Zalewski si racconta a Inter TV: «Questa è una tappa importante per la mia carriera, ammiro molto quell’ex nerazzurro nel mio ruolo» | OneFootball

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·7 febbraio 2025

Zalewski si racconta a Inter TV: «Questa è una tappa importante per la mia carriera, ammiro molto quell’ex nerazzurro nel mio ruolo»

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L’esterno dell’Inter, Nicola Zalewski, si racconta e si presenta ai suoi nuovi tifosi sui canali ufficiali del club nerazzurro

Protagonista del quinto episodio di ‘Welcome Home’, il format realizzato da Inter Media House per presentare i nuovi acquisti del calciomercato Inter, Nicola Zalewski si racconta così ai microfoni di Inter TV.

QUANDO HO INIZIATO A GIOCARE A CALCIO? – «Avevo 5-6 anni, nel paesino sotto casa. Mi sono trasferito a 8 anni a Zagarolo e poi dopo un anno mi ha preso la Roma. La passione per il calcio me l’ha trasmessa papà, guardavo le partite con lui. Mi ha lasciato tanti insegnamenti che mi porto con me con orgoglio: uno di questi è rimanere sempre umile».


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SE NON FOSSI DIVENTATO UN CALCIATORE, COSA AVREI FATTO NELLA VITA? – «Bella domanda. Per fortuna non ci ho mai dovuto pensare, sarei in difficoltà a rispondere».

COSA SIGNIFICANO PER ME LE MIE RADICI? – «Un significato molto importante, infatti ho scelto di giocare con la Nazionale polacca. Questo lo devo a mio papà e alla mia famiglia».

GLI INIZI COME TREQUARTISTA – «Il mio ruolo è cambiato definitivamente con José Mourinho, all’esordio in prima squadra. C’erano tanti indisponibili in una gara in casa contro il Verona, a quel punto il mister decise di buttarmi dentro e da lì sono cresciuto tanto».

3 CARATTERISTICHE PER DESCRIVERMI – «Rapido, veloce e ho un buon tiro».

IL GIOCATORE CHE AMMIRO MAGGIORMENTE NEL MIO RUOLO? – «Come professionista ho sempre ammirato Cristiano Ronaldo. Come quinto ho ammirato Ivan Perisic, uno che è stato qui».

UN ALLENATORE O UN COMPAGNO CHE MI HANNO AIUTATO? – «Direi banalmente Mourinho, ma per arrivare a questo livello sono stati tutti importanti».

COSA MI ASPETTO DALL’AVVENTURA ALL’INTER? – «Di vivere una grande esperienza, sono arrivato in un contesto molto grande. E’ una tappa molto importante per la mia carriera, spero di viverla al meglio».

ALL’INTER HO RITROVATO ZIELINSKI E MKHITARYAN – «E‘ stato bello ritrovarli, vivere Piotr giorno dopo giorno è una cosa diversa dalla Nazionale: lo stimo molto».

COME GESTISCO LA PRESSIONE PRIMA DI UN MATCH IMPORTANTE? – «Cerco di pensare il meno possibile, staccando la mente».

L’EMOZIONE DI ESORDIRE NEL DERBY – «Una grandissima emozione, è una partita a cui tutto il popolo interista tiene tanto. Sono contento di aver esordito così, merito della squadra».

IL MIGLIOR MOMENTO CON LA NAZIONALE POLACCA – «Il mio primo gol, magari una cosa banale può essere dire l’esordio. Non mi aspettavo di debuttare, ho dovuto metabolizzarlo. Lavoro ogni giorno per andare in Nazionale, per rendere orgoglioso il mio Paese».

COSA FACCIO FUORI DAL CAMPO? – «Non appena posso cerco di stare con la mia famiglia, i miei amici e staccare la mente il più possibile».

COME MAI IL NUMERO 26 TATUATO SUL COLLO? – «La data di nascita di mio papà, il 26 gennaio».

UN MIO PREGIO E UN MIO DIFETTO? – «Ne potrei dire tanti, ma quello che risalta di più è la permalosità. Il pregio è che sono buono, mi faccio volere bene da tutti».

L’IMPORTANZA DELLA VITA IN SPOGLIATOIO – «L’ho notato qui all’Inter, alla Roma all’ultimo periodo era più facile avere rapporto con tutti essendo un giocatore ‘anziano’. Qua mi hanno accolto tutti bene».

TALENTO O DETERMINAZIONE? – «Entrambe, col talento ci nasci mentre la determinazione è una cosa che la gente non vede e fai per te stesso».

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