Calcionews24
·13 febbraio 2025
Un rigore che “non è calcio”, ma è il calcio (quello dell’Atalanta) la miglior vendetta da servire contro il Brugge al ritorno
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·13 febbraio 2025
“Arbitro da ufficio inchieste! Non è calcio! La Corazzata Potemkin della Champions League! Un rigore che non sta in piedi”. Frasi che sono circolate inevitabilmente dopo la gestione assai discutibile dell’arbitro Meler durante Club Brugge Atalanta: autore di una direzione gara non all’altezza, dando al 90′ un penalty che meriterebbe la stessa esclamazione di Fantozzi dopo aver visto l’opera.
Non ci ha pensato Paolo Villaggio, lo ha fatto l’Atalanta tra giocatori e mister Gian Piero Gasperini: il contatto tra Hien e Nilsson è presente tanto quanto la neve a Miami, rovinando un pareggio meritato per entrambe le squadre.
Nelle ultime ore sono circolate considerazione all’insegna del “questo non è calcio”, e se da una parte è vero considerando che con il VAR certi episodi non ci dovrebbero essere (il problema non è lo strumento, ma il “come” lo si utilizza), dall’altra è il calcio, quello dell’Atalanta, la soluzione a tutto.
La vendetta dell’Atalanta dovrà basarsi sulla trasformazione di questa rabbia in una grande energia e carica in modo che martedì si faccia la partita perfetta: dare tutto quello che i nerazzurri non sono riusciti a dare all’andata. Vero il “torto arbitrale”, ma la Dea in casa del Club Brugge ha giocato una gara al di sotto delle aspettative, sbagliando anche tanto: non è colpa (solo) dell’arbitro se Posch, Palestra, Hien e Samardzic hanno commesso degli errori.
Un piatto che va servito con tutti gli ingredienti necessari: un pubblico nerazzurro (quello atalantino) infernale sugli spalti, una squadra compatta, maggior concretezza e, citando l’allenatore di Rocky Balboa Tony Burton, “Devono avere l’impressione di essere stati travolti da un treno in corsa!”
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