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·25 gennaio 2024
❗️Zaniolo: “Ho sbagliato, ma noi calciatori spesso siamo costretti a stare soli. Roma? Amore gigantesco, ma finito male”

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·25 gennaio 2024
Terminato quello che aveva inevitabilmente assunto i tratti dell’incubo – il riferimento è al caso scommesse – Nicolò Zaniolo (che ha pagato e ottenuto l’oblazione) ha parlato a “La Gazzetta dello Sport”: “Come mi sento dopo l’oblazione? Meglio naturalmente, ma avevo già cominciato a sentirmi così dopo l’incontro con la procuratrice, quando è stata accertata la verità di quello che dicevo.
L’ammenda (280€, ndr) per me è irrisoria? È vero, ma ho deciso di devolvere in beneficenza una somma all’ospedale Gaslini. Io sono di La Spezia e conosco bene quella struttura. Se la sfortuna mi avesse preso di mira, uno di quei bambini avrei potuto essere io.
Come ho vissuto l’inchiesta della procura di Torino? Anche se poi tutto è andato bene, non è stata una cosa bella, ma non posso dire nulla sulle indagini, lo sa. La cosa importante è che sia finita, però è brutto essere tirati in mezzo a una storia del genere senza avere fatto niente di grave. Ha presente come posso aver vissuto l’arrivo della polizia a Coverciano? Un incubo. Ho avuto paura? No, perché sapevo quello che avevo fatto. O meglio, che non avevo fatto
Perché gente come noi gioca o addirittura scommette? Chiariamo: io ho giocato su cose da casinò, ma non ho mai scommesso. Comunque ho sbagliato lo stesso, non posso negarlo, ma non sapevo fosse una piattaforma illegale. Non diamo una bella immagine? Può essere vero, ma io rispondo solo per me stesso. E allora le dico che la nostra è una vita…come dire… a doppio taglio. Lo so abbiamo i soldi, possiamo permetterci cose a cui la maggior parte delle persone non può arrivare, però spesso siamo costretti a stare da soli.
Crede che non sappiamo che tante persone che ci si avvicinano lo fanno solo perché siamo famosi? Non solo. Se andiamo in un ristorante o in un locale abbiamo tutti gli occhi addosso. Magari c’è gente che sta lì a farci dei video coi cellulari. Così se facciamo o diciamo una stupidaggine, in pochi secondi lo sa tutto il mondo. E allora magari non usciamo. Ce ne stiamo a casa col tablet o col cellulare, e per passare il tempo capita di giocare. Tutto qui. Non sarà intelligentissimo, ma è la verità.
Imparare a pagare una bolletta e ad acquistare oggetti da soli potrebbe far crescere noi calciatori? Magari qui in Inghilterra è più facile, ma le assicuro che in Italia a volte, se sei famoso, è difficile uscire di casa. Io però sono più fortunato di altri, ho una famiglia bellissima che mi è sempre vicino. Lo è stata e lo sarà sempre. Poi ci sono il mio manager e il suo staff. Persino con i miei legali, Antonio Conte e Gianluca Tognozzi, abbiamo un rapporto – come posso definirlo? – diverso rispetto a quello di un semplice cliente. So che tutti loro ci saranno sempre, soprattutto dopo tutte le cattiverie che hanno dovuto leggere e ascoltare in queste settimane. Case, pennette, relazioni… che schifo.
Noi calciatori ci annoiamo tanto? A volte capita. Per questo ci succede di far avvicinare persone che poi si dimostrano sbagliate. Tanti di noi sono usciti di casa quando erano poco più di un bambino. So di compagni che piangevano, da piccoli, quando si ritrovavano in club lontani da casa, senza avere vicino il papà o la mamma.
Buffon disse che chi fa la nostra vita ha bisogno di trasgressione? Mah… possibile. Ma come le dicevo, trasgredire per noi diventa difficile. Ci guardano tutti. Tranne quando siamo a casa con il cellulare in mano. Cosa mi diceva l’Aston Villa durante quel periodo? Di allenarmi bene, per fare una grande stagione.
I fischi dell’Olimpico? Dico la verità: un po’ me li aspettavo. Quello con la Roma è stato un amore gigantesco, anche se finito male. Andare via è stata dura. A parte gli episodi degli ultimi giorni, tutti con me sono stati fantastici, così come lo è stato Mourinho. Rimpianti? Alla mia età non ha senso. Ho vissuto cose belle e cose brutte, ho fatto cose giuste e cose sbagliate, ma Roma è anche la città di mio figlio Tommaso. Solo per questo, sarà sempre un luogo speciale.
La Nazionale? Il posto più bello per un calciatore, e sono grato a Spalletti per avermi tenuto nel gruppo. Ora tocca a me ripagarlo. Con lui ho un rapporto splendido. Meglio non farlo arrabbiare. Perciò stavolta al Mondiale dobbiamo andarci per forza”.