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·28 de junho de 2025
Brescia, conto alla rovescia per il “Rigamonti”: se Cellino non paga, lo stadio torna al Comune. Pasini pronto al rilancio

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La situazione del Brescia Calcio è arrivata a un punto di svolta cruciale. Il futuro dello stadio Rigamonti, e con esso quello dell’intero progetto sportivo cittadino, dipenderà da un pagamento che Massimo Cellino è chiamato a effettuare entro la mezzanotte di domenica: 218.000 euro di canoni d’affitto arretrati.
In assenza del versamento, il Comune di Brescia rientrerà in possesso dell’impianto già da lunedì, anticipando la fine della concessione prevista nel 2028.
Il futuro dello stadio passa da Giuseppe Pasini Nel frattempo, Giuseppe Pasini, presidente della FeralpiSalò e imprenditore di riferimento nel bresciano, ha avviato un dialogo serrato con l’amministrazione cittadina per garantire un futuro al calcio professionistico a Brescia. L’ipotesi più concreta è quella di una concessione temporanea di un anno, utile a garantire la transizione e valutare un progetto di lungo periodo.
Il Comune non esclude, infatti, di attivare quanto previsto dalla Legge Stadi, che consente la concessione pluriennale (fino a 99 anni) dell’impianto a soggetti privati disposti a investire nella riqualificazione. In quest’ottica, si stanno aprendo scenari anche extra-sportivi, con la possibilità di trasformare il Rigamonti in uno spazio polifunzionale per concerti, eventi, ristorazione e retail.
Il contratto con Cellino e gli obblighi inevasi Il contratto d’affitto originario prevedeva un canone annuo di 157.500 euro, poi salito a 218.000. Cellino ha già beneficiato delle migliorie strutturali effettuate nel 2019 per adeguare lo stadio alla Serie A, tra cui le due curve, gli spogliatoi, la biglietteria e l’impianto d’illuminazione. Investimenti per 4,7 milioni di euro, coperti dal Comune e integrati nel canone stesso. Oggi, l’unico elemento rimovibile dal patron delle Rondinelle sono i “pitch box” riservati agli sponsor.
A rendere ancor più delicata la situazione c’è lo stato di salute dello stesso Cellino, attualmente ricoverato in un ospedale di Cagliari per un’operazione alla colonna vertebrale. Dall’ospedale ha però fatto sapere, tramite i propri legali, di non aver mai rilasciato dichiarazioni in merito allo smantellamento delle strutture del Rigamonti, smentendo quanto riportato da un sito bresciano.
Il ruolo dell’amministrazione comunale Durante l’ultima seduta del consiglio comunale, la sindaca Laura Castelletti ha confermato che l’amministrazione ha diffidato Cellino per il mancato pagamento dei canoni e per le carenze nella manutenzione del campo. La prima cittadina ha sottolineato l’impegno istituzionale nel garantire continuità calcistica alla città: «Subito dopo aver appreso dell’esclusione del Brescia Calcio dal campionato, ho contattato i presidenti di FeralpiSalò, Lumezzane e Ospitaletto. Giuseppe Pasini si è mostrato disponibile e motivato ad avviare un progetto solido, orientato ai giovani e al tessuto sociale della città».
Il dibattito politico resta acceso. Se Massimiliano Battagliola (Brescia Civica) ha elogiato la compattezza del consiglio nel gestire una questione complessa, Giovanni Posio (Fratelli d’Italia) ha messo in guardia sulle possibili mosse imprevedibili di Cellino: «Potrebbe ancora saldare il debito, oppure lasciare uno stadio danneggiato».
Le date chiave: luglio decisivo I tifosi bresciani devono tenere d’occhio due scadenze fondamentali:
Inizio luglio: il Consiglio Federale dovrà deliberare l’esclusione del Brescia Calcio dai campionati professionistici, nonostante l’avvenuta iscrizione alla Serie C. L’ostacolo rimane il mancato pagamento di stipendi e contributi.
15 luglio: è la data limite entro cui Giuseppe Pasini potrà ufficializzare il trasferimento della sede legale della FeralpiSalò a Brescia e procedere con il cambio di denominazione. Un passaggio che segnerebbe la rinascita del calcio professionistico nella città attraverso una nuova società, eventualmente erede del blasone delle Rondinelle.
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