Allegri al Milan: scudetto, Supercoppa e un addio amaro (2008-2014). Le tappe più importanti della storia del livornese in rossonero | OneFootball

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·30 de junho de 2025

Allegri al Milan: scudetto, Supercoppa e un addio amaro (2008-2014). Le tappe più importanti della storia del livornese in rossonero

Imagem do artigo:Allegri al Milan: scudetto, Supercoppa e un addio amaro (2008-2014). Le tappe più importanti della storia del livornese in rossonero

Allegri tra una settimana comincerà la sua seconda esperienza in rossonero: ripercorriamo le tappe più importanti della prima

L’esperienza di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan è stata un periodo di alti e bassi, caratterizzato da un immediato successo, un graduale declino e un addio controverso. Un percorso iniziato grazie ai risultati eccellenti ottenuti con il Cagliari tra il 2008 e il 2010. Il tecnico livornese, dopo aver portato il Sassuolo dalla C1 alla Serie B, aveva convinto il presidente rossoblù Massimo Cellino a scommettere su di lui. Una scommessa vinta, con un brillante 9° posto nella stagione 2008/2009 e la Panchina d’Oro assegnatagli nel febbraio 2010 come miglior tecnico della Serie A.

Nel 2009/2010, il sogno di un’Europa League sfumò a causa di un crollo inspiegabile, portando all’esonero di Allegri il 13 aprile 2010, dopo che Cellino era venuto a conoscenza dei contatti tra il suo allenatore e il Milan. L’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani, aveva individuato in Allegri il successore ideale di Leonardo. Nonostante la preferenza di Silvio Berlusconi per un ex rossonero, il patron fu convinto e il 25 giugno 2010 l’accordo fu formalizzato, dopo una lunga trattativa per liberare Allegri dal contratto con il Cagliari.


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L’Approdo a Milanello e un Mercato Scintillante

La presentazione ufficiale di Allegri avvenne il 21 luglio 2010. Il tecnico sottolineò di non voler stravolgere il lavoro fatto, ma di voler aggiungere “concetti suoi” a un “buon serbatoio” esistente. Il calciomercato estivo fu scoppiettante. Arrivarono Marco Amelia, Sokratis Papastathopoulos, Mario Yepes, Kevin-Prince Boateng e Bruno Montelongo. Ma i veri “pezzi da novanta” furono Zlatan Ibrahimovic dal Barcellona e Robinho dal Manchester City. Questi si aggiunsero a stelle come Alexandre Pato, Thiago Silva, Ronaldinho, Clarence Seedorf e un solido gruppo italiano composto da Paolo Maldini, Christian Abbiati, Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, Andrea Pirlo, Massimo Ambrosini e Gianluca Zambrotta. A gennaio, la rosa fu ulteriormente rafforzata con Urby Emanuelson, Mark Van Bommel, Nicola Legrottaglie e Antonio Cassano.


Scudetto e Supercoppa: Un Inizio da Sogno

L’avvio del nuovo Milan fu incoraggiante, con un netto 4-0 al Lecce. Dopo un passo falso con il Cesena, la squadra, trascinata da Ibrahimovic, inanellò 6 risultati utili consecutivi. La svolta tattica arrivò contro il Bari, quando Allegri passò dal suo amato 4-3-3 al 4-3-1-2, con Boateng o Seedorf trequartista dietro due punte. Seguì una striscia positiva di 7 vittorie consecutive, inclusa una decisiva vittoria per 0-1 nel derby contro l’Inter. Il 7 maggio 2011, con due giornate di anticipo, il Milan conquistò il suo 18° Scudetto, il primo per Allegri. In Coppa Italia e Champions League, invece, l’avventura si fermò rispettivamente in semifinale e agli ottavi.

Il successo dello Scudetto sembrò aprire un nuovo ciclo. Allegri firmò il rinnovo contrattuale per altre due stagioni a giugno 2011. Nonostante l’addio di Andrea Pirlo, passato alla Juventus, la sensazione di un nuovo inizio fu rafforzata dalla conquista della Supercoppa italiana a Pechino il 6 agosto 2011, battendo ancora una volta l’Inter con un 2-1 in rimonta grazie ai gol di Ibrahimovic e Boateng.


Il Lento Declino e l’Addio Amaro

L’idillio, tuttavia, durò fino alla primavera del 2012. In Champions League, il Milan fu eliminato ai quarti dal Barcellona, mentre in Coppa Italia cedette il passo alla Juventus in semifinale. Anche in campionato, i bianconeri superarono il Diavolo, che dovette accontentarsi del 2° posto.

Il declino si materializzò nella stagione 2012/13. Dopo gli addii di giocatori chiave come Gattuso, Inzaghi, Nesta, Seedorf, Zambrotta, Van Bommel e Roma, e le cessioni illustri di Ibrahimovic e Thiago Silva al PSG, Allegri fu chiamato a “fare le nozze con i fichi secchi”. Nonostante un girone d’andata deficitario, la squadra si riprese nella seconda parte di stagione, raggiungendo il 3° posto finale e la qualificazione in Champions League grazie anche agli acquisti invernali di Mario Balotelli e Riccardo Saponara. Tuttavia, le eliminazioni in Coppa Italia e Champions League, quest’ultima contro un Barcellona ancora una volta fatale, lasciarono un segno. Le parole di Silvio Berlusconi (“Allegri? No el capisse un casso”) seppur ritirate, evidenziarono un rapporto ormai logoro tra patron e allenatore.

Nonostante gli attriti, Allegri fu confermato per la stagione 2013/14. Ma la rosa fu ulteriormente indebolita dalle partenze di Ambrosini, Boateng, Flamini, Bojan Krkic e Antonini. L’arrivo di Kakà a costo zero non fu sufficiente a risollevare le sorti. Il 12 gennaio 2014 si consumò il momento più doloroso: una pesante sconfitta per 4-3 al Mapei Stadium contro il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, con un incredibile poker di Domenico Berardi. Il Milan chiuse il girone d’andata all’11° posto. Le parole di Barbara Berlusconi (“Non è più tollerabile che i nostri tifosi assistano a prestazioni inaccettabili come queste”) furono inequivocabili. Nonostante Allegri si rimettesse nelle mani di Galliani, la decisione era già presa. La mattina del 13 gennaio 2014, il Milan ufficializzò l’esonero di Allegri. La squadra fu provvisoriamente affidata a Mauro Tassotti, in attesa dell’arrivo di Clarence Seedorf.

La prima avventura di Massimiliano Allegri al Milan si concluse dopo tre stagioni e mezzo, con due titoli (lo Scudetto e la Supercoppa Italiana) e un esonero difficile da digerire. Un epilogo amaro che i tifosi della Curva Sud difesero, attribuendo le colpe alla società. Dieci anni e mezzo dopo, Allegri è tornato su quella panchina che fu per lui trampolino di lancio per i grandi successi con la Juventus.

Fonte: Calciomercato.com

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