Juventusnews24
·6 agosto 2025
Yildiz Juve, lo scopritore svela: «All’inizio non voleva giocare a calcio ma lo convinsi. Può vincere il Pallone d’Oro, sul futuro dico questo»

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·6 agosto 2025
Lo scopritore di Kenan Yildiz, Detlef Staude (all’epoca direttore del settore giovanile del SV Sallern ed allenatore della squadra C) è intervenuto a Tuttosport per parlare del numero 10 della Juventus, ormai nel taccuino di diversi top club europei tra cui Barcellona e Bayern Monaco ma che la Juve non vuole cedere.
SCOPRIRE YILDIZ – «Non era convinto di venire da noi, ho dovuto convincerlo. Sono stato io a scoprire Yildiz? Penso di sì. Guidavo il settore dedicato ai talenti del club ed avevo una mia formazione. Ogni tanto andavo a prendere qualche mio giocatore. Kenan viveva in un vicolo strettissimo di Ratisbona, vicino al Danubio. Lì l’ho visto, calciava il pallone contro al muro ma lo faceva in un modo…aveva padroneggiato la tecnica del tiro, aveva potenza piena»
GIOCARE A CALCIO – «Gli ho chiesto se volesse fare un allenamento con noi. Mi rispose che era già iscritto a kickboxing e no, non voleva giocare a calcio. L’ho rivisto ancora nello stesso posto qualche settimana dopo e ho provato ancora a convincerlo. Alla fine però è stato lui a venire da me dicendomi che ci aveva ripensato e che avrebbe voluto provare con il pallone»
INIZIO – «È diventato da subito uno dei migliori della squadra. Si distingueva per la sua perseveranza e la sua insolita ambizione. Era anche determinato. Poi c’erano e ci sono doti tecniche. La grande velocità era gia evidente. Voleva sempre migliorare. Dopo un allenamento di sola palla restava al campo per fare due o tre giri di corsa del campo grande»
FUTURO COSÌ – «Come si fa a quel età? Non si può né programmare né prevedere. I bambini devono essere liberi di poter giocare. Segnare i goal è più importante che evitarli. L’ho detto anche a Kenan. All’epoca eravamo sette contro sette con porte da 2 metri per cinque. Yildiz voleva fare il massimo ovunque, per esempio sapeva capire se fosse meglio un dribbling o un tiro e guardava sempre come fossero posizionati i compagni»
NEL MIRINO DELLE BIG – «Giocava in una categoria superiore, con i più grandi. Erano iniziati prestissimo i provini, verso la fine della prima stagione. Prima il Norimberga, poi ISSV Jahn e il Bayern. Lui aveva scelto Ragensburg, ma poi il passaggio a Monaco è stato inevitabile, lì è cresciuto molto come uomo e come calciatore»
JUVE – «La Juventus è un top club. Non deve per forza andare via e non deve farlo per un ingaggio migliore. Deve farsi domande specifiche: l’ambiente è quello giusto? L’allenamento, la squadra e lo staff sono perfetti? Si trova a suo agio?»
PALLONE D’ORO – «La cosa bella del calcio secondo me è che è uno sport di squadra. Un calciatore può ottenere risultati solo con il gruppo. Però sì credo che Kenan sia in grado di vincere il Pallone d’Oro»