Calcio e Finanza
·26 agosto 2025
Ufficiale, il colosso Evergrande dice addio alla Borsa di Hong Kong dopo 15 anni

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·26 agosto 2025
Il colosso immobiliare cinese Evergrande, in crisi da anni, ha abbandonato ufficialmente la Borsa di Hong Kong con un delisting inevitabile e definitivo, dopo oltre 15 anni di contrattazioni segnati da trionfi e dal tracollo finale.
Il gruppo, gravato da oltre 300 miliardi di debiti, era il più grande nel settore real estate in Cina con una valutazione di mercato pari a oltre 50 miliardi di dollari grazie a una espansione da record che ha visto il suo fondatore e presidente, Hui Ka Yan, arrivare in cima alla lista Forbes delle persone più ricche dell’Asia nel 2017.
Da quel momento, il patrimonio di Yan è crollato da 45 miliardi a meno di un miliardo di dollari. A marzo del 2024, l’immobiliarista è stato multato per 6,5 milioni di dollari e radiato a vita dal mercato dei capitali per la sovrastima di ricavi per 78 miliardi.
Al massimo della sua espansione, prima del crollo definitivo, Evergrande aveva circa 1.300 progetti in fase di sviluppo in 280 città in tutta la Cina: un vasto impero che comprendeva anche una società di auto elettriche e la squadra di calcio più blasonata, il Guangzhou Fc, allenata negli anni da Marcello Lippi e da Fabio Cannavaro. Un club cha ha accolto diversi calciatori provenienti dall’Europa come gli ex Milan Alberto Gilardino e Robinho e i brasiliani Paulinho e Talisca. Il Guangzhou è stato espulso dalla massima divisione cinese all’inizio del 2025 per non essere riuscito a saldare una parte sufficiente dei suoi debiti.
La questione Evergrande ha riguardato da vicino anche il gruppo Suning che controllava l‘Inter fino a circa un anno fa. Nel 2017 Zhang Jindong, che controllava in prima persona Suning prima degli stravolgimenti interni, aveva anticipato ad Evergrande capitali per circa 2,6 miliardi di euro, sottoscrivendo azioni di classe A di Evergrande Real Estate (nota anche come Hengda Real Estate) destinate alla quotazione in borsa, con la promessa di forti dividendi che però non sono mai arrivati, anzi la crisi di Evergrande ha colpito da vicino anche Suning e la posizione di comando di Zhang Jindong.
Il declino di Evergande è iniziato dopo che Pechino ha introdotto nuove regole nel 2020 per controllare i prestiti che i grandi costruttori. Le misure hanno portato il gruppo a offrire i suoi immobili a prezzi scontati per garantire i flussi di cassa necessari per la sopravvivenza. Tutti sforzi inutili, visto che l’azienda è andata in default a fine 2021 sugli interessi di alcuni bond esteri.
Dopo anni di scontri legali, l’Alta Corte di Hong Kong ha ordinato la liquidazione della società a gennaio del 2024. L’ordinanza è maturata a seguito dell’incapacità di presentare una ristrutturazione praticabile per le passività estere. All’inizio di agosto, i liquidatori hanno riferito che i debiti del gruppo nel settore si sono attestati a 45 miliardi di dollari e che finora ha venduto solo 255 milioni di dollari di attività, ammettendo che la revisione completa degli asset «si rivelerà irraggiungibile».
(Image credit: Depositphotos)