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·28 luglio 2025

Vincenzo Alberto Annese, il ct italiano dell’Afghanistan: “Ho girato il mondo per allenare. Ora sogno la Serie A”

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Dalla Puglia all’Asia, passando per mezzo mondo: la storia di Vincenzo Alberto Annese, ct dell’Afghanistan Vincenzo Alberto Annese non è un allenatore qualsiasi. Classe 1984, originario di Molfetta, oggi è il commissario tecnico dell’Afghanistan, primo italiano – e primo europeo – a guidare la nazionale centroasiatica.

Vincenzo Alberto Annese, il ct italiano dell’Afghanistan: “Ho girato il mondo per allenare. Ora sogno la Serie A”

Il suo curriculum è una mappa globale: ha allenato in Belize, Ghana, Bielorussia, Lituania, Kosovo, Thailandia, Indonesia, India, dove ha vinto due campionati consecutivi con il Gokulam Kerala, e ora è approdato su una delle panchine più complesse e affascinanti del calcio internazionale.


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“Mi chiedo spesso cosa bisogna fare per ricevere una chiamata dalla Serie A”, racconta Annese in un’intervista rilasciata alla vigilia di Afghanistan-Iran, gara valida per la Cafa Nations Cup, in programma in Arabia Saudita.

Un percorso costruito fuori dai riflettori La carriera di Annese nasce da un imprevisto. Ex centrocampista nelle categorie dilettantistiche italiane, è stato costretto al ritiro a soli 23 anni per una serie di infortuni. Da lì, inizia la sua seconda vita nel calcio: prima come preparatore atletico, poi come tecnico in senso pieno. Dopo il corso a Coverciano, il salto all’estero, dove l’apertura mentale e la voglia di rischiare lo premiano.

“All’estero ho fatto tutto da solo. Niente agenti, niente scorciatoie. Solo lavoro, studio e sacrificio.”

Ha ottenuto un dottorato all’estero, insegnato educazione fisica, imparato cinque lingue e ha fatto dell’adattabilità la sua cifra stilistica. Ogni squadra è stata una lezione, ogni Paese un banco di prova.

“Voglio vincere ovunque, anche in Afghanistan” La nomina a ct dell’Afghanistan è arrivata a fine maggio 2025. Una sfida non solo sportiva, ma anche culturale e logistica. Finora, Annese non ha ancora messo piede in terra afghana – le partite si giocano fuori dal Paese per motivi di sicurezza – ma la Nazionale è viva e segue un progetto tecnico ben delineato.

“Non è facile convincere i ragazzi a rispondere alla convocazione. Vivono in tanti Paesi diversi, e bisogna cercarli, seguirli, parlarci. Ma chi accetta lo fa con orgoglio.”

Tra i pilastri della squadra c’è Sharif Mukhammad, ex compagno di Roberto Carlos all’Anzhi. Nonostante i 35 anni, è considerato il leader tecnico e morale del gruppo.

I modelli: Conte, Zeman, Ancelotti. E il sogno Serie A Annese non nasconde le sue ispirazioni. Ammira Antonio Conte per la sua capacità di “vincere spendendo poco”, Zdenek Zeman per il coraggio tattico e la visione offensiva, e Carlo Ancelotti, oggi ct del Brasile, per la leadership pacata e universale.

“Mi piacerebbe affrontarlo un giorno. In fondo, i migliori allenatori sono italiani. Anche Gattuso sta facendo un grande lavoro: gli auguro di portarci al Mondiale.”

Il vero sogno, però, è tornare a casa. Allenare in Serie A, o almeno in Europa, in un progetto serio.

“Spero che il mio percorso all’estero venga riconosciuto. Non ho mai avuto un procuratore, ma credo nel merito. Come ha fatto Cuesta al Parma: ha 30 anni e gli auguro il meglio. In Italia però spesso si guarda altrove, senza valutare chi ha lavorato fuori e ha costruito con le proprie forze.”

Un’icona globale (senza volerlo) Il caso di Annese è emblematico di una generazione di tecnici italiani che ha trovato fuori dai confini nazionali lo spazio per esprimersi. Il recente successo di Enzo Maresca al Chelsea (vincitore di Conference League e Mondiale per Club) ne è la conferma:

“Quando un italiano vince all’estero, vinciamo tutti noi. Spero che il mio esempio aiuti altri allenatori a credere in se stessi.”

L’ultima fermata? Solo la prossima Oggi Vincenzo Alberto Annese allena l’Afghanistan, ma non smette di guardare al futuro. E come nel finale del Mago di Oz, resta convinto che “nessun posto sia bello come casa propria”.

Un giorno, forse, tornerà ad allenare in Italia. Intanto, fa quello che ama: insegna calcio e lascia un segno, ovunque vada.

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