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Giacomo Galardini·24 dicembre 2019
🔍 Un giocatore sottovalutato per ogni squadra di Serie A

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Giacomo Galardini·24 dicembre 2019
Con il 2019 alle nostre spalle, la redazione di Onefootball ha deciso di lanciarsi in un rischiosissimo quanto interessante articolo su quali siano stati i giocatori più sottovalutati della stagione della Serie A finora.
Come criteri abbiamo scelto – in ordine squisitamente casuale – i dati di Whyscout, Whoscored, la cabala assira, Transfermarkt e il nostro più capriccioso e insindacabile estro.
Timothy Castagne
Arrivato in sordina, il 24enne belga è diventato negli ultimi due anni uno degli elementi portanti del gioco di Gasperini, tutto esterni e verticalizzazioni sulle fasce: il terzino ha collezionato anche due gol e altrettanti assist, migliorando notevolmente le sue lacune difensive.
Andrea Poli
L’esperienza al servizio di Sinisa Mihajlovic. Il capitano del Bologna è l’anima del centrocampo felsineo. Abile negli inserimenti, dinamico nei recuperi e dotato di una certa geometria, con lui in campo i rossoblu viaggiano ad una media di 1,50 punti a partita. Ha trovato la sua dimensione e nonostante qualche infortunio di troppo fa la differenza.
Nicolas Spalek
Non ce ne voglia Ndoj – di cui abbiamo già apprezzato l’estro soprattutto in cadetteria – ma lo slovacco Spalek è il trequartista moderno adatto all’idea di calcio di mister Corini. Il classe 97′ è in crescendo nelle ultime partite, ed ha solo 22 anni. Promettente.
Marko Rog
Dei tre acquisti estivi del centrocampo il croato ex Napoli è quello che ha entusiasmato meno al momento del suo arrivo (vedi Nainggolan e Nandez) ma senza di lui il Cagliari soffre eccome (vedi la sconfitta con la Lazio).
Rog ha una percentuale di contrasti vinti (76%) superiore a qualsiasi altro compagno di reparto e con 423 passaggi positivi è dietro solo a Cigarini: è il perfetto collante tra difesa e centrocampo. Vitale.
Dusan Vlahovic
Forse non è proprio un ‘sottovalutato’ – e non solo perchè è attualmente il capocannoniere dei Viola – ma anche perché nel Dna del 19enne attaccante serbo c’è tutto: corsa, forza fisica, sinistro potente e killer instinct.
Corvino ha fatto un vero e proprio affare ad assicurarsi il numero 28, dal momento che visto il rendimento sotto le aspettative dei ben più quotati Boateng, Ribery e Chiesa (per vari motivi). Iachini dovrà puntare tutto su di lui.
Paolo Ghiglione
Secondo i dati forniti da Wyscout, Ghiglione è più un esterno offensivo che un terzino, visto che a fine novembre viaggiava a una media di 0.44 assist a partita, 6.25 cross, con un’accuratezza pari al 28,2% del totale.
Numeri sbalorditivi per il 22enne terzino destro che ormai è uno dei pochi a salvarsi in un Genoa sempre più a picco, anche se deve ancora migliorare qualche meccanismo in difesa. Non stupitevi quando sarà in nazionale.
Davide Faraoni
Certo, non sarà Kumbulla o Amrabat – in grado di fare reparto da soli e sul taccuino di mezza Serie A – ma Faraoni ha trovato la sua dimensione a 28 anni, da veterano. Scuola Inter, ha già giocato una stagione in Premier col Watford e ha anche visto la B con Perugia e Crotone.
Dopo le esperienze meno brillanti di Udinese e Novara con Juric a Verona ha trovato continuità ed è riuscito a mettere a segno 2 gol e 3 assist, segno che ha la stoffa giusta.
Borja Valero
In un centrocampo stellare bisogna faticare per emergere. Ma lo spagnolo si è fatto trovare pronto, senza mai una parola fuori posto, da grande professionista, con sacrificio e abnegazione – quella che Conte ha chiesto dal primo giorno.
Forse è per questo che adesso è diventato quasi indispensabile, ritagliandosi silenziosamente lo spazio che merita. Una vita da mediano, nonostante le critiche.
Blaise Matuidi
Nel centrocampo titolare “allegriano”, Matuidi costituisce la santissima trinità insieme a Pjanic e Khedira. Il francese – sebbene sia difficile definirlo sottovalutato – è un giocatore globale, che si può inserire, che può palleggiare, che può fare la differenza, anche se i colleghi di reparto sono Rabiot, Ramsey, Emre Can e Bentancur.
Thomas Strakosha
“Non importa se non parlano di me, conta solo la Lazio” è stata la prima dichiarazione del portiere albanese fresco vincitore della Supercoppa Italiana, dove con le sue parate ha tenuto a galla i biancocelesti in più occasioni.
Insomma, una dichiarazione da sottovalutato per eccellenza. Il giovane ex Primavera però ha tutto quello che serve per fare una carriera al top; nelle ultime due stagioni è migliorato molto sia sulla rapidità di riflessi sia sulla reattività e la capacità di intervento.
Jacopo Petriccione
Scuola Fiorentina, il 24enne di Gorizia alla sua prima stagione in Serie A si sta togliendo più di un sassolino dalla scarpa. Il mediano dei salentini ha una precisione passaggi impressionante: 89,5 %, praticamente un cecchino, e con 4 assist già a referto. Se Liverani sta facendo bene molto lo si deve a lui.
Giacomo Bonaventura
Ammettiamolo: in un centrocampo patinato composto da acquisti faraonici ma alquanto fumosi della vecchia proprietà (Biglia) e di quella nuova (Krunic, Bennacer, Paquetà), e nonostante l’infortunio che na ha falcidiato il rendimento, il Milan ha assoluto bisogno di un jolly come Bonaventura. Quantità, qualità, testa bassa e dedizione al lavoro. Un toccasana.
Giovanni Di Lorenzo
Certo, ormai è difficile considerarlo sottovalutato, ma è un giocatore ormai completo, che rappresenta il futuro della nazionale italiana sulla fascia destra: quando Ancelotti lo ha schierato esterno offensivo contro il Liverpool ha fatto impallidire Robertson.
In due anni dal Matera ad Anfield. Personalità, efficacia e risolutezza.
Hernani Azevedo Júnior
La diga del centrocampo del Parma. Arrivato in sordina dallo Zenit San Pietroburgo come oggetto misterioso, questo brasiliano atipico si è conquistato i gradi sul campo, fornendo due assist e salvando i ducali in Coppa Italia: deve migliorare sull’aggressività, visto che conta già 6 cartellini gialli.
Gianluca Mancini
Con i giallorossi c’è veramente l’imbarazzo della scelta, ma forse è il momento di dare il giusto merito ad un giocatore che è cresciuto esponenzialmente e si è fatto trovare pronto anche in un ruolo non suo come il mediano di centrocampo.
Segno di grande personalità e maturità; a 23 anni è già leader della Roma, in una squadra che ha un disperato bisogno di eroi.
Morten Thorsby
Classico caso di giocatore rinato col cambio di allenatore: lo scarto di Eusebio Di Francesco è diventato oro nelle mani di Claudio Ranieri. Il centrocampista norvegese si è dimostrato capace di non sfigurare nel 3-5-2 da mezzala, alternando inserimenti, recuperi, personalità e dribbling. Che sia la volta buona?
Hamed Junior Traorè
Anche se trattandosi di Sassuolo dovremmo parlare solo di Francesco Caputo – l’attaccante più sottovalutato della storia di questo sport – ci limitiamo a rinfrescarvi la memoria sul prossimo giovane talento del calcio mondiale.
Lo spot delle sue qualità (ha 19 anni) è stata l’ultima partita contro il Napoli, dove senza paura si è mosso con naturalezza in tutti i ruoli del centrocampo e da trequartista non ha dato punti di riferimento: finora 4 gol e 1 assist.
Jasmin Kurtic
Una delle certezze di Semplici in mezzo al campo. Lo sloveno, da due anni ormai stabilitosi a Ferrara, rappresenta il giocatore che può inventarsi la giocata da un momento all’altro. Abile negli inserimenti e nel tiro da fuori – sia col destro che col sinistro – Fin qui ha messo la firma su 2 gol in stagione.
Alex Berenguer
Esterno, mezzala, prima punta, l’ex Osasuna è stato impiegato in quasi tutti i ruoli tra centrocampo e attacco. Sotto la guida di Mazzarri il funambolico esterno classe 1995 è diventato un vero e proprio jolly a tutto campo.
Purtroppo però per il salto di qualità che l’ambiente granata si aspetta manca ancora la continuità: Berenguer vive ancora di folate estemporanee; ne è la prova che i 4 gol in questa stagione sono arrivati solo lontano dalle mura amiche.
Antonin Barak
Prima del suo gol in Coppa Italia contro il Bologna, Antonin Barak non segnava in maglia bianconera dal maggio del 2018. Il ceco classe 94 è stato fermo un anno a causa di una protusione discale che lo ha tenuto lontano dai campi per praticamente un anno di calcio.
Questo però può essere il campionato del suo rilancio: la condizione di Barak non sarà ancora di quelle ottimali ma dal punto di vista tecnico il mancino educato del ceco potrebbe risultare decisivo per svoltare la stagione per Gotti.