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·16 gennaio 2025
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Il Messaggero (A. Angeloni) – Per l’esattezza un anno fa, ci siamo svegliati con un trauma: José Mourinho esonerato. Fine di un’era, forse di un sogno. Tifosi distrutti per l’addio del loro condottiero, la Roma nel frattempo estrae dal cilindro la mossa palliativa: Daniele De Rossi come nuova guida tecnica, il post José si porta addosso il nome di Roma.
In un anno abbiamo capito che forse Mourinho non era il problema, semmai solo uno dei problemi. E abbiamo pure capito che De Rossi, impegnato a litigare con tanti e ad aspettare un mercato che non decollava, non poteva essere l’unica soluzione.
L’estate è andata via soffocata dalle alte temperature: a Trigoria era arrivato il nuovo ds, Florent Ghisolfi. Il primo acquisto, Enzo Le Fée non ha cambiato nulla. La partenza della Roma è stata in salita per DDR, che sognava un altro gruppo di lavoro e altri calciatori. La rivoluzione annunciata e lo svecchiamento necessario erano diventate parole. La Ceo, Lina Souloukou, aveva fatto terra bruciata: era la persona sbagliata nel posto sbagliato. Nel frattempo era andato via anche il responsabile della comunicazione e Tiago Pinto, ma per quest’ultimo era cosa già nota quando ancora c’era Mou.
Il Sexy Gate esploso a Trigoria in quel periodo è stato un in più, per dire: non ci facciamo mancare niente. La partenza del campionato? Scoraggiante. Era esploso il caso Dybala in piena estate, e quando De Rossi si aspettava l’addio dell’argentino per poter lanciare il giovane Soulè, si è ritrovato a gestire entrambi.
Quindi, come un fulmine arriva anche l’esonero di De Rossi, dopo appena tre pari e una sconfitta. E chi c’è al suo posto? Klopp, Allegri? No, Lina sceglie Juric. Sì, Juric. La proprietà, stanca della Souloukou, manda via anche lei. Ranieri ha riportato tutti sulla terra, a Trigoria oggi si respira normalità. E tutti quanti hanno capito che forse, il problema non era solo Mou. Un anno dopo.