Calcio e Finanza
·12 aprile 2025
Un progetto alternativo per San Siro: l'ipotesi dello stadio interrato

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·12 aprile 2025
Tra le tante ipotesi che sono emerse per il futuro dello stadio Giuseppe Meazza e per le sue aree circostanti, ce n’è una davvero particolare che è stata presentata in occasione dell’evento “Il Foglio a San Siro”, che si è svolto giovedì 10 aprile alla presenza di numerosi ospiti (compresi i presidenti di Inter e Milan Marotta e Scaroni, che proprio sul dossier stadio sono attualmente molto impegnati).
L’ultima idea è quella dell’architetto Davide Bruno, fondatore dello studio Ion Fund, che ha pensato ad un futuro “interrato” per lo stadio, le squadre e i suoi tifosi. L’opzione è stata presentata con il titolo “A disruptive vision and masterplan San Siro Park and Stadium” e prevede la realizzazione della struttura in ipogeo, sotto il livello stradale.
«Un elemento dirompente, una visione inedita di quello che potrebbe essere lo stadio di San Siro. Ci vogliono coraggio e determinazione per prendere in carico un’idea di questa portata perché è un sistema che dovrebbe potere inglobare una serie di pertinenze che fanno riferimento a proprietà private. Un’idea che vedrebbe il coinvolgimento di 37 ettari di terreno, un parco gigantesco da restituire alla città di Milano a dispetto di nuovi sistemi di congestione che non vedrebbero una risoluzione totale di uno stadio che si evolve nel tempo e che garantisca in futuro di ridurre obsolescenza e manutenzione», ha spiegato l’architetto Bruno presentando il progetto.
Entrando più nel dettaglio, Bruno ha parlato «di un’idea rivoluzionaria che vedrebbe lo stadio di San Siro in una forma ipogea, l’impianto scomparirebbe. I tifosi diventerebbero furiosi, per l’assenza di un processo di spettacolarizzazione, ma abbiamo un obbligo verso il pianeta, il Paese e Milano: vedere un sistema ipogeo che restituisca e faccia prevalere il mondo della natura. Parliamo di 20mila alberi, 500mila fiori, 7km di piste e percorsi pedonali che vedrebbero una restituzione di un luogo dove San Siro potrebbe avere le stesse caratteristiche di comfort».
«Provate a immaginare la riduzione a 0 decibel della rumorosità, della temperatura a sistema controllato e dell’umidità relativa. Questa visione ci permetterebbe di utilizzare per 24 ore al giorno un parco per diverse funzioni. Sappiamo che uno stadio non può essere relegato alle sole partite di calcio. Ci sono logiche di intervento che vedrebbero la ricettività, l’hotellerie e tutto un sistema funzionale al mondo del calcio in termini rivoluzionari», ha aggiunto ancora l’architetto.
Nel progetto, è evidente come il Meazza venga “ribaltato” a livello sotterraneo, con la presenza di nuovi elementi nonostante la struttura interrata:
Parlando invece della parte esterna, Bruno ha spiegato che «abbiamo previsto una torre, la più alta in Italia, di 268 metri, che vedrebbe le pertinenze legate ai sistemi della residenza, degli uffici e di tutto quello che è legato al mondo sportivo. Recuperiamo in modo rispettoso un anello e una torre dello stadio di San Siro e non lo vedremmo necessariamente scomparire, perché la realtà aumentata e l’AI ci consentirebbero di vedere e immaginare tutte le volte in cui io mi affaccio allo stadio di San Siro quell’icona che non ci abbandonerà mai. Icona che richiede rispetto ma che dovrebbe lasciare spazio a una visione innovativa di come deve essere concepito uno stadio di calcio da qui ai prossimi 400 anni».
Ma Bruno va oltre: «Gli spettatori e i tifosi non staranno soltanto a livello ipogeo. Le partite di calcio dovrebbero essere immaginate riportate fuori dallo stadio, il beneficio sarebbe di tutti coloro che frequenteranno il parco. Che potranno con dei totem, quasi a livello primordiale, vedere con realtà aumentata e megaschermi tutto quello che accade sotto lo stadio».
Secondo l’architetto, «riusciremmo anche a risolvere i problemi di manutenzione di uno stadio di questa portata nei prossimi anni. Non ci possiamo più permettere le grandi cattedrali, con impianti che diventano obsoleti dopo 50-70 anni con processi di manutenzione molto costosi. Questo progetto garantirebbe invece una grande capacità calmierata di gestione di facility estremamente rigorosa».
E a chi chiede di eventuali problemi al terreno di gioco, considerando le caratteristiche della struttura, Bruno risponde: «In un progetto come questo abbiamo un sistema di turnover continuo. Il processo di umidità e di regolazione della pressione atmosferica garantisce un pieno livello di comfort del terreno. Abbiamo due campi di calcio, uno archiviato e uno di gioco. Abbiamo depositato anche in modo automatico il sistema allestitivo che può trasformare il terreno in campi di rugby, basket, volley e altre attività legate al mondo dell’atletica».
E i costi? Per un progetto di questa portata le stime indicano costi di realizzazione per 1,5 miliardi di euro circa, al netto dell’acquisizione dei terreni e oneri finanziari. I tempi per il completamento del piano dovrebbero essere nell’ordine di 66 mesi, praticamente cinque anni e mezzo.