Zefi a cuore aperto: «All’Inter una pressione troppo forte da gestire, dopo 4 mesi volevo andare via! Ora voglio dimostrare ai nerazzurri e alla Roma che si sbagliavano» | OneFootball

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Inter News 24

·22 luglio 2025

Zefi a cuore aperto: «All’Inter una pressione troppo forte da gestire, dopo 4 mesi volevo andare via! Ora voglio dimostrare ai nerazzurri e alla Roma che si sbagliavano»

Immagine dell'articolo:Zefi a cuore aperto: «All’Inter una pressione troppo forte da gestire, dopo 4 mesi volevo andare via! Ora voglio dimostrare ai nerazzurri e alla Roma che si sbagliavano»

Zefi a cuore aperto: «All’Inter una pressione troppo forte da gestire, dopo 4 mesi volevo andare via!». La rivelazione dell’ex Roma

Intervistato dall’Irish Independent, l’ex giocatore dell’Inter Primavera e della Roma, Kevin Zefi, ha parlato di tutte le difficoltà affrontate da lui nei suoi anni in Italia che lo hanno spinto a lasciare il Paese per una nuova avventura altrove nel mondo del calcio.

LA PRESSIONE – «Essere riconosciuto da giovane, ‘È lui il calciatore, gioca per l’Inter’, è bello, ma ero solo un ragazzino, e a volte era una pressione troppo forte da gestire. Vorrei non aver avuto quell’hype intorno a me da ragazzino. È impossibile ignorarlo. Ogni volta che usi il telefono, qualcuno ti manda messaggi, qualcuno scrive di te, è molto difficile da gestire. Guarda, questo è il calcio, questi sono i social media, ma vorrei solo non avere avuto tutta quell’attenzione. Non so, forse oggi sarei da qualche altra parte. Non ho rimpianti, vorrei solo non averci fatto caso, ma quando sei un ragazzino con il telefono, vedi queste cose. Ero sempre concentrato, ma non completamente concentrato e penso che l’attenzione sia stata una parte importante».


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GLI ERRORI COMMESSI DA GIOVANE – «Quando arrivi da ragazzino, hai entusiasmo, hai un contratto decente… Sì, ero ingenuo da giovane e ho commesso qualche errore, ma guarda, ora ho 20 anni. Sono cresciuto. Credo che tutti ora capiscano che voglio solo giocare a calcio ed essere felice. So cosa posso fare quando raggiungerò quel livello di felicità. È stata molto dura. Dopo quattro mesi, volevo lasciare l’Inter, volevo andarmene del tutto dal Paese. Non avevo né la mia famiglia né i miei amici. Andare all’Inter da giovane significa affrontare un Paese molto, molto difficile dal punto di vista calcistico. Ho avuto tanti alti e bassi, più bassi che alti, ma ho dovuto farci i conti. Mi hanno fatto giocare in ruoli diversi, e il modo in cui allenano era tutto nuovo per me. Non ci ero abituato. Era molto aggressivo, molto vecchia scuola. Il modo in cui ti insegnano era un po’ troppo per me».

IL RAZZISMO – «Ovviamente, sono arrivato da ragazzo irlandese, per metà albanese, e il razzismo inizia a farsi sentire. Devi solo essere forte mentalmente. Ci sono stati un paio di episodi. Quando giochi bene, lasci correre, ti prendi la briga di ricambiare il favore, ma quando non stai andando così bene, ti fa male. C’erano giocatori avversari, e anche alcuni dei miei compagni di squadra, che ti parlavano alle spalle e pensavano che non capissi cosa stessero dicendo. ‘Tu irlandese, tu albanese’, quel genere di cose».

IL COVID – «Ho continuato a prendermi il Covid per circa cinque mesi. Dovevo rimanere nella mia stanza per una settimana finché non venivo dichiarato guarito, poi mi veniva di nuovo. Non hai la tua famiglia lì, non hai nessuno lì. Mentalmente, era troppo. Hai un contratto decente, sei a Milano… ci sono anche molte distrazioni. È un posto difficile in cui andare. Volevo andarmene dall’Italia, ma credo di essere stato mal consigliato a riguardo. Dopo due anni passati in quella che probabilmente è la più grande accademia d’Italia, che non aveva funzionato per me, non credo che avrebbero dovuto provare a portarmi in un’altra accademia in Italia. Dopo il precampionato la scorsa estate, la Roma ha cercato di costringermi ad andare al Verona, ma non ho accettato. Mi hanno detto: ‘O vai al Verona o resti qui e ti siedi in panchina’. Ho messo giù la testa, ho lavorato sodo e poi sono entrato nella squadra U20».

RIFIUTATA L’OFFERTA DI RINNOVO – «Ho ricevuto un’offerta di rinnovo verso marzo, ma ho detto di no, e da allora sono stato messo da parte. Anch’io mi allenavo con la prima squadra. Ranieri chiese al mio allenatore: ‘Chi è questo giocatore? Mi piace’. Sai che stai andando bene, ma quando non succede niente può diventare molto frustrante. Guarda, penso solo che sia ora di lasciare l’Italia. Non ha funzionato per me. Ho dentro di me quel fuoco che mi fa venir voglia di dimostrare a Inter e Roma che si sbagliano. Voglio solo tornare a giocare a calcio ed essere felice. È quello che mi manca di più. Voglio mostrare a tutto il mondo del calcio il Kevin Zefi che ero una volta».

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