Valutazione dei Club di Serie A: Chi Guadagnerebbe e Chi Perderebbe Vendendo? Un’Analisi Approfondita | OneFootball

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·29 giugno 2025

Valutazione dei Club di Serie A: Chi Guadagnerebbe e Chi Perderebbe Vendendo? Un’Analisi Approfondita

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Nel complesso e dinamico mercato del calcio italiano, il valore dei club di Serie A rappresenta un elemento cruciale sia per gli investitori sia per gli appassionati.

Valutazione dei Club di Serie A: Chi Guadagnerebbe e Chi Perderebbe Vendendo? Un’Analisi Approfondita

L’inchiesta di Gazzetta dello sport, basata su dati e analisi economiche dettagliate, si propone di fare luce su chi, tra i proprietari attuali, potrebbe realizzare profitti o incorrere in perdite nel caso di una cessione delle proprie società calcistiche.


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Come si determina il valore di un club di Serie A? Prima di addentrarci nei singoli casi, è fondamentale comprendere il metodo con cui si calcola il valore d’impresa di una società calcistica, noto come enterprise value. Questo valore si ottiene sommando il capitale investito dai soci e i debiti netti (debiti finanziari meno liquidità). Nel calcio, il calcolo si basa generalmente sui multipli del fatturato, adattati in base a vari parametri come la profittabilità (rapporto stipendi-fatturato), la popolarità (seguaci sui social media), il potenziale sportivo (valore della rosa) e la gestione dei diritti televisivi o degli stadi di proprietà.

Per valutare il potenziale guadagno o perdita in caso di vendita, si sottraggono dall’enterprise value i debiti finanziari netti per ottenere l’equity value, ovvero il valore effettivo dell’azione societaria.

Cosa emerge dall’analisi dei principali club? Inter: Oaktree Capital Partners ha fatto un affare Nel 2024, il fondo statunitense Oaktree ha rilevato il controllo dell’Inter per circa 442 milioni, tra prestiti e ricapitalizzazioni. Football Benchmark stima l’enterprise value nerazzurro attorno a 1,7 miliardi e, dedotti i debiti finanziari per circa 350 milioni, l’equity value supera 1,3 miliardi. Ciò significa che Oaktree si trova in una posizione favorevole, con la possibilità di realizzare una consistente plusvalenza. Se il club riuscirà a mantenere l’equilibrio finanziario e a concretizzare il progetto dello stadio di San Siro, l’investimento potrà considerarsi un successo.

Roma: un investimento a lungo termine per Friedkin Dan Friedkin ha investito quasi un miliardo nella Roma dal 2020, ma l’enterprise value del club, stimato a 665 milioni, e un indebitamento netto di 432 milioni, portano a un equity value di circa 530 milioni. Questo significa che il valore attuale della Roma è ben al di sotto della cifra investita, rendendo difficile un ritorno immediato sull’investimento. Il futuro però potrebbe riservare margini di crescita significativi, soprattutto con il ritorno in Champions League e la realizzazione del nuovo stadio a Pietralata, progetto dal costo stimato di almeno un miliardo, interamente coperto dallo stesso Friedkin.

Milan: RedBird punta a una crescita costante RedBird Capital, che ha acquistato il Milan da Elliott nel 2022, ha pagato complessivamente circa 825 milioni, tenendo conto anche di un vendor loan e successive ricapitalizzazioni. L’enterprise value attuale si aggira intorno a 1,8 miliardi, con un equity value di 1,75 miliardi. Questo posiziona RedBird in un’ottima posizione per ottenere un ritorno sull’investimento, soprattutto grazie a una gestione virtuosa e a utili consecutivi. L’ulteriore crescita passerà probabilmente dalla costruzione dello stadio di proprietà, un progetto chiave per il futuro finanziario del club.

Juventus: un patrimonio strategico per Exor La Juventus, controllata da Exor (la holding della famiglia Agnelli), rappresenta un asset fondamentale per il gruppo e non è sul mercato. Dal 2001, Exor ha investito complessivamente circa 730 milioni, con un enterprise value stimato a 1,65 miliardi. Nonostante una capitalizzazione di mercato inferiore, il valore reale del club rimane elevato, anche in virtù dell’espansione del mercato calcistico e della crescente attrattività delle società italiane per investitori stranieri.

Napoli e Lazio: modelli di gestione diversi ma efficaci Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli dal 2004, ha investito poco più di 48 milioni in totale, mentre il club ha accumulato profitti aggregati per 141 milioni, reinvestiti per far crescere una società oggi valutata oltre 1,1 miliardi, con una solida posizione finanziaria. Se vendesse, realizzerebbe una plusvalenza significativa.

Diversa la situazione della Lazio, guidata da Claudio Lotito dal 2004, che ha speso 30 milioni per la maggioranza e ha mantenuto una gestione tendenzialmente autosufficiente, con utili aggregati superiori a 60 milioni negli ultimi vent’anni. L’enterprise value è stimato intorno ai 560 milioni, con un equity value di circa 500 milioni. La vendita potrebbe portare un guadagno, ma Lotito ha dichiarato di voler lasciare il club al figlio.

Altri club e scenari di investimento Atalanta: Passata nel 2022 dalla famiglia Percassi alla cordata americana guidata da Stephen Pagliuca per circa 450 milioni, il club oggi vale 570 milioni, in crescita.

Fiorentina: Sotto la guida di Rocco Commisso dal 2019, la Viola ha un valore stimato intorno ai 500 milioni, senza debiti bancari.

Bologna: L’investimento di Joey Saputo dal 2014 ammonta a circa 293 milioni; l’enterprise value stimato è compreso tra 250 e 300 milioni, con un indebitamento contenuto.

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