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·20 settembre 2022

Walid Cheddira sta spiccando il volo

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Tra le coppe nazionali in giro per l’Europa, probabilmente la Coppa Italia è la meno attraente per gli spettatori. Con il suo tabellone piuttosto prevedibile, che offre la possibilità alle prime otto piazzate del precedente campionato di Serie A di partire dagli ottavi di finale, potendo beneficiare di accoppiamenti favorevoli e il vantaggio di giocare in casa tutti gli scontri in partita secca, l’appeal di questa competizione è ai minimi storici. Solo negli ultimi due anni c’è stato qualche timido segnale di ripresa, più legato alla necessità di squadre come Juventus ed Inter di arricchire la loro bacheca stagionale che non ad un’effettiva riforma. In questo scenario i primi turni di questa competizione, giocati tra fine luglio ed inizio agosto, sono ancor più sviliti e svilenti: in campo scendono le migliori quattro piazzate di Serie C tra le non promosse, tutte le squadre di Serie B e quelle dal nono posto in giù della Serie A della stagione precedente, sempre con il vantaggio della gara casalinga. Uno scenario che disintegra l’interesse e la rilevanza tecnica di questi turni, spesso utili alle squadre di A per far esordire qualche giovane ed entrare in rodaggio, vincendo senza troppi patemi i propri confronti. Per questi motivi – e per la curiosità che negli ultimi anni ha suscitato una squadra peculiarissima come il Verona – il fragoroso tonfo degli scaligeri contro il Bari, che si è imposto per 1-4 nella sfida del “Bentegodi” dello scorso 7 agosto, ha suscitato moltissime reazioni. Il protagonista assoluto di quella partita, con una tripletta e una sensazione di dominanza, è stato Walid Cheddira, attaccante italo-marocchino dei biancorossi al secondo anno in Puglia, prima d’allora sconosciuto al grande pubblico. Nelle prime partite di campionato seconda serie, la punta classe 1998 ha confermato le buone impressioni delle prime partite stagionali (nelle quali aveva anche messo a segno una doppietta contro il Padova, nel turno precedente alla sfida contro il Verona) con una partenza sprint.

Un esordio fondamentale

La prima apparizione di Cheddira con la maglia del Bari risale all’incirca ad un anno prima. Appena prelevato in prestito dal Parma, che lo aveva a sua volta acquistato nel 2019 dalla Sangiustese e spedito a giocare in C (prima all’Arezzo e poi al Mantova), il giovane di Loreto arriva a Bari forte di una stagione nella squadra lombarda impreziosita da 9 reti e la capacità di giocare accanto ad un’altra punta come Simone Ganz, una certezza a questi livelli. Questi due elementi sono ritenuti necessari dal direttore sportivo Ciro Polito e dal mister Michele Mignani per scegliere di integrarlo nella rosa del Galletto, costruita per scendere in campo con il talento di Ruben Botta, trequartista al centro della manovra dietro due attaccanti. Se Mirco Antenucci rappresentava la certezza del duo offensivo, al suo fianco il ballottaggio era serrato: Daniele Paponi (attaccante dal nobilissimo passato, con caratteristiche da centravanti più canonico) e Simeri, giocatore di categoria che era riuscito in passato anche ad andare in doppia cifra con il Bari. In questo scenario, per Cheddira era importante incidere fin da subito per mostrare di non essere da meno. Si torna così a quella prima presenza con la maglia del Bari: i biancorossi si trovano clamorosamente in svantaggio per 0-1 contro la Fidelis Andria nel turno preliminare di Coppa Italia Serie C, così Mignani, a poco meno di mezz’ora dal fischio finale, decide di buttare dentro Cheddira per provare l’assalto al pareggio. La rete non arriva, ma l’impatto del numero 11 sulla partita è di quelli da ricordare: contro una squadra stanchissima si infila a meraviglia nelle maglie della difesa, allungandola a suon di scatti e sterzate, mandando costantemente in crisi di scelte gli avversari. Manca solo il gol, che però sfiora in due occasioni: prima approfitta del liscio di un difensore per incrociare un destro perfetto che si stampa sul palo; poi, a tempo scaduto, stacca di testa dritto all’angolino basso, ma trova una gran risposta del portiere. Detto, fatto: Mignani subito convinto, infatti l’ex allenatore di Modena e Siena non ne farà quasi mai a meno. A fine campionato, Cheddira raggiungerà quota 36 presenze (di cui due cancellate dagli almanacchi a causa del fallimento del Catania), risultando l’attaccante con più gettoni di presenza in stagione (ma con meno minuti complessivi di Antenucci). Di seguito, il gol più importante dell’italo-marocchino nella cavalcata verso la B: il gol decisivo per lo 0-1 sul campo della Turris, squadra tra le più difficili da affrontare nel girone C (impostata su princìpi affini a Gasperini), che ha regalato una vittoria decisiva ai biancorossi per recuperare da uno dei pochi momenti di crisi della scorsa stagione. L’esecuzione, un tiro da pochi passi arrivato dopo una finta, non è da trascurare.


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La promozione in Serie B: un’occasione di crescita per Cheddira

Un attaccante come Cheddira non è di semplice interpretazione, né per gli avversari né per gli addetti ai lavori, ma è di sconfinata utilità per un tecnico: il suo fisico slanciato è il punto di partenza di tutte le sue qualità più evidenti. Piuttosto alto, Cheddira si serve di una discreta esplosività nel tronco (sembra che abbia il busto de La Cosa dei Fantastici 4) per rendersi pericoloso e imprevedibile: scatta in profondità leggendo le azioni un attimo prima dei difensori, si muove molto bene anche in campo aperto, dove è difficile contenerlo quando parte in progressione. Non è un animale da area di rigore, ma ci si trova con gran naturalezza: la scorsa stagione è stato il giocatore con più tocchi in area di rigore p90 del girone C, ben 5,10. Sia quando parte defilato che quando si fa trovare in area, spesso è il primo ad avventarsi sulle palle vaganti nei 16 metri, realizzando gol da prima punta pura, e quando riceve con il difensore attaccato sa liberarsene tenendolo lontano con le braccia ma anche con delle finte di corpo elusive (con una di queste ha scavalcato Gunter e segnato il gol dell’1-2 contro il Verona).

Da buon attaccante sgrezzato in Serie C, Cheddira sa farsi valere anche di testa, non tanto con la forza bruta quanto prendendo il tempo all’avversario: spesso salta il minimo per raggiungere il pallone, ma riesce a imprimere una tale velocità alla sfera, grazie ad un’ottima tecnica nel colpo, da mettere in grossa difficoltà il portiere (il gol segnato a Matosevic a Cosenza ne è un chiaro esempio). Il Bari si serve delle sue qualità atletiche facendolo partire anche dalla sinistra, dove l’obiettivo è far uscire il centrale di zona per rientrare sul destro, anche se può risultare prevedibile (la sua tecnica di dribbling in corsa non è delle migliori) e creare spazio per gli inserimenti della mezzala su quel lato (con un Folorunsho in gran spolvero, questo sviluppo è tra i preferiti delle prime gare stagionali del Bari). All’interno di un globale miglioramento tecnico impressionante e difficilmente immaginabile al termine della scorsa stagione, Cheddira sta diventando anche il riferimento preferito come target man: difensori e centrocampisti (i terzini in particolare) scavalcano la pressione con palle alte che lui riesce a controllare con una pulizia sempre maggiore, che sia con il destro o di petto (che riesce ad usare benissimo). Grazie alle sue caratteristiche versatili, Cheddira può giocare sia al fianco di un attaccante strutturato che assieme ad una seconda punta: nella sua carriera ha condiviso lo spazio offensivo con i sopracitati Ganz e Antenucci, ma in questo inizio di stagione (proprio nella vittoriosa trasferta veronese) è stato utilizzato anche assieme a Cangiano, esterno scuola Roma piuttosto canonico. Ci sono, tuttavia, alcuni aspetti del gioco che fanno storcere il naso ai detrattori dell’attaccante della squadra pugliese, il cui investimento piuttosto corposo da parte del Bari in estate (380.000 € per prelevarne il cartellino dal Parma, a fronte di una richiesta iniziale di 700.000 €) è stato abbastanza dibattuto. La sua tecnica di tiro non è delle migliori: non è un attaccante tecnicamente pulitissimo, per questo spreca diverse occasioni piuttosto semplici (la scorsa stagione ha concluso con un bottino di 7 gol a fronte di 9,54 xG prodotti) e contribuisce poco in rifinitura (solo 1,57 xA nella 2021/22). Se non è in giornata, diventa abbastanza indolente e deleterio per la sua squadra: per dargli maggiori stimoli e tenerlo sulla corda, a metà della scorsa stagione Mignani l’ha fatto partire in diverse occasioni dalla panchina per poi usarlo come arma a partita in corso, dove ha mostrato di essere altrettanto incisivo e difficile da limitare per gli avversari.

L’inizio da sogno in Serie B e le prospettive di Cheddira

Nonostante i difetti, Cheddira sembra un calciatore ancora da scoprire: in questa stagione è stato molto presente mentalmente all’interno di ogni partita, galvanizzato dall’ottimo stato di forma che l’ha accompagnato ad agosto e che spera di mantenere nei prossimi mesi. Senza dubbio, nessuno si sarebbe aspettato questo inizio di stagione da parte sua: in 7 gare stagionali tra Coppa Italia e campionato ha già ampiamente superato i numeri della scorsa stagione, passando dai 7 gol, 2 assist e 2 rigori procurati della scorsa stagione ai 10 gol, 2 assist e un rigore procurato, che lo rendono perlopiù il primo calciatore in doppia cifra in tutti i campionati italiani nella stagione in corso. Sembra che il salto di categoria gli sia stato di beneficio: più spazi da attaccare alle spalle della retroguardia, più campo per le sue cavalcate. Il gol messo a segno a Perugia, in cui mangia metri al diretto avversario con una forza inaudita, e lo scatto bruciante con cui ha provocato l’espulsione di Marconi in Bari-Palermo sono finora gli highlights della sua stagione: simboli di uno strapotere fisico e atletico con cui si sta imponendo sulla categoria.

Ma non è tutto qui: i numeri raccontano di un Cheddira molto più incisivo negli ultimi 15 metri (primo per tiri nello specchio p90 in B, 2,25) e più preciso sotto porta (è passato dal 42,6% di tiri nello specchio sul totale della scorsa stagione al 66% circa di questa). L’ultimo gol realizzato, quello contro il Cagliari, mostra un altro lato sempre più evidente del gioco del numero 11: il suo gioco non parte in area di rigore, ma ci sguazza come una trota nell’acqua dolce, ripulendo palloni addirittura impossibili da controllare come quello ricevuto da Maita all’Unipol Domus. Anche in B, al momento, rimane il calciatore con più tocchi in area di rigore p90 minuti: ben 6,58, a distanza siderale da Antonucci e Yeboah (fermi rispettivamente a 5,93 e 5,78).

Questa crescita complessiva, per quanto inaspettata e imprevedibile, è stata spiegata quantomeno in buona parte da Mignani nel post Cosenza-Bari:

Walid è predisposto a crescere, lavora sui suoi difetti. Siamo contenti di aver puntato su di lui

Il topos della cultura del lavoro, nella descrizione di Cheddira, è un tema importante e spoglio di ogni retorica: nel ritiro estivo di Roccaraso, non era raro vederlo allenarsi nell’allenare il piede debole sulle conclusioni e rifinire più in generale gli aspetti finalizzativi. Crescita confermata dai numeri: a fronte di 8,35 xG accumulati tra Coppa Italia e campionato, sono 10 i gol messi a segno. Un salto di qualità evidente, quantomeno al momento, rispetto all’underperformance della scorsa stagione. La chiamata della nazionale marocchina, arrivata in vista della pausa nazionali e che lo vedrà confrontarsi rispettivamente contro il Cile venerdì a Barcellona e contro il Paraguay mercoledì prossimo a Siviglia, è un’occasione da sfruttare al meglio per due motivi: da un lato, confrontarsi ad alto livello con calciatori di En-Nesyri, Ziyech, Sabiri è un ulteriore stimolo; dall’altro, affrontare nazionali di assoluto prestigio e valore lo costringerà ad alzare ulteriormente il livello delle prestazioni. Se a questo si aggiunge che si tratterà anche di una vetrina per il Bari, sia in vista di un’eventuale cessione a caro prezzo che per semplice visibilità che di riflesso cadrà (e si è già affacciata) sulla squadra biancorossa, ci sono solo aspetti positivi in questa avventura del numero 11 della squadra pugliese.

Il compito più difficile sarà rimanere con i piedi per terra e saper superare i periodi difficili che verranno dopo questo magic moment in cui tutto ciò che tocca diventa oro. Non conosciamo ancora i limiti di Cheddira, né tantomeno quelli del Bari: per questo motivo i biancorossi e il loro attaccante saranno tra le storie più interessanti da seguire in questa Serie B.

Fonte dati statistici: Wyscout e fbref Immagine di copertina: Foto Domenico Bari – SSC Bari

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