Zazzaroni: «Dominio Inter evidente, ma Inzaghi non è un grande comunicatore e Zhang non usa i suoi soldi» | OneFootball

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Inter News 24

·23 aprile 2024

Zazzaroni: «Dominio Inter evidente, ma Inzaghi non è un grande comunicatore e Zhang non usa i suoi soldi»

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Zazzaroni: «Dominio Inter evidente, ma Inzaghi non è un grande comunicatore e Zhang non usa i suoi soldi». L’editoriale del direttore del Corriere dello Sport

Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport scrive così del successo dell’Inter nel derby valso scudetto e seconda stella.

Si legge nel suo editoriale: «A grandi sorsate l’Inter si ubriaca di stelle. Sono finalmente due. La seconda l’ha staccata dal cielo di Milano proprio nel derby, un derby freddo, rovente solo nel finale: ho ancora negli occhi il volto di Pioli che sembrava si chiedesse cosa ci faccio ancora qui? Con quale spirito – domando io – potrà aver preparato la partita? È stato tutto così strano e in parte già scritto dalla solita manina impertinente: il gol che ha aperto la serata l’ha segnato Acerbi, protagonista dell’unico imbarazzo provato dalla squadra e dalla società negli ultimi mesi, e insomma come si può dubitare del destino e della sua forza?».


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Prosegue: «Sono felice per Simone Inzaghi, con quel modo tutto suo di fare l’allenatore. Non è un grande comunicatore, sa però parlare ai giocatori, li responsabilizza e tranquillizza, ed è la cosa che più conta. Il dominio stagionale è stato fin troppo evidente, frutto anche di assolute sorprese quali Thuram e Sommer. L’estate scorsa non immaginavo che potessero fare addirittura meglio di Lukaku e Dzeko, che metto insieme, e Onana. Ho il sospetto, fondato, che i due abbiano stupito, e non poco, anche chi li ha presi, Piero Ausilio, e chi ne ha avallato l’acquisto, Beppe Marotta. La squadra apprezza la lealtà, oltre alle idee, di Simone. Che ha una sola parola perché ha una sola convinzione. Stella o non stella, mai così Inter come quelle di Pellegrini e Moratti. Non ce l’ho con Steven Zhang, lui non ha colpe, ma almeno quelli i soldi li mettevano sul serio ed erano i loro soldi, miliardi di lire e poi milioni di euro. E genuina e potente e soprattutto antica era la passione che li muoveva».

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