Calcionews24
·7 dicembre 2024
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Walter Sabatini è stato un ds vulcanico in ogni realtà che ha frequentato. Momentaneamente non ha impegni professionali, ma i suoi pareri vanno letti con attenzione. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
QUANTO GLI MANCA IL CALCIO – «Molto, tanto quanto mi manca l’ossigeno. Per me il calcio è sempre stato questo. Ma vedo tutte le partite che posso. Certo, è una surroga: per vivere bene il calcio serve un po’ di paura, che vivi solo se sei coinvolto direttamente. Dovesse arrivare una chiamata sarebbe il miglior antibiotico possibile».PERCHÉ PUNTARE SU DI LUI – «Le rispondo con la mia solita arroganza: perché sono ancora il migliore. Solo che l’avvento della cultura americana, dello scouting fatto dai presidenti sta facendo perdere quota al ruolo del direttore sportivo. Ma un ds fa tante cose, è il vero mediatore di ogni situazione psicologica non solo tecnica. Per gli americani siamo una figura invadente».GLI ERRORI DELLA ROMA – «Non conosco Ghisolfi, ma per le scelte fatte non sono un suo ammiratore. Non ha portato sostanza. L’unico giocatore che ne ha è Koné, che ha voluto a tutti i costi De Rossi, altrimenti non sarebbe arrivato. Gli altri sono tutti aggregati, non ci sono giocatori che possono fare la differenza. Tolto Dybala…».DOVBYK – «Un buon giocatore, ma non ha la giocata felice e con grazia, fatica a trovare la porta. Si impegna, lotta, ma non è con i Dovbyk che si vincono i campionati. Le Fée è un playmaker che sa giocare, ma ci vuole un motore diverso per la Roma. Lui come Pirlo? Ranieri ha voluto legittimare un acquisto, un allenatore deve anche proteggere la società».RIPORTARE TOTTI A TRIGORIA – «Sì ,con un ruolo tecnico. Ora si è confrontato con la vita e ha capito che è dura per tutti. Avrebbe lo slancio per far bene, a condizione di avere un ruolo operativo, non essere una decorazione».SE ARRIVASSE UNA CHIAMATA – «Partirei, subito. Sono un uomo di calcio e morirò di calcio, fino all’ultimo dei miei giorni».