Insomma: a Gilardino è stato fornito un misto di grande sostanza. Nella sezione ”esperienza”, ad esempio, compaiono – oltre a Scuffet, Aebischer e Nzola, che contano vari gettoni nel massimo torneo – due autorità del nostro calcio: Juan Cuadrado e Raul Albiol. Presenze che potrebbero fungere da toccasana, specie per un gruppo così giovane.
Nella lista ”prospetti”, ecco comparire il 19enne Lorran, intrigante centrocampista ex Flamengo, il 20enne Akinsanmiro dall’Inter e il 21enne Meister, attaccante di grande stazza. Mentre il colpo Calvin Stengs è ciò che serviva per sterzare l’inventiva della manovra nerazzurra. Un mercato estremamente curioso.
BOLOGNA, ITALY – SEPTEMBER 28: Juan Cuadrado of Atalanta BC. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Smaltita la controversa stagione passata, il Milan riparte con certezze rinnovate. Un allenatore esperto, Massimiliano Allegri, e un direttore sportivo navigato, Igli Tare: tutto ciò che è mancato nell’ultima annata, contrassegnata da anarchia e distanza. Limiti che la nuova gestione tecnica ha subito provato a sopprimere con forza, nonostante l’assenza di coppe europee abbia tolto al Diavolo fascino e appeal (oltreché pezzi pregiati come Reijnders e Theo Hernandez). Difatti, la sessione estiva rossonera è stata tutto fuorché lineare, tra buchi e lacune non completamente colmate. Nel mezzo, però, ci sono stati anche colpi di ottima caratura, specialmente in mezzo al campo: Modric, Rabiot, Jashari e Ricci apportano il mix perfetto di corsa, sostanza, freschezza ed esperienza. Prerogative su cui Allegri ha costruito le sue imprese migliori.
Estupinan rimpolpa la fascia sinistra – ma non sostituisce Theo -, Nkunku ritocca un attacco ancora corto (dove Gimenez resta, a dispetto di insistenti voci concernenti il suo addio), mentre la difesa resta ancora vulnerabile: non bastano De Winter, Athekame e il giovane Odogu. L’impressione è che manchi qualcosa per dirsi davvero completi. Considerata però la corposa sterzata progettuale, Tare ha ben mosso le sue pedine…soprattutto sul fronte cessioni, che ha tagliato tante teste ingombranti da Milanello. Se il gruzzoletto potesse essere speso meglio, lo dirà solo il campo.
MIAMI GARDENS, FLORIDA – JUNE 18: Luka Modric #10 of Real Madrid C.F. (Photo by Dan Mullan/Getty Images)
I crociati avviano un ciclo totalmente inedito, coraggioso, ricco di insidie. Carlos Cuesta, 29 anni, è chiamato ad affrontare le montagne russe della Serie A con una rosa profondamente ritoccata in estate. Senza particolari guizzi, con qualche difficoltà e con perdite importanti. Su tutti, ovviamente, il duo Leoni-Bonny, senza dimenticare Sohm e Dennis Man. Un indebolimento è constatabile, ma i profili selezionati per impostare il calcio dello spagnolo – specialmente sul lungo termine – hanno caratteristiche interessanti.
La linea guida sembra chiara: gioventù al potere. Detto, fatto: Frigan rinfresca l’attacco (dietro di lui, i guizzi di Oristanio), Ordonez e Sorensen rimpolpano le vie centrali con estro e qualità, Troilo e Ndiaye portano pulizia e sana garra al reparto difensivo. Promosso l’arrivo di Cutrone, che ha sicuramente un pizzico di esperienza in più. Prerogativa che, in Serie A, serve sempre. Il Parma deve mettere tanti rischi in preventivo.
EDINBURGH, SCOTLAND – JULY 31: Oliver Sørensen of FC Midtjylland. (Photo by Euan Cherry/Getty Images)
Anche i nero verdi riescono ad agguantare la sufficienza piena, poiché abili nel mantenere pressoché intatta l’ossatura che ha ben figurato (e vinto) nell’ultima Serie B. Restano i top come Berardi, Muharemovic e Laurienté, si aggiungono i rientri dai prestiti di Pinamonti e Turati, arrivano dal mercato giocatori di ottima gamba come Fadera, Candé, Koné e Coulibaly.
Davanti, invece, la mossa è Cheddira, che non scalda pur apportando fisicità e strappi, mentre dietro convincono le aggiunte di Idzes e Walukiewicz. Anche in mezzo al campo sembrano essere arrivati dei rinforzi all’altezza, tra un giovane arrembante (Vrancx) e un giocatore di sicuro affidamento, nonostante gli acciacchi dell’età (Nemanja Matic). Grosso ha tanto materiale da sgrezzare: ne sarà all’altezza dopo tanta gavetta?
COMO, ITALY – JANUARY 20: Alieu Fadera of Como 1907. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Mercato senza particolari acuti per il Genoa, che riesce a confermare i punti cardini della gestione Vieira (fatta eccezione per De Winter e Ahanor). A rafforzamento delle sinergie si segnala l’aggiunta di giocatori funzionali: Ostigard in difesa, cuore impavido, i ritorni di Cornet ed Onana, la freschezza di Valentin Carboni e Gronbaek, la fisicità di Colombo. Interessante ma…tutti sono stati prelevati in prestito (eccetto Stanciu, arrivato a parametro zero): il rischio di dover poi ripartire da zero c’è. E va considerato.
MADRID, SPAIN – MARCH 26: Nicolae Stanciu of Romania. (Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images) (Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
In relazione alle attese, la grande delusa del calciomercato è proprio l’ultima finalista di Champions League. Anche quest’estate, i nerazzurri hanno faticato a imporsi con decisione in sede di trattative, cambiando continuamente strategia senza però raggiungere mete solide. L’idea di rinfrescare la rosa è stata perseguita solo parzialmente, con le aggiunte di Sucic, Bonny, Luis Enrique e Diouf che, per quanto interessanti, non scaldano i cuori di una piazza che sognava un colpo da novanta.
Doveva essere Lookman, poi Koné, infine il vuoto: è mancato il botto. Nessuna sorpresa: l’Inter naviga da tempo nei dubbi. Riesce sempre a consolidare i suoi top, ma non riesce mai a trovare dei rincalzi all’altezza, o comunque dei profili che possano aggiungere senza necessariamente togliere. Quello che è invece successo con Akanji e Pavard: perché non tenerli entrambi? Considerato soprattutto che la difesa latita in soluzioni e freschezza? E perché cedere Zalewski, tra i giocatori di maggiore inventiva (grosso limite), senza rimpiazzarlo? Tante domande, poche risposte… e quasi 100 milioni spesi sul mercato.
SALZBURG, AUSTRIA – OCTOBER 23: Petar Sucic of GNK Dinamo. (Photo by Jasmin Walter/Getty Images)
Tralasciando il riscatto di Atta e l’intuizione Zaniolo (anch’esso grossa incognita), il mercato dell’Udinese resta un esperimento sociale. I tre big partiti (Lucca, Thauvin, Bijol), sono stati infatti sostituiti con profili ancora acerbi, sconosciuti ai più, prelevati come consuetudine dai mercati esteri. Miller, Buksa, Kjerrumgaard e Piotrowski, sulla carta, non valgono i loro predecessori. Note positive, due: Goglichidze e Bertola, giovani e già abituati al nostro calcio. Il resto è da scoprire.
MILAN, ITALY – DECEMBER 19: Arthur Atta of Udinese. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Era lecito aspettarsi un ridimensionamento, ma non così acuto e restringente. L’Atalanta, rispetto allo scorso anno, ha registrato netti passi indietro, per prontezza e per elasticità in sede di mercato. Pochissimi movimenti (bene solo Zalewski), tanta difficoltà nel rinforzarsi e un caso Lookman che ha stravolto l’armonia. Così come la cessione di Retegui, capocannoniere dell’ultima Serie A: senza preavviso. E senza preavviso è stato anche l’affondo per il rincalzo dell’italo-argentino: Krstovic, attaccante da 11 gol, pagato ben 25 milioni dopo settimane di ricerca. Differenza netta e prezzo alto, che conseguentemente costituisce rischio. Stesso discorso per Musah, Sulemana e Ahanor: sono tutte incognite. Una piazza che ha imparato a dirsi grande può tollerare ritardi nel processo?
BERGAMO, ITALY – MAY 12: Ibrahim Sulemana of Atalanta. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Premettendo che Corvino ha spesso intuito di primo ordine (e la cessione di Krstovic ne è una conferma), il mercato del Lecce si conferma anche quest’anno un tiro alla cieca. Il ds giallorosso, nel tempo, ha costruito certezze piuttosto che trovarle ma…per quanto può ancora durare? Specialmente perché i rinforzi degni di nota arrivati in estate sono stati davvero pochi, specialmente perché la concorrenza si è irrobustita, soprattutto perché la Serie A corre più veloce. L’attacco, limite pregresso dei salentini, perde sicuramente peso: Stulic è un’incognita, Camarda ha tantissimo da imparare. Dietro è ballo delle incertezze: Siebert, Owen Kouassi, Alex Sala e Ndaba hanno mostrato troppo poco. E senza Baschirotto, chi sarà leader morale del gruppo? Fattore da non sottovalutare. Tante scommesse e poco tempo.
PARMA, ITALY – JANUARY 31: Nikola Krstovic of US Lecce. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Non c’è cattiveria, sia chiaro. Semplicemente, come ben noto, la Lazio non fa mercato né in entrata e né in uscita. Le uniche novità, i rientri dai prestiti di Cataldi e Cancellieri (che chissà non diventino risorse stabili). Senza dimenticare il tecnico, Maurizio Sarri: conoscenza e leadership. Eccolo, forse, il vero-grande acquisto dell’estate biancoceleste.
ROME, ITALY – JULY 15: SS Lazio head coach Maurizio Sarri. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)