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·28 luglio 2025

🔎 Verticalità non ossessiva, ricostruzione e una nuova figura chiave nello staff: le prime indicazioni della Sampdoria di Donati

Immagine dell'articolo:🔎 Verticalità non ossessiva, ricostruzione e una nuova figura chiave nello staff: le prime indicazioni della Sampdoria di Donati

Aleggiava un misto tra curiosità e incertezza attorno alla prima uscita ufficiale del nuovo corso della Sampdoria. L’avversario era certamente modesto, in quanto la Nuova Camunia milita attualmente nella Seconda Categoria bresciana, ma era comunque importante dare segnali convincenti di rinascita, necessari per provare a restituire entusiasmo ad una piazza sconfortata sia da avvenimenti extracampo che dal disastro sfiorato la scorsa stagione. Noi di Pianeta Serie B, per avere un quadro generale più chiaro, eravamo presenti in tribuna stampa a seguire il match.

È difficile tornare a fidarsi ciecamente di una guida tecnica dopo quattro esoneri in nove mesi, e Massimo Donati lo sa benissimo. Le uniche due vie per portare il pubblico doriano subito dalla sua parte saranno in primis i risultati, ma è altrettanto importante il modo in cui essi arriveranno. Una componente che, nel calcio moderno, ha assunto un peso specifico quasi maggiore della vittoria stessa.


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I PRINCIPI DI GIOCO

Proprio per tale motivo, Donati e il suo staff hanno deciso di adottare un approccio sintetizzabile con tre parole: “innovazione con moderazione”. Dopo l’incertezza tattica dei suoi predecessori, l’ex Legnago ha puntato forte sul 4-3-1-2; una scelta resa quasi obbligata dalla rosa cortissima a disposizione, anche se le varianti tattiche proposte sono intriganti. La ricerca della verticalità è un mantra, ma non un’ossessione: quando gli spazi venivano a mancare, Donati ha predicato più volte il palleggio e la ricostruzione dell’azione. Il gioco veloce, a due o massimo tre tocchi, è stata invece una richiesta specifica e continua. Interessante l’atteggiamento in fase di non possesso (provato raramente data la differenza di categorie tra le due squadre): il pressing non è stato forsennato e altissimo, anzi tutt’altro. La Sampdoria lasciava spazio di manovra agli avversari sino alla metà campo, compattandosi in un blocco unico con le linee dei reparti strette ed unite; appena gli avversari valicavano quella soglia immaginaria, allora cominciavano tutte le azioni di contrasto della manovra nemica.

Da sottolineare l’aspetto mentale: Donati ha spinto molto, soprattutto nella prima frazione, sul mantenimento della concentrazione. Lo si è sentito spesso chiamare le marcature preventive ed invocare una maggiore presenza vocale da parte dei suoi difensori, sollecitando soprattutto capitan Alex Ferrari.

LA PROVA DEGLI INTERPRETI

Veniamo ora alla prova degli interpreti: si è visto un Nikola Sekulov in grande spolvero, autore di una doppietta e parso rinvigorito nel ruolo di seconda punta al fianco di Gennaro Tutino. L’ex Cosenza, dato da tanti come partente sicuro, si è dimostrato al contrario uno dei più propositivi, arrivando pure ad un urlo di frustrazione quando, dopo l’ennesimo scatto in profondità, non è stato servito. Donati gli ha cucito un ruolo su misura, chiedendogli di lavorare parecchio spalle alla porta e fungere da raccordo tra centrocampo e attacco insieme a Meulensteen, testato come trequartista. A centrocampo è stata ridata centralità a Matteo Ricci, che da mediano ha toccato e gestito una quantità industriale di palloni: ogni sviluppo di azione è passata dai suoi piedi. Alla sua sinistra si è visto un Leonardo Benedetti (su espressa richiesta) estremamente largo, quasi nel ruolo di esterno; da questa posizione è frequentemente rientrato sul destro per creare pericoli, ed infatti la sua firma personale è arrivata proprio da un’azione di questo stampo. Giordano non era in una delle sue giornate migliori: il terzino è apparso impreciso e oltremisura falloso, come il collega della fascia opposta Venuti. Verso il 50′ ha fatto capolino anche Ronaldo Vieira, ma solo in vesti civili: l’inglese è stato tenuto a riposo probabilmente per questioni legate al calciomercato. Infine va data una nota di merito ai giovanissimi Karim Diop e Giuseppe Forte (in gol): rispettivamente classe 2009 e 2008, i due baby blucerchiati hanno lasciato intravedere qualità non comuni per la loro giovane età. Saranno da tenere d’occhio, perché potenzialmente potrebbero essere il futuro della Sampdoria.

UNA NUOVA FIGURA CHIAVE NELLO STAFF

Durante questa prima uscita stagionale si è distinta in maniera particolare una figura dello staff di Donati, ovvero Andrea Faccioli. Contro la Nuova Camunia lo si è visto principalmente dare indicazioni specifiche per tutto quello che riguardava i calci piazzati, sia a favore che a sfavore. Quando si sono verificate questo tipo di situazioni, è emerso un dettaglio interessante: il tecnico si faceva proprio da parte, prendendo posto in panchina e lasciando campo libero al proprio collaboratore nel gestire le criticità. Faccioli, come si evince dalla sua carriera, è un fedelissimo di Donati: lo ha seguito praticamente in tutte le sue esperienze, dal Legnago all’Athens Kallithea sino ad oggi. Più in generale, il suo ruolo sarà quello di analizzare gli avversari, studiare le soluzioni tattiche più efficaci e supportare l’allenatore nella preparazione delle partite, sia a livello individuale che di reparto.

I TIFOSI NON PERDONANO?

I tifosi blucerchiati, come sempre, si sono presentati numerosissimi e hanno fatto sentire il proprio calore alla squadra. Durante il match c’è stata la solita protesta nei confronti del dirigente Alessandro Messina, ma quello che ha stupito è stata la reazione al fischio finale. I supporters della Sampdoria hanno dapprima accolto abbastanza freddamente sotto la “curva” i calciatori, salvo poi bersagliarli al momento del rientro negli spogliatoi con un autoesplicativo “Tirate fuori i c*******!”. Probabilmente ci sono ancora un po’ di scorie dell’anno scorso che, unite ad un 8-0 un po’ misero visto il livello degli avversari e ad un paio di reti fallite per la troppa leggerezza, hanno fatto mugugnare il pubblico presente.

Cosa ci racconta questa prima amichevole? Che le indicazioni positive ci sono, ma il lavoro da fare è ancora tanto e il tempo stringe. Donati sembra abbia intrapreso un sentiero fertile, ma bisogna vedere se risultati, rosa e tifosi gli daranno una mano. Servirà unità d’intenti: se manca una di queste tre componenti, allora il terreno pianeggiante si trasformerà in salita proibitiva. Sicuramente l’amichevole contro il Sant’Angelo, rivale ben più attrezzato, fornirà indicazioni più precise.

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