Juventusnews24
·8 luglio 2025
Vlahovic chiede 10 milioni per lasciare la Juve, ma non è il primo… La storia delle buonuscite d’oro nel calcio: ecco chi ha negoziato un ricco incentivo all’esodo

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·8 luglio 2025
Dieci milioni di euro. A tanto ammonterebbe, secondo un’indiscrezione riportata da Repubblica, la richiesta di buonuscita avanzata dagli agenti di Dusan Vlahovic per liberarsi anticipatamente dal suo contratto con la Juventus. Una cifra monstre, di poco inferiore ai 12 milioni lordi che il suo accordo prevede per l’ultimo anno, che ha riacceso il dibattito su una pratica tanto diffusa quanto controversa nel calcio moderno: l’incentivo all’esodo. Pagare un giocatore per andarsene sembra un paradosso, ma è una strategia finanziaria che i top club, e la Juventus in particolare, hanno utilizzato più volte in passato per liberarsi di ingaggi pesanti e risolvere situazioni diventate insostenibili.
Il caso di Vlahovic, se confermato, non sarebbe infatti un unicum nella storia recente del club bianconero. Anzi, si inserirebbe in un solco tracciato da diverse operazioni simili, nate dalla necessità di alleggerire un monte stipendi fuori controllo. Il precedente più noto è forse quello di Aaron Ramsey. Arrivato a parametro zero nel 2019 con uno stipendio da oltre 7 milioni netti a stagione, il gallese non ha mai convinto. Nel 2022, con ancora un anno di contratto, la Juventus ha negoziato a lungo la risoluzione consensuale, accordandogli una buonuscita stimata intorno ai 3-4 milioni di euro. Una spesa necessaria per evitare di dover pagare un ingaggio lordo di quasi 14 milioni per un giocatore ormai fuori dal progetto tecnico.Stesso copione, con cifre diverse, per Gonzalo Higuain. Nell’estate del 2020, la Juve decise di interrompere il rapporto con il Pipita, il cui stipendio da 7,5 milioni netti era diventato insostenibile. Per convincerlo a rinunciare all’ultimo anno di contratto e accasarsi all’Inter Miami, il club raggiunse un accordo che, pur generando una minusvalenza a bilancio, permise di risparmiare sul suo enorme ingaggio. Anche i contratti di Sami Khedira e Blaise Matuidi vennero risolti in anticipo con accordi simili, permettendo alla società di liberare risorse e spazio salariale.
Questa pratica non è certo un’esclusiva dei bianconeri o della Serie A. Uno degli esempi più eclatanti a livello internazionale è quello di Mesut Ozil con l’Arsenal. Messo ai margini della squadra da Mikel Arteta, il fantasista tedesco continuava a percepire uno stipendio da 350.000 sterline a settimana. Per facilitare il suo trasferimento al Fenerbahçe nel gennaio 2021, i Gunners si fecero carico di una parte consistente del suo restante ingaggio, pagando di fatto milioni per vederlo partire.
L’eventuale richiesta per Vlahovic, quindi, si inserisce in questa logica spietata del calcio contemporaneo. I contratti a lungo termine e a cifre crescenti, se da un lato blindano i giocatori, dall’altro possono trasformarsi in gabbie dorate da cui i club possono uscire solo pagando un “riscatto”. La buonuscita diventa così non più un’eccezione, ma uno strumento quasi ordinario di gestione, il prezzo da pagare per correggere errori di valutazione passati e poter reinvestire sul futuro.
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