Inter News 24
·14 de novembro de 2024
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Intervenuto sulle frequenze di Radio TV Serie A con RDS, Borja Valero si è raccontato ripensando alla sua carriera da calciatore ed a come ha contribuito alla rinascita dell’Inter.
LA MORTE DI ASTORI – «E’ sempre difficile parlare di Davide, una persona di grande carattere con cui a volte puoi non essere d’accordo ma con cui andare alla guerra insieme. Quando è arrivata la notizia della sua morte ero all’Inter, stavo preparando il derby di Milano, ci è cascato il mondo addosso a tutti, soprattutto a chi come me ci aveva giocato insieme. In quei giorni Firenze ha dimostrato la sua grandezza e ancora oggi ho la fortuna di parlare ogni tanto con la sua famiglia, partecipare alle iniziative della Fondazione e il mio portachiavi delle chiavi di casa è proprio il 13 di Davide».
LE MIE QUALITÀ DA CALCIATORE – «Sono stato un giocatore intelligente, ho giocato a certi livelli per quello nonostante le mie caratteristiche fisiche. Sono piccolo, non sono veloce, non sono bravo di testa… Ho dovuto sviluppare l’intelligenza tattica, cercavo sempre di stare nel posto giusto in campo per aiutare i compagni, poi avevo cura della palla».
GLI ANNI ALL’INTER – «Non è stato semplice lasciare la Fiorentina, pensavo di poter chiudere la carriera lì. Ho avuto problemi con la dirigenza dell’epoca, mi hanno lasciato andare dicendomi che sarebbe stato meglio per il club. L’Inter e Spalletti mi hanno dato l’occasione di andare in una grande società in Italia. E’ cambiato tutto, sono arrivato in una società incredibile che mi ha accolto molto bene. Non ero giovanissimo, ma avevano fiducia in me, soprattutto Spalletti. Ho messo tutto me stesso, sono contento perché siamo stati parte della rinascita dell’Inter che poi è tornata a lottare per vincere i trofei. Questa cosa mi fa molto piacere».
SU CONTE – «Mi ha insegnato tantissimo, a inizio anno mi disse che ero fuori da tutto ciò che ha in mente lui per la squadra. Io testardamente ho deciso di restare perché pensavo di poter dare una mano alla squadra per raggiungere gli obiettivi. Alla fine, sono riuscito a giocare con un allenatore con quel carattere lì. E’ stato importantissimo per me avere un mister di quella categoria davanti, un allenatore che ti trasmette una voglia di vincere incredibile e che in ogni allenamento mette il 110%. In quegli anni all’Inter ha fatto benissimo».