Inter News 24
·29 giugno 2025
Zalewski rivela: «Appena ho messo piede ad Appiano, in me è scattato qualcosa di speciale. Spero di dare tanto a questa Inter, Chivu mi ha colpito subito per un aspetto»

In partnership with
Yahoo sportsInter News 24
·29 giugno 2025
Intervistato dal Corriere della Sera alla vigilia del match del Mondiale per Club contro il Fluminense, Nicola Zalewski si è raccontato a cuore aperto, dall’infanzia fino al suo presente all’Inter con Chivu.
ANCHE IO, COME PIO, HO ESORDITO CON LA ROMA RISULTANDO DECISIVO CON LO UNITED – «Sì, con mezzo gol…».
CONSIGLI PER PIO ESPOSITO? – «Tutti abbiamo visto le sue qualità l’anno scorso allo Spezia e ora che l’ho conosciuto, posso dire che ha anche tante qualità umane. Il consiglio è quello di non smettere mai di lavorare, perché arriveranno i momenti difficili. È successo a me e vale per tutti».
È STATA LA MIA DUTTILITÀ A CONVINCERE L’INTER A RISCATTARMI? – «Penso di sì. Il fatto di poter giocare in più ruoli e di aver segnato a Torino nella prima partita da trequartista, giocando bene anche a Como, è stato importante».
L’ESORDIO CON L’INTER CON QUELL’ASSIST PER IL GOL DI DE VRIJ NEL DERBY – «Appena ho messo piede ad Appiano, in me è scattato qualcosa di speciale, non solo a livello di campo, ma anche nel rapporto con le persone. Ho lavorato dal primo giorno per rimanere. E non lo considero un punto di arrivo».
L’ESITO DELLA CHAMPIONS CI FARÀ PUNTARE CON PIÙ FORZA ALLO SCUDETTO? – «La Champions resta una competizione dove vogliamo arrivare più avanti possibile, poi sappiamo che ci sono tante squadre forti. La sconfitta è stata pesante, però è stata già un po’ digerita: riprenderemo il nostro percorso».
PER ME UN RITORNO ALLE ORIGINI NEL RUOLO DI TREQUARTISTA – «Fino alla Primavera giocavo lì, ma in prima squadra cambia tutto, il ritmo e la fisicità. Negli ultimi tre anni sono stato impiegato da quinto di centrocampo e mi sono trovato molto bene anche lì. So che suona banale, ma gioco dove vuole l’allenatore».
DESTRO O SINISTRO NON FA DIFFERENZA, SE CI HO LAVORATO O SE E’ UN DONO? – «È una dote naturale».
COSA MI HA COLPITO NELL’IMPATTO CON CHIVU? – «L’aspetto comunicativo, il rapporto umano che crea».
SE HO PARLATO CON CHIVU DI MOURINHO? – «No, ma ci sarà occasione».
IO CONTRARIO AL TERMINE ‘PREDESTINATO’? – «La gente pensa che il talento basti per sfondare: trascura tutto il sacrificio quotidiano che c’è dietro».
COME SI FA A NON SCIUPARE IL TALENTO E A RESISTERE ALLE TENTAZIONI DI UNA GIOVENTÙ COME TUTTE LE ALTRE? – «La domanda che ti devi fare è: cosa vuoi fare da grande? Io volevo fare questo».
È ANCHE PER QUESTA MENTALITÀ CHE CR7 È UN IDOLO? – «Sì, a livello mentale lui è fuori dal comune».
LA MIA INFANZIA A POLI, DOVE HO IMPARATO A GIOCARE IN STRADA – «Sì, c’è solo un campo comunale e non potevamo consumarlo».
SE SENTO CHE ALCUNE MIE ABILITA’ NASCONO DALLA STRADA? – «Sì, sicuramente se sono qui adesso è grazie anche a quei momenti lì, vissuti da bambino. E a quel contesto».
DA POLI A TRIGORIA QUASI 3 ORE DI STRADA – «Fa parte delle cose che la gente non vede: finita la scuola i miei genitori mi venivano a prendere, pranzavo nel tragitto e poi dopo l’allenamento facevo i compiti. Dalle superiori ho iniziato la scuola a Trigoria e mi sono diplomato».
SE E’ VERO CHE MIO PADRE ERA INTERISTA, PRIMA DI DIVENTARE ROMANISTA GRAZIE A ME? – «Sì, a Poli c’erano tanti interisti e quando è arrivato in Italia lo è diventato anche lui».
LA MORTE DI MIO PADRE – «Non è facile, ma papà aveva costruito una famiglia forte e ci ha dato dei grandi valori. Mi sento anche di ringraziare Mourinho, perché mi ha aiutato tanto in quel periodo. E non parlo di calcio».
SE MI CAPITA MAI DI PARLARE CON MIO PADRE NELLA MIA TESTA? – «Praticamente ogni giorno. So comunque quanto è orgoglioso di me e ogni tanto penso: chissà se fosse qui… Però credo nel destino: se una cosa deve succedere, succede».
NONNA, MAMMA E SORELLA MAGGIORE DI DIECI ANNI: UNA MIA EVENTUALE FIDANZATA QUANTI ESAMI DEVE SUPERARE? – «Bella domanda, ma vale soprattutto per mia sorella: è lei che mi sta più dietro su queste cose…».
SENTO DI DOVER SUPERARE ALTRI ESAMI PER CRESCERE ANCORA? – «I margini di crescita ci sono anche a 30 o 40 anni e a questa Inter penso e spero di dare tanto. Di sicuro metterò tutto me stesso in ogni minuto che giocherò».
Live