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·30 de julho de 2025
Bologna, Orsolini: “Non faccio guerre per partire. Ma il mercato è una giungla”

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·30 de julho de 2025
Riccardo Orsolini, tra fedeltà e riflessione: “Non ho mai chiesto di andarmene. Bologna è casa, ma il calcio moderno è imprevedibile”
A pochi giorni dalla chiusura del mercato estivo, Riccardo Orsolini ha scelto di parlare con chiarezza. Lo ha fatto senza mezzi termini, con la consueta schiettezza che lo ha sempre contraddistinto, rispondendo alle voci su un possibile addio al Bologna, club con cui ha vissuto sette stagioni ricche di momenti significativi, fino al trionfo in Coppa Italia contro il Milan.
“Non ho mal di pancia, non sto forzando nulla. Non ho mai espresso alla società né al mio entourage la volontà di andare via”, ha ribadito il numero 7 rossoblù. “Se mai dovessero arrivare offerte concrete, sarà la società a valutare per prima. Solo in un secondo momento entrerò in gioco io. Ma oggi sto bene qui e non ho intenzione di alimentare ambiguità”.
Il legame con Bologna: tra affetto e realtà Il volto sorridente di Orsolini è diventato un simbolo del club emiliano. Il suo legame con la città è autentico, profondo, eppure non privo di riflessioni.
“Bologna per me è come una fidanzata con cui stai da tanti anni. Se ti lasci, dispiace. È normale affezionarsi alla gente, alla piazza”, confessa. “Mi fa piacere vedere quanto affetto ci sia nei miei confronti, anche fuori dalla città. Forse è perché sono una persona normale, trasparente, senza finzioni”.
Mercato e futuro: “Non metto punti interrogativi” Le telefonate – conferma – sono arrivate, sia dall’Italia che dall’estero. Ma il giocatore non intende forzare alcuna situazione.
“Non metto punti interrogativi, né creo tensioni. Di Vaio ha detto che tutto può succedere tranne la mia cessione? È un segnale importante di stima. Ma sappiamo quanto possa essere folle il mercato: gli ultimi giorni sono sempre una centrifuga”.
Resta sullo sfondo, naturalmente, anche il tema rinnovo e l’eventuale adeguamento dell’ingaggio. Una questione che Orsolini liquida con diplomazia: “Non mi piace parlare di cifre. C’è un tempo limite? Non lo so, non mi sono posto scadenze”.
Italiano, il tecnico ideale Una menzione speciale è riservata al tecnico Vincenzo Italiano, con cui ha ritrovato continuità, gol e Nazionale.
“È sicuramente l’allenatore con cui ho reso meglio. Dal primo incontro ho avuto una bella sensazione, ci siamo capiti subito. Ci prendiamo in giro, scherziamo, ma c’è una grande stima reciproca. Era così anche con Mihajlovic: la battuta, quando è sincera, è sintomo di rapporto vero”.
Un gruppo forte, una squadra ambiziosa Orsolini sottolinea anche la forza del gruppo, un elemento che ritiene centrale per i successi del Bologna.
“Ho avuto tanti gruppi nella mia carriera, ma come questi ultimi due anni, mai. Anche i nuovi lo notano subito: c’è armonia, empatia, unione. Questo spogliatoio ha uno scudo invisibile, difficile da rompere. Il Bologna è ambizioso e continuerà a esserlo”.
L’orgoglio di un’annata indimenticabile Con la Coppa Italia sollevata sotto il cielo dell’Olimpico, Orsolini ha vissuto momenti che resteranno scolpiti nella memoria dei tifosi. Dalla semifinale col Napoli – e quel gol che gli ha “regalato” dolci da tutta la Campania – fino alla finale col Milan, dove “i pianeti si sono allineati”.
“Appena siamo entrati in campo, ho avuto la sensazione che non potevamo perdere. E così è stato. Una serata incredibile. Abbiamo vinto anche grazie al gruppo e a come siamo riusciti a gestire la tensione”.
Icone, risate e battute: Orso resta Orso C’è spazio anche per l’aneddoto leggero: dal “toc toc” diventato virale (“A Coverciano Spalletti mi ha fatto la battuta”) alla telefonata con Gattuso (“Piacevole, mi ha fatto piacere”), fino alla serata in cui ha cantato con Morandi, Carboni e Cremonini: “Una follia. Ma una bella follia”.
Conclusione: Tra presente e futuro, il messaggio è chiaro
Orsolini resta concentrato, sereno, professionale. Le offerte arriveranno, forse. Le riflessioni saranno fatte, se e quando servirà. Ma oggi, la sua priorità sembra chiara: il Bologna, il campo, il gruppo.
“Non faccio guerre per andarmene. Sto bene qui. Poi il mercato… fa il mercato. Ma Bologna è una parte importante di me. Lo sarà sempre”.