Zurkowski vibes: dieci triplette esotiche che forse ti eri dimenticato | OneFootball

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·25 gennaio 2024

Zurkowski vibes: dieci triplette esotiche che forse ti eri dimenticato

Immagine dell'articolo:Zurkowski vibes: dieci triplette esotiche che forse ti eri dimenticato

Con alcune big in Arabia Saudita e quattro gare in meno nell’ultimo week-end di Serie A, a pochi sarà passata inosservata la tripletta di Szymon Zurkowski contro il Monza. Un assolo del centrocampista polacco sul campo del Carlo Castellani che ha abbattuto la squadra di Palladino e rilanciato quella di Nicola, riaccendendo i sogni di salvezza dei toscani.

Dal 1929 a oggi, quella di Szymon Zurkowski è la tripletta numero 756 registrata nella storia della Serie A. Tra queste ce ne sono state tante iconiche, spettacolari, decisive, ma anche qualcuna inaspettata e sorprendente. Di seguito non troverete nomi come Crespo, Inzaghi, Piola o Nordhal (calciatore con più hat-trick nella storia della Serie A, 17), piuttosto calciatori il cui tris era talmente impronosticabile da lasciare tutti di sasso.


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Milos Krasic, Juventus-Cagliari 4-2

“Krasic Furia Bionda”, titolone sulla prima pagina de La Gazzetta dello Sport che paragona il neo-bianconero alla leggenda Pavel Nedved, Furia Ceca. Bastò una tripletta al Cagliari a rendere l’esterno serbo il fuoriclasse da cui ripartire in casa Juventus. Effettivamente nella rosa del primo Scudetto del ciclo da nove c’era anche lui, che però dopo quell’hat-trick che lasciava presagire l’ascesa di un nuovo fenomeno riuscì a incidere poco. Sono solo 7 le reti messe a segno successivamente in Serie A con la maglia della Vecchia Signora.

Francesco Grandolfo, Bologna-Bari 0-4

Tre gol all’esordio da titolare in Serie A a 21 anni. Un sogno per molti, per Francesco Grandolfo invece è stata realtà. All’ultima giornata di campionato, il 22 maggio 2011, firmò una tripletta contro il Bologna. Quel biglietto da visita sembrava aver introdotto un possibile futuro numero 9 della Nazionale, ma la realtà dei fatti è completamente diversa. L’anno dopo andò in prestito al Chievo Verona e da lì una clamorosa parabola discendente. Quei tre gol, che dovevano essere i primi di tanti, rimarranno i suoi unici in Serie A. Siglati tutti in 90′.

Antonio Nocerino, Milan-Parma 4-1

Tra i tanti miracoli di Zlatan Ibrahimović nessuno dimenticherà la trasformazione di Antonio Nocerino in “Nocerinho”, come titola La Gazzetta dello Sport il 27 ottobre 2011. Reti in Serie A del classe ’85 prima di quella stagione: 6 in 148 gare. Reti in quel campionato: 10 in 35 presenze. Ebbene l’onnipotente Ibra è riuscito addirittura a far celebrare una tripletta a Nocerino, in Milan-Parma 4-1 del 26 ottobre 2011. In quell’esatto momento fu sancita l’evoluzione dell’ex Palermo da buon gregario a centrocampista goleador.

Marco Rigoni, Novara-Cesena 3-0

Si può dire uno Zurkowski ante-litteram. Anche il Novara era invischiato nella zona retrocessione e il 6 maggio 2012 deliziò i suoi tifosi con un secco 3-0 casalingo che porta una firma sola, quella del centrocampista Marco Rigoni. Due rigori e un tap-in facile facile per battere tre volte Antonioli e raggiungere gli undici gol in campionato. Quella fu l’ultima vittoria in Serie A della formazione piemontese.

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Blerim Dzemaili, Torino-Napoli 3-5

Un altro centrocampista in versione bomber per 90 minuti. In questo caso tocca allo svizzero Blerim Dzemaili, che il 30 marzo 2013 decise di punire in qualche modo la sua ex squadra. Con il Toro zero reti nella Serie A 2008/2009, quel giorno tre in 70′. Poi con l’aiuto del vero bomber di quella squadra, Edinson Cavani, il Napoli completò la rimonta da 3-2 a 3-5. Comune denominatore? Walter Mazzarri in panchina, che però all’Olimpico di Torino qualche settimana fa ci ha perso 3-0.

Albin Ekdal, Inter-Cagliari 1-4

Stendere l’Inter a San Siro con una tripletta personale non è da tutti, men che meno da Albin Ekdal. Mai dire mai direbbe Willie Peyote (per rimanere in clima Sanremo). Quel pomeriggio fu una locura per il centrocampista svedese. Qualche anno prima ci aveva già provato con la maglia del Siena a sbancare il Giuseppe Meazza nerazzurro, ma ci aveva messo lo zampino una sola volta e nel finale Sneijder e Samuel gli rovinarono la festa. Il 28 settembre 2014 ci è riuscito per davvero, in un solo tempo. Questa è una di quelle cose che può accadere solo se c’è Zeman nelle vicinanze. Tanto che dopo quegli assurdi 90′, in 149 presenze spalmate su sei stagioni diverse ha trovato la via della rete solo altre cinque volte in Serie A.

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Filip Djordjevic, Lazio-Palermo 4-0

Durante quel turno di Serie A i pianeti saranno stati allineati in qualche maniera strana. Basterebbe il tris di Ekdal ad arrivare a questa ipotesi, ma se non bastasse il giorno successivo fu la volta di Filip Djordjevic, attaccante (solo sulla carta) di Lazio e Chievo Verona. Dodici reti in 81 apparizioni nel massimo campionato italiano. Un quarto del suo intero bottino lo ha messo a segno proprio il 29 settembre 2014 contro il Palermo.

Ever Banega, Inter-Atalanta 7-1

Alcuni forse non ricorderanno o non vorrebbero ricordare la parentesi di Ever Banega in maglia Inter, ma c’è una partita che lo ha fatto entrare di diritto negli eroi di quell’epoca nerazzurra post-Triplete e pre-Spalletti. Annate talmente complicate che tra le meteore di quella squadra l’ex Siviglia faceva bella figura e un 7-1 all’Atalanta andava festeggiato come un trofeo. Tango argentino per mister Pioli, che asfaltò la formazione di Gasperini con tre gol di Icardi (e fin qui ci può stare) e tre proprio di Banega. A rendere le cose ancora più strane la terza firma sulla goleada è quella di Roberto Gagliardini, da ex della gara.

Andreas Cornelius, Parma-Genoa 5-1 e Genoa-Parma 4-1

Già con una probabilmente sarebbe rientrato nel circolo dei triplettisti esotici, ma con due, rifilate per giunta alla stessa squadra, si prende anche lo scettro. Nella stagione 2019/2020 l’attaccante danese ha racimolato un bottino di 12 reti in Serie A, ma il 50% lo ha segnato contro il Genoa. Tre all’andata e tre al ritorno con la pandemia a rendere il tutto ancora più paranormale.

In quell’anno Andreas Cornelius si è rivelato praticamente un vero e proprio incubo per il Grifone, una tassa da pagare. Doppio hat-trick e doppia goleada che ai rossoblù quasi costava la retrocessione. L’anno dopo, in cui a crollare in cadetteria è stato proprio il Parma, l’ex centravanti dell’Atalanta ha messo a segno una sola rete nell’intero campionato, la sua ultima in Serie A, nonostante all’andata fosse comunque partito titolare contro il suo amato Genoa.

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