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·11 de junho de 2025

Atletico Madrid, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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Atletico Madrid, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore. Alla scoperta delle protagoniste del Mondiale per Club

L’Atletico Madrid è inserito nel girone B del Mondiale per Club insieme a PSGBotafogo e Seattle Sounders.

Atlético Madrid: l’anima ribelle alla conquista del mondo

Se il calcio fosse solo una questione di budget e di glamour, l’Atlético Madrid non dovrebbe nemmeno trovarsi su un palcoscenico come il Mondiale per Club. Ma il calcio, per fortuna, è anche passione, sofferenza, fede e identità. E nessuno incarna questi valori come i Colchoneros. La squadra di Diego Simeone arriva al torneo come l’eterna mina vagante, il rappresentante di un’idea di sport basata sul sudore e sul collettivo. Non sono i favoriti, non hanno le stelle più scintillanti, ma hanno un cuore che batte più forte di tutti gli altri e sono pronti a dare battaglia a chiunque, “partido a partido”.


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La storia dell’Atlético Madrid è una lotta continua contro un destino che sembrava scritto. Fondato nel 1903, il club ha sempre vissuto all’ombra dei ricchi cugini del Real Madrid, diventando il simbolo della classe operaia e dello spirito ribelle della capitale spagnola. I suoi soprannomi raccontano questa storia. Sono i “Colchoneros” (i materassai), perché il tessuto a righe bianche e rosse delle loro maglie era lo stesso usato per rivestire i materassi a basso costo del primo ‘900. Sono anche “Los Indios”, un nomignolo nato con intento denigratorio da parte dei rivali, perché il loro primo stadio sorgeva in riva al fiume Manzanares, “come un accampamento indiano”, ma che i tifosi hanno adottato con orgoglio per sottolineare il loro spirito combattivo e anti-sistema.

Per decenni, l’Atlético è stato anche “El Pupas” (lo sfigato, il iellato), un soprannome crudele nato dopo la beffa più atroce della sua storia: la finale di Coppa dei Campioni del 1974. Avanti 1-0 contro il Bayern Monaco, furono raggiunti da un tiro disperato da 40 metri all’ultimo secondo del 120° minuto. Nella ripetizione della partita, persero 4-0. Quella maledizione sembrava infinita, fino all’arrivo di un uomo che ha cambiato tutto.

Il giocatore che ci farà innamorare: Antoine Griezmann

In una squadra di guerrieri e operai, la luce del genio ha il volto di Antoine Griezmann. Ma il suo non è un talento fine a se stesso; è un talento che si è messo al servizio totale della squadra, incarnando la perfetta fusione tra classe e sacrificio che è l’essenza del “Cholismo”. La storia di Griezmann con l’Atlético è una vera e propria storia d’amore, con tanto di tradimento, pentimento e ritorno a casa. Dopo aver lasciato il club per il Barcellona, “Le Petit Prince” ha capito che la sua vera felicità calcistica era vestito di biancorosso.

È tornato diverso, più maturo. Oggi non è solo il fantasista che inventa la giocata decisiva; è il primo a pressare, a rincorrere l’avversario, a sacrificarsi in difesa. Vederlo giocare è una gioia: illumina il gioco con passaggi geniali, segna gol pesantissimi e un attimo dopo lo si ritrova a recuperare un pallone nella propria area di rigore. È la stella umile, il campione che ha capito che per vincere non basta il talento, ma serve il cuore. È il leader tecnico ed emotivo di una squadra che si specchia nella sua meravigliosa completezza.

Il giovane più interessante: Pablo Barrios

In un centrocampo di veterani e lottatori come Koke e De Paul, la ventata di freschezza e di classe cristallina porta il nome di Pablo Barrios. Prodotto della cantera (il settore giovanile) dell’Atlético, Barrios rappresenta il futuro e l’anima del club. È la prova che, anche in una squadra definita dalla grinta, c’è spazio per la finezza e l’eleganza.

Barrios è un centrocampista moderno, tecnicamente dotato, con una visione di gioco superiore e una calma impressionante per la sua età. Non ha la potenza fisica di alcuni suoi compagni, ma compensa con un’intelligenza tattica che gli permette di essere sempre nella posizione giusta. È il “canterano” che si è guadagnato il posto lottando contro campioni affermati, incarnando perfettamente lo spirito di sacrificio del club ma aggiungendovi un tocco di qualità che può fare la differenza. Sul palcoscenico mondiale, potrebbe essere la sorpresa capace di mostrare a tutti che la fabbrica di talenti dell’Atlético è più viva che mai.

L’allenatore: Diego “El Cholo” Simeone

L’Atlético Madrid non si può spiegare senza Diego Simeone. L’argentino ex Inter non è semplicemente un allenatore; è un leader spirituale, un condottiero, l’uomo che ha preso un club prigioniero della sua nomea di “Pupas” e lo ha trasformato in una delle squadre più temute e rispettate al mondo. La sua filosofia, il “Cholismo“, è diventata un marchio di fabbrica riconosciuto ovunque: “El esfuerzo no se negocia” (L’impegno non è negoziabile) e si ragiona “partido a partido” (partita dopo partita).

Il suo Atlético è un blocco di granito. Difesa organizzata in modo maniacale, spazi chiusi, intensità feroce su ogni pallone e ripartenze letali. Simeone, sempre vestito di nero, vive la partita dalla panchina con una passione che trasmette ai suoi giocatori e a tutto lo stadio. Ha creato un legame simbiotico con l’ambiente, convincendo tutti – giocatori, tifosi, dirigenti – che credendo nel lavoro e nel gruppo, nessun obiettivo è impossibile. È l’anima, il cuore e il cervello di questa squadra.

Il punto più alto raggiunto nella sua storia

Nonostante le due finali di Champions League perse contro i rivali di sempre e le vittorie in Europa League, il capolavoro assoluto, l’impresa che definisce l’era Simeone, è la vittoria della Liga nella stagione 2013-2014. Quello non fu semplicemente un titolo; fu un atto di ribellione contro il duopolio di un Barcellona con il miglior Messi e un Real Madrid con Cristiano Ronaldo al suo apice.

Quella Liga fu la vittoria della programmazione, della fede e della resilienza. Fu conquistata all’ultima giornata, pareggiando 1-1 al Camp Nou contro il Barcellona in uno scontro diretto che valeva il titolo. Quella squadra, guidata in campo da guerrieri come Gabi, Godín e Diego Costa, è diventata leggenda. Quel trionfo, con Simeone in panchina (che aveva già vinto un storico “Doblete” da giocatore nel 1996), rappresenta il punto più alto, la dimostrazione che Davide, con organizzazione e cuore, può davvero battere Golia.

Dove può arrivare

L’Atlético Madrid è la squadra che nessuno vuole pescare in un sorteggio. In una competizione a eliminazione diretta, il loro stile di gioco è un incubo per chiunque, anche per le superpotenze del calcio mondiale. Non hanno la pressione di dover vincere a tutti i costi, e questo li rende ancora più pericolosi. La loro forza non risiede nei singoli, ma in un’identità di ferro e in una capacità di soffrire che non ha eguali.

Possono frustrare il possesso palla delle squadre più tecniche e colpire al momento giusto. L’obiettivo realistico è superare la fase a gironi e giocarsi le proprie carte nei quarti di finale. Ma in una partita secca, l’Atlético può battere chiunque. Sono i guastafeste perfetti, i pirati pronti ad arrembare le navi dei re. Non stupitevi se li vedrete arrivare fino in fondo, lottando su ogni pallone come se fosse l’ultimo. Non verranno per offrire spettacolo, ma per competere. E quando l’Atlético compete, tutto può succedere.

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