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Riserva di Lusso

·15 gennaio 2022

Who needs me?

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Il mercato è entrato nel vivo, il consueto (e ogni anno rinnovato) stormo di presunti insider ha invaso ogni social e un po’ tutti abbiamo attivato le notifiche al profilo Twitter di Gianluca Di Marzio. Mentre le big dividono lo sguardo tra bilanci così in rosso da disincentivare mosse azzardate e ‘occasioni’ su cui fiondarsi, ad alimentare le prime settimane di questa sessione di mercato sono soprattutto le squadre invischiate nella lotta per non retrocedere – senza dimenticare quelle di Serie B con occhi sulla promozione -, impegnate nel puntellare, migliorare o addirittura rivoluzionare rose apparse incomplete o inadatte alla categoria. Parliamo, ad esempio, di chi boccheggia in fondo alla classifica: la nuova Salernitana di Iervolino e Sabatini non ha ancora effettuato il primo acquisto, ma è stata accostata a nomi tra l’interessante e il surreale come Hernanes, Perotti e Falco, rigorosamente in ordine di stranezza. Nel frattempo l’avvilente Cagliari di Mazzarri cerca nuova linfa in Lovato, il Genoa, pur cambiando dirigenza, naviga sempre al ritmo di un acquisto al giorno, mentre il Venezia scommette sul talento impolverato di Cuisance e si regala Nani (sì, quel Nani), confermando l’ambizione di voler conquistare lo scettro di squadra culto dell’anno.

Quale modo migliore per stimolare ulteriormente la creatività dei direttori sportivi, se non stilare una lista in cui si consigliano cinque giocatori attualmente in Serie B potenzialmente molto utili a squadre di Serie A fuori dalle prime otto posizioni. Non è una lista che vuole comprendere i migliori 5 giocatori del campionato cadetto – anche se ovviamente per ambire ad una squadra di A è richiesto un rendimento elevato -, ma cinque profili il cui set di caratteristiche potrebbe integrarsi bene con la Serie A e colmare le lacune delle squadre indicate.


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DANY MOTA – Monza

Nonostante giochi in Italia da sempre, il nome di Dany Mota Carvalho ha iniziato a circolare con maggiore insistenza solo dopo la doppietta realizzata nell’ottavo di finale dell’ultimo Europeo U21 tra il suo Portogallo e l’Italia. Il primo gol, in rovesciata sugli sviluppi di un calcio d’angolo, fu di stordente bellezza, mentre il secondo meno bello ma esemplificativo della sua velocità di pensiero in area di rigore. In quella selezione piena di esterni d’attacco brevilinei e dribblomani, Mota agiva da prima punta, sobbarcandosi una mole di lavoro verso cui si è mostrato insofferente nel corso degli anni. Mota infatti ama ricevere il pallone lontano dalla morsa dei difensori, non per forza decentrato ma in una zona di campo in cui gli è possibile alzare la testa e scrutare l’orizzonte.

Mota è un calciatore elettrico, veloce sia sul corto che sul lungo, non bellissimo da vedere quando si ingobbisce e parte in progressione, ma potente ed efficace. Come ha ribadito l’attuale allenatore del Monza Stroppa, ha importanti margini di miglioramento in tutto (specialmente nell’associarsi con i compagni), ma il potenziale è quello di un attaccante duttile e completo. In un Monza a corto di attaccanti agisce anche da prima punta, ma per caratteristiche sembra fatto e finito per gravitare attorno ad un riferimento centrale statico.

L’ex attaccante della Juventus U23 è un calciatore a cui va data la possibilità di fare e disfare, perchè capace di indirizzare e risolvere le partite con colpi estemporanei. Contro la Ternana ha stappato il match con un missile di destro dai 30 metri morto all’incrocio dei pali, mentre contro il Cosenza – nell’ultimo match disputato prima di un infortunio che lo tiene lontano dai campi da diverse settimane – ha prima segnato con uno splendido sinistro a giro, e poi presentandosi a tu per tu con il portiere dopo essersi incuneato tra due avversari. Non è ancora un finalizzatore implacabile, ma quest’anno in 11 partite giocate (10 da titolare) ha già realizzato 6 gol, gli stessi messi a referto l’anno scorso con il triplo delle presenze.

Per la sua capacità di creare superiorità in transizione e generare caos in qualsiasi contesto sarebbe una manna dal cielo per la Salernitana, alla disperata ricerca di qualcuno con queste caratteristiche da alternare, o affiancare a Ribery sulla trequarti. Inoltre sarebbe interessante vederlo nell’Udinese a completare la batteria di esterni/mezze punte che Cioffi utilizza per affiancare Beto, oppure, con un ruolo meno centrale, nel Torino. A Juric il suo impatto fisico e la sua intensità farebbero comodo sia in fase difensiva che in fase offensiva, dove da subentrato potrebbe essere il grimaldello utile per scardinare difese appesantite.

GABRIEL STREFEZZA – Lecce

Gabriel Strefezza ha già calcato i campi di Serie A nella stagione 2019/20 con la maglia della Spal non sfigurando. Acquistato dalla Cremonese per prendere possesso della fascia destra lasciata vacante dal partente Manuel Lazzari, Strefezza ha messo in mostra qualità diverse rispetto a quelle del suo predecessore ma ugualmente interessanti. In un contesto meno funzionale ed efficace rispetto a quello apprezzato al Paolo Mazza l’anno precedente, Strefezza ha garantito qualità e brillantezza ad una squadra altrimenti piatta e abulica in ogni fase di gioco. Pur non ergendosi a salvatore della patria, ma anzi calando di rendimento nell’ultima fase della stagione, ha comunque lasciato l’impressione di meritare la massima categoria e di poterci ritornare nonostante la retrocessione dei ferraresi.

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Gabriel Strefezza durante un match di Serie A con la maglia della Spal. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Due anni e una migrazione tattica dopo il momento sembra essere arrivato. Acquistato dal Lecce sul finire della scorsa sessione di mercato, Strefezza in pochi mesi ha stravolto l’idea che avevamo di lui e conquistato la palma di miglior giocatore del girone d’andata di Serie B. Dopo aver preso confidenza con ruoli più offensivi nell’ultimo anno a Ferrara – Rastelli lo ha impiegato anche come seconda punta di un 3-5-2 -, Baroni lo ha da subito lanciato come esterno destro del suo 4-3-3, ottenendo riscontri più che positivi. I gol realizzati sono già 9, 4 nelle ultime 5 gare, di cui 2 al Paolo Mazza contro la sua ex squadra in una partita in cui sembrava in preda a un delirio di onnipotenza. Strefezza si muove nel mezzo spazio destro, sfrutta il baricentro basso e le gambe potenti per resistere ai contrasti e crea pericoli costantemente. Non è troppo creativo in rifinitura, ma è letale quando vede la porta e può calciare.

La Sampdoria è a caccia di un esterno offensivo per sopperire all’assenza prolungata di Damsgaard: perchè non puntare su Gabriel Strefezza? Allo stesso modo il Sassuolo, orfano di Boga, potrebbe investire su di lui e utilizzarlo a sinistra a piede invertito. D’altronde la tecnica di base necessaria per emergere in una squadra come quella di Dionisi ha dimostrato di avercela. Il suo impatto sarebbe però potenzialmente ancor più detonante in una squadra sull’orlo del baratro come il Genoa. Shevchenko prima dell’esonero odierno stava virando con convinzione verso il 4-3-3, modulo che potrebbe essere perseguito anche dal suo successore viste le continue trasformazioni della rosa, chi meglio di Strefezza per completare il pacchetto offensivo?

SALVATORE ESPOSITO – Spal

Dopo due giocatori prettamente offensivi ci spostiamo in cabina di regia, dove il nome di Salvatore Esposito è tra i più interessanti dell’intera Serie B. Emerso nel Chievo, il prodotto delle giovanili dell’Inter è tornato alla Spal, dove era approdato dopo l’esperienza in nerazzurro. Essendo un classe 2000 è un calciatore ancora in piena maturazione, ma tra i punti di forza del suo gioco il più evidente sono i calci piazzati, dai calci d’angolo alle punizioni. A Ferrara condivide lo spogliatoio con Federico Viviani, un’eminenza in materia, che sicuramente sta contribuendo ai suoi miglioramenti in questo fondamentale. Inoltre, proprio a causa della presenza di Viviani, Esposito si è disimpegnato anche come mezzala, aprendo nuovi interessanti scenari per il futuro.

Al momento però, guardando al suo set di caratteristiche, Esposito incarna l’ideale di vertice basso non molto dotato fisicamente ma estremamente raffinato con il pallone tra i piedi. Non è ancora impeccabile nella distribuzione del pallone, compie troppi errori soprattutto nel gioco sul lungo, ma è un regista ambizioso che non disdegna la giocata in verticale verso le punte. Al momento fa registrare 2,1 passaggi chiave a partita, un dato che certifica l’importante volume del suo gioco in rifinitura.

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Salvatore Esposito impegnato con la Nazionale Under 21 italiana. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

La Salernitana di Walter Sabatini, il cui palato fine non tradisce mai, si è messa sulle sue tracce per affidargli le chiavi del centrocampo. Inutile dire che sarebbe una mossa intelligentissima, soprattutto in chiave futura. Un’altra squadra in affanno a cui un profilo del genere potrebbe servire è il Cagliari, dove Esposito sgraverebbe dai compiti di regia Marin e darebbe tutt’altra conformazione ad un centrocampo disfunzionale.

MAXIME LEVERBE – Pisa

Se nelle prime settimane di campionato il rendimento del Pisa era considerato logica conseguenza dell’esplosione di Lorenzo Lucca, da un paio di mesi a questa parte la squadra di D’Angelo si è affermata come candidata credibile alla promozione diretta soprattutto grazie alla sua dimensione difensiva. Il Pisa ha subito un solo gol (su calcio di rigore) nelle ultime 6 partite, e l’ultimo subito su azione è datato 7 novembre, nonostante in questi due mesi abbia affrontato squadre di alta quota come Benevento, Brescia e Lecce.

Il Pisa imposta a 3 e difende a 4, e se Birindelli è il punto di riferimento in fase d’impostazione, Maxime Leverbe è il pilastro su cui poggia tutta la struttura difensiva. Anch’egli, come Esposito, vanta un passato nel Chievo, dove aveva ben figurato diventando uno dei giocatori più appetibili sul mercato dopo il fallimento della società clivense. Il Pisa si è fiondato su di lui costruendo una squadra il cui sistema operativo si trova al centro della difesa. Con Caracciolo forma una coppia formidabile nella difesa dell’area di rigore: Leverbe è un difensore molto preciso e pulito negli interventi a difesa dell’area piccola, vederlo commettere sbavature o errori grossolani è raro (quest’anno è successo solo nel match casalingo contro l’Ascoli). Nell’uno contro uno, a questo livello, è quasi insuperabile: in Serie B subisce 0,2 dribbling a partita, un dato su cui, in parte, pesa il baricentro molto basso con cui si difende il Pisa.

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Maxime Leverbe a segno dal dischetto durante la semifinale playoff contro lo Spezia. (foto: Gabriele Maltinti/Getty Images – OneFootball)

Nella massima categoria non è facile trovare squadre scoperte difensivamente, ma vederlo aggiungersi alle rotazioni difensive del Bologna di Mihajlovic sarebbe interessante. Il tecnico serbo si è mostrato più flessibile abbandonando l’ideale platonico di squadra che difende in modo iperaggressivo e attacca ad alti ritmi per cercare continuità di risultati attraverso un sistema più conservativo. Se non a Bologna, un’alternativa valida sarebbe il Venezia, squadra che per le caratteristiche dei suoi difensori vive tante fasi di difesa posizionale il cui livello di efficacia potrebbe essere alzato proprio da Maxime Leverbe.

ABDELHAMID SABIRI – Ascoli

Dei giocatori presenti in questa lista Abdelhamid Sabiri è sicuramente quello dal rendimento meno consistente ma anche quello dal talento più abbagliante. Trequartista di piede destro classe ’96, Sabiri ha una buona struttura fisica, non particolarmente veloce ma con fondamentali tecnici decisamente sopra la media del campionato di Serie B. Come ogni trequartista che si rispetti, Sabiri ha un rapporto speciale con il pallone: usa molto la suola, sopperisce alla mancanza di esplosività nel dribbling con finte e controfinte ed è dotato di una tecnica di tiro davvero notevole. Un video a lui dedicato su YouTube si intitola: Abdelhamid Sabiri – Next Juninho. Il titolo è volutamente iperbolico, ma il modo in cui calcia le punizioni ricorda vagamente l’ex centrocampista del Lione. L’anno scorso con la maglia dell’Ascoli ha realizzato 8 gol, tre dei quali direttamente da calcio di punizione. Quest’anno, da quando è stato reintegrato in rosa dopo aver trovato un accordo con la società sul rinnovo, è andato a segno tre volte, di cui una al Granillo di Reggio Calabria con una conclusione la cui traiettoria è abbastanza inspiegabile. Quella contro la Reggina è stata forse l’unica partita di alto livello disputata da Sabiri quest’anno, in uno stadio in cui già l’anno scorso aveva trafitto i padroni di casa con un destro dinamitardo sparato all’incrocio e preceduto da un tunnel d’esterno preparatorio.

Il talento di Sabiri nei suoi momenti migliori è nettamente fuori scala per un campionato come la Serie B, ma la mancanza di costanza lo penalizza nei giudizi e, conseguentemente, in sede di mercato. Negli ultimi giorni si è parlato con insistenza di uno suo possibile addio all’Ascoli, ma è difficile capire chi a gennaio voglia investire su un giocatore così peculiare. In Serie B anche a mezzo servizio farebbe la differenza ovunque, mentre in Serie A potrebbe rappresentare una soluzione interessante per l’Empoli in caso di immediata cessione di Bajrami. Rispetto al trequartista albanese garantirebbe meno dinamismo, ma in un contesto stimolante e abituato a plasmare giocatori con le sue caratteristiche potrebbe trovare gli stimoli giusti per rilanciare la sua carriera.

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