Cagliarinews24
·09 de novembro de 2024
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Enrico Albertosi ha parlato di diversi temi in vista della sfida odierna della squadra di Davide Nicola contro il Milan di Paulo Fonseca. L’ex portiere del Cagliari e dei rossoneri ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti per la rivista del club “Domus Rossoblù”. Le sue parole:
SCUDETTO DEL 1970 – «Nessuno avrebbe mai portuto immaginarlo. Io stesso non avrei pensato di disputare dei campionati così importanti sull’Isola. Avevamo una grande squadra, eravamo un grande gruppo. Già l’anno prima eravamo arrivati secondi e l’anno dopo se non si fosse infortunato Gigi Riva avremmo vinto di nuovo. Quell’infortunio ci impedìdi conquisatre il secondo scudetto».
MIRACOLO E FOLLIA – «Secondo mequesto ragionamento si può fare per l’anno precedente, quando arrivammo secondi, perché non eravamo ancora consapevoli della nostra forza, ma ci diede la convinzione che lo scudetto non era poi un sogno così impossibile per una squadra come il Cagliari. Anche se quell’estate andò via un attaccante come Roberto Boninsegna, Andrea Arrica riuscì a portare gente come Angelo Domenghini, Cesare Poli e Sergio Gori che diedero equilibrio a centrocampo e attacco. Riva aveva bisogno di spazio e Gori glielo dava. Spaziava da una parte all’altra del campo lasciando gli inserimenti a Gigi. Al resto ci pensò il resto della squadra che fece interamente il proprio dovere».
IL MIO CONTRIBUTO – «Ci sono le mani di tutti i componenti di quella rosa. Perché la difesa non è solo il difensore e il portiere, ma parte dall’attacco. Io credo di aver disputato un anno meraviglioso. Così come lo fecero Comunardo Niccolai, Mario Martiradonna, Beppe Tomasini. Nessuno ci dava credito. Il vero merito, però, fu di mister Scopigno che riuscì a mettere insieme tanti caratteri diversi e formare una squadra vera».
HALL OF FAME DEL CLUB – «Per me è un motivo d’orgoglio oltre che un grande riconoscimento. Vuol dire aver lasciato un bel ricordo in tutti i tifosi del Cagliari».
GIGI RIVA – «Era un grande amico, dormivamo insieme nelle trasferte del Cagliari e della Nazionale. Eravamo molto uniti, ci capivao guardandoci. E’ una mancanza che ancora oggi, a distanza di quasi un anno, mi da soffrire».