Calcio e Finanza
·31 de dezembro de 2024
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Si chiude un anno ricco di soddisfazioni per lo sport italiano. Dalle vittorie nel tennis agli ottimi risultati alle Olimpiadi di Parigi. Certamente c’è anche qualche grande delusione come il cammino troppo presto interrotto della Nazionale a EURO 2024, che però ha saputo riscattarsi con un ottimo percorso in Nations League che fa ben sperare per il grande obiettivo degli uomini di Luciano Spalletti: qualificarsi, dopo due edizioni di assenza, ai Mondiali 2026.
«È stato un anno impegnativo e gratificante – commenta il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, a La Gazzetta dello Sport –, con tantissime emozioni da parte degli atleti e soddisfazioni anche nelle mie funzioni di ministro, grazie al supporto prezioso del Presidente Meloni, a una positiva collaborazione con tutti i colleghi di Governo, con il Parlamento, le Regioni e gli enti locali, oltre agli organismi sportivi. Medaglie, onore e merito sul campo e buoni risultati sul fronte della politica per lo sport, che fanno ben sperare per il prossimo anno. Guardiamo avanti».
Il 2025 si preannuncia di grande cambiamento per lo sport italiano, e anche per il calcio: «Iniziano a delinearsi i profili di un nuovo modello sportivo italiano. Abbiamo qualificato l’anno che si sta chiudendo con tanti provvedimenti legislativi, una articolata e diffusa serie di attività con la nostra società Sport e Salute e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, definendo un diverso rapporto, più equilibrato, tra risultati di vertice e grandi avvenimenti, e sport sociale e infrastrutture diffuse. Il 2025 sarà fondamentale per l’affermazione di questo modello, anche grazie alle riforme di sistema che sono in cantiere, con un’attenzione particolare per gli organi di controllo, giustizia e garanzia».
Sulla giustizia sportiva: «Credo sia necessario fare tesoro dell’esperienza e rendere la giustizia sportiva più efficiente, trasparente e comprensibile, garantendo la piena terzietà di chi vigila, valuta e giudica partendo dai principi di lealtà, correttezza e probità che troppo spesso vengono trascurati, se non mortificati. Staccarla dalle federazioni? Ho un’idea ben precisa di come strutturarla, ma ci sarà modo per confrontarci, rispettando l’autonomia. Molto dipenderà dalla capacità di autogoverno di CONI e Cip, ma io darò indirizzi legislativi chiari, che prevedranno il coinvolgimento di figure specializzate, sul modello di quella tributaria».
Un’altra grande norma su cui lavorare è la Legge Melandri: «È pronta la prima bozza. Al momento è al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per una opportuna condivisione, poi inizierà la fase di concertazione anche con i vertici del calcio e le sue componenti: conto di presentare il decreto entro il primo trimestre del 2025, forse anche prima. Terrà conto dell’evoluzione tecnologica che sta modificando l’idea stessa dei confini del mercato nazionale e riducendo la distanza tra il contenuto, il suo titolare e il suo fruitore. E poi ridefinirà la mutualità, con una rielaborazione del modello, sia orizzontale, in Serie A, che verticale, a beneficio del sistema calcistico. Mi auguro che la Lega maggiore lavori più efficacemente sulla catena del valore, soprattutto a livello internazionale, dove servono visione, strategie e alleanze».
Un tema dolente per lo sport italiano sono le infrastrutture, specialmente gli stadi: «Venerdì scorso, in una riunione al MEF, con il collega Giorgetti, abbiamo fatto un ulteriore e decisivo passo avanti per la nascita di un fondo equity che investirà nei progetti-stadio, sulla base di criteri che stiamo elaborando, completando la configurazione di un portafoglio di opportunità, per contribuire a far fare finalmente un salto di qualità agli stadi della Serie A e delle altre leghe. Patrimonio quasi totalmente pubblico, gestito dai privati, al quale riconosceremo lo status di “infrastrutture strategiche nazionali”. Stiamo anche definendo le funzioni e le prerogative di una struttura commissariale che semplifichi e renda omogeneo l’iter dei progetti, in sintonia con amministrazioni comunali e club. I tempi? Tra fine gennaio e inizio febbraio».
«Parliamo con tutti. Alcuni sono più avanti, come a Firenze, Cagliari, Bologna, Parma ed Empoli – analizza il ministro Abodi –. Ma c’è anche Milano, che si sta avviando verso una buona soluzione; Roma sta procedendo, il progetto dei giallorossi va avanti, la Lazio ha appena presentato un’idea progettuale sul Flaminio e sono previsti interventi sullo stadio Olimpico, di proprietà di Sport e Salute; mi auguro arrivi Napoli, con il club che punta sul nuovo stadio e il Comune che vorrebbe rinnovare il Maradona. E poi, Palermo, Genova, Bari e Verona. Dobbiamo passare, adesso, dal refrain ormai noioso del “si può fare” a un più gratificante e concreto “stiamo facendo”».
Il calcio e il Decreto Crescita, chiesto a gran voce anche dal nuovo presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli: «Auspico che la Lega, nel rispetto delle norme e della logica, trovi presto compattezza e armonia, pur nella diversità degli interessi dei suoi associati. Avevamo già iniziato a definire un’agenda della collaborazione con l’ex presidente Casini, che riprenderemo e completeremo. Il Decreto Crescita è tra i punti, anche se io sono dell’idea che quando si chiude una parentesi sia difficile riaprirla. Meglio lavorare su vivai, infrastrutture e calcio femminile. Di sicuro la Serie A avrà il nostro supporto».
Un’altra richiesta del mondo del calcio è il prelievo sulle scommesse: «Su questo punto si può arrivare ad accontentare la domanda, a partire dalla pubblicità. In linea di principio, bisogna comunicare efficacemente ciò che è legale, marcando il discrimine con ciò che non lo è. Io penso, nel rispetto di opinioni diverse, che vietare la pubblicità non aiuti, anche sul versante del contrasto alla piaga sociale della ludopatia. D’altro canto, il Governo userà tutti i mezzi per arginare l’economia criminale anche in questo settore, includendo la pirateria audiovisiva, tutelando l’economia legale, anche a beneficio dei club e, in generale, degli organizzatori degli eventi, ai quali ritengo giusto riconoscere un diritto per la scommessa, ovvero una percentuale dei ricavi. Nella Finanziaria questo provvedimento non c’è, ma è previsto un prelievo dal comparto ‘giochi, lotterie e scommesse’ per finanziare una misura che faciliterà la pratica sportiva alle famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro. Misura di grande valore sociale».
La Commissione per i controlli amministrativi sui club professionistici: «Stiamo completando, auspicabilmente in un paio di mesi, le procedure per la costituzione dell’organo e della struttura. Mi auguro venga fatto un lavoro preventivo, diffuso e costante, che permetta a tutti di avere nuove consapevolezze anche in termini di responsabilità. Che un club sia piccolo o grande, vincente o meno, le regole valgono per tutti e chi non le rispetta ne deve pagare le conseguenze. Competitività e sostenibilità devono essere alla base del sistema e mi sembra che i club inizino a capire che il successo sportivo, per quanto importante, non vada inseguito ad ogni costo».
«Il sistema federale, con la sua capacità di autodeterminarsi, sta esprimendo questo. La cosa fondamentale è che il progetto sia ambizioso, al di là degli accordi e degli annunci. Se saranno altri quattro anni di gestione Gravina, che siano di evoluzione, di miglioramento e di riforme. Noi li aiuteremo, con il calcio non c’è la disattenzione che qualcuno superficialmente lamenta: lavoriamo, nella diversità dei ruoli e delle responsabilità, per gli stessi obiettivi, che devono però essere chiari, dichiarati e condivisi», ha continuato Abodi.
La sicurezza: «C’è piena sintonia e costante collaborazione con i colleghi Piantedosi e Nordio. Stiamo definendo una serie di interventi, anche con il supporto della tecnologia più avanzata, per consentire alle norme di essere efficaci, garantendo la certezza delle pene a tutela di chi vuol vivere il calcio con passione e libertà. Il caso ultras di Inter e Milan: «Come era giusto accadesse. Mi aspetto che la giustizia sportiva faccia la sua parte, complementare rispetto a quella dello Stato, intervenendo con più tempestività ed efficacia dando un contributo fondamentale al contrasto delle infiltrazioni criminali nel calcio e delle colpevoli complicità. Ovunque».
Infine un’analisi sulla situazione che vede coinvolto Gabriele Gravina, unico candidato alla presidenza FIGC: «Al di là dell’eventuale iter processuale, situazioni del genere sono inopportune e appartengono a fattispecie che la giustizia sportiva, diversa e complementare rispetto a quella statuale, deve valutare proprio nel rispetto delle proprie prerogative, a tutela della reputazione e della credibilità dello sport. E questa non è l’unica situazione inopportuna nello sport italiano, che sta offrendo troppi spunti alla cronaca non sportiva, di fronte ai quali la risposta troppo spesso è tardiva e blanda, se non evasiva».
Sui mandati dei presidenti federali e la posizione del numero uno del CONI, Giovanni Malagò: «Sto intervenendo su tutto quello che ritengo migliorabile. Il mio correttivo sull’elezione dei presidenti federali forse non ha prodotto l’effetto nel quale confidavo (sono stati rieletti tutti, ndr), ma non è stato supportato adeguatamente dai regolamenti elettorali, come avevo auspicato formalmente il 4 dicembre 2023 al CONI, con il superamento del distorsivo sistema delle deleghe, provando a favorire anche l’attribuzione di ruoli e deleghe nei consigli federali nel rispetto della parità di genere e del ricambio generazionale. Era compito proprio del CONI, ne riparlerò con il prossimo presidente, chiunque sarà».