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·18 agosto 2025
Zeman, il figlio Karel: «Papà sta meglio, ha smesso di fumare. Moratti lo voleva all’Inter, Moggi non è il nemico»

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·18 agosto 2025
In un’intervista al Corriere.it tra calcio e vita privata, Karel Zeman, figlio di Zdenek, offre un ritratto intimo del padre e del loro rapporto.
Karel Zeman, suo papà Zdenek come sta?«L’ictus e le due ischemie lo hanno molto debilitato, ma è in progressivo miglioramento grazie a tanta fisioterapia. Di certo dovrà continuare a farla per molto tempo…».
Fuma ancora?«No, no… ha smesso dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, nel febbraio 2025».
Senza pallone, cosa fa ora?«Direi il nonno, si gode mia figlia Gioia, tre anni. La vede spessissimo, anche qui in Sicilia dove stiamo trascorrendo l’estate tra Marsala e Mazara del Vallo, e dice che gli cambia la giornata».
La chiama qualcuno per avere notizie di suo padre?«Tanti suoi ex giocatori. Tra le ultime telefonate, quelle di Eusebio Di Francesco e Giovanni Stroppa. Beppe Signori è in contatto con mia mamma Chiara».
Karel, il suo primo ricordo di papà qual è?«A due anni mi lanciava per aria e mi afferrava all’ultimo. Pensavo che mi sarei spiaccicato a terra. Mamma era terrorizzata ma lui voleva che io sfidassi il pericolo. Fatto sta che ci divertivamo e io lo amavo per questo».
La prima volta assieme allo stadio?«Il 3 marzo 1981 alla Favorita per Palermo-Milan finito 3-1. Avevo quattro anni e papà all’epoca allenava le giovanili dei rosanero».
Ma quando gli ha detto «papà voglio fare l’allenatore?» lui che ha risposto?«Testuale: “Nooo. Concorderei su qualunque tua altra scelta, ma io ho lavoro nel calcio e so cosa c’è nel calcio. Te lo sconsiglio”…».
Lei però ha insistito…«Avevo già deciso, avevo riflettuto. Ero agli inizi, lo invitai per una settimana a vedere come allenavo le giovanili del Boiano e lui, dopo averlo fatto, mi disse: “Va bene, lo puoi fare”. Oggi? Certo, mi ispiro a lui. Di me, sono orgoglioso di una cosa: in classifica, lascio le squadre un po’ meglio di quando me le affidano».
È vero che Massimo Moratti avrebbe voluto Zdenek all’Inter?«Sì, si erano anche incontrati, ne avevano parlato. Però come spesso accadde con altri presidenti tipo Zamparini, poi nel richiamarlo gli fu spiegato che “per altri motivi” non era possibile».
Sintetizzi Calciopoli…«Io credo che in tutti gli ambiti non ci sia una pulizia assoluta, sarebbe ipocrita dire il contrario: ma quello che succede nel calcio, nel bene e nel male succede dappertutto. Talvolta si fa passare tutto in cavalleria e talvolta invece ci si rende conto che la situazione magari sta degenerando e c’è bisogno di un freno. Ribadisco: succede nel calcio, succede dappertutto».
Ma di Luciano Moggi, che con suo padre ebbe infinite e ruvide polemiche, che pensa?«Mi è capitato di avere a che fare con lui al Lavello, in Basilicata. Io allenavo e lui era consulente: non lo vedo sicuramente come il nemico. Ci siamo confrontati come due persone di calcio normalmente fanno. Rispetto alla conoscenza che ne ho avuto è una persona che con me si è comportata molto bene, mi ha anche chiesto di papà».
La frase che Zdenek le dice in questi giorni?«M’incoraggia: “Adesso che io sono fermo, dimostra che sei tu il vero Zeman”».
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