Calcio e Finanza
·15 settembre 2024
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I prossimi Europei, che si giocheranno nel 2028, si dovrebbero disputare fra Regno Unito e Irlanda. Condizionale usato, nonostante la sede sia già stata scelta ufficialmente, che riguarda soprattutto l’Inghilterra che potrebbe essere esclusa dall’elenco delle nazioni organizzatrice.
Come riporta il quotidiano britannico The Times, la UEFA ha avvisato il governo inglese che un’esclusione è possibile se Sir Keir Starmer procederà con i piani esistenti per un ente regolatore del calcio maschile che, secondo i vertici del calcio europeo, metterebbe a rischio l’indipendenza del calcio inglese rispetto alle istituzioni politiche. Un punto che sta molto a cuore alla UEFA di Aleksander Ceferin, che vuole evitare un vasto movimento interventista nello spot più seguito al mondo.
UEFA che si è già mossa a riguardo con il proprio segretario generale, Theodore Theodoridis, che si è messo in contatto con Lisa Nandy, la segretaria alla Cultura inglese, affermando che non dovrebbe esserci nessuna «interferenza governativa nella gestione del calcio». È stata anche criticata l’idea che il regolatore possa sovrintendere ai club sulla distribuzione dei ricavi da TV e altri media.
Secondo alcune indiscrezioni, nella lettera scritta da Theodoridis si è posto l’accento sui piani delineati nel Discorso del Re di Carlo III, ribadendo come l’indipendenza del calcio si un «requisito fondamentale». La questione, in realtà, riguarda una proposta del governo precedente che aveva deciso per un nuovo organo di vigilanza a marzo, per impedire ai club ricchi di unirsi a campionati separati e per proteggere i club dalla cattiva gestione finanziaria. Non c’era stato tempo sufficiente per approvare la legge, ma il Partito Laburista si è impegnato nel suo manifesto a portare avanti il piano.
Ovviamente, oltre a togliere eventualmente il compito di nazione ospitante di EURO 2028, l’Inghilterra va incontro alla possibilità di essere esclusa dai tornei internazionali sia con la nazionale che con i propri club a livello UEFA, ma anche FIFA, visto che in queste ultime si arriva con un percorso di qualificazione che però è patrocinato dal massimo organo del calcio europeo.
In tutto questo, la stessa Football Association ha accolto con favore l’idea del nuovo organo di vigilanza. Sentimento opposto per la Premier League, ma più per la volontà dei club di non subire interferenze ed eventuali divieti da organi esterni al mondo del calcio e direttamente collegati con il governo inglese.
Tornando alla lettera di Theodoridis, questa è datata 2 settembre e a quasi due settimane di distanza nessuna risposta è arrivata dalla ministra Nancy. Una tensione fra UEFA e governo inglese che fa dimenticare la grande unione in merito al rifiuto verso la Superlega, che ha costretto i club, insieme alle proteste dei propri tifosi, a rinunciare a una nuova competizione. Ma proprio da lì, il governo ha espresso l’idea di un maggiore controllo sui conti degli stessi club.
Infine, sono quattro i punti principali della lettera di Theodoridis. Il primo riguarda il rischio di interferenza nel mondo del calcio inglese da parte della politica e del governo. Ha avvertito che qualsiasi compromissione dell’autonomia della FA come principale regolatore del calcio in Inghilterra, o della capacità delle leghe nazionali di stabilire «le proprie regole di sostenibilità finanziaria stagione per stagione», rappresenta un problema.
Poi nasce un ulteriore problema in quanto il regolatore avrà il potere di imporre un accordo finanziario ai campionati maggiori se non saranno in grado di concordare come dividere i ricavi televisivi. Una eventualità molto probabile già nel prossimo futuro, visto che Premier League e la English Football League sono attualmente in disaccordo su come allocare i miliardi di sterline.
Il terzo punto della lettera del segretario generale della UEFA riguarda le licenze. Secondo la bozza relativa all’ente regolatore, i vari club dovrebbero richiedere una licenza per operare e continuare a competere nei confini del calcio inglese. Le licenze dovranno dimostrare che i club hanno «risorse finanziarie appropriate, consultano regolarmente i tifosi su questioni rilevanti e abbiano proprietari e direttori idonei». Theodoridis ha ribadito nella lettera che «qualsiasi nuovo requisito di licenza deve essere allineato con i quadri esistenti della UEFA e nazionali».
Infine, il segretario generale ha avvertito del rischio che il mandato dell’ente regolatore si espanda oltre le previsioni, con la possibilità che altri paesi seguano l’esempio, rendendo ingovernabile il calcio. Ha sottolineato che l’Inghilterra ha un ruolo dominante nel calcio globale e ogni decisione presa dal governo sarà attentamente osservata dai campionati rivali.
Intanto il documento riguardante l’ente regolatore è alle ultime valutazioni del governo che sta studiando come rafforzare il coinvolgimento dei tifosi e garantire l’inclusione della diversità e uguaglianza nel mandato del regolatore. Insomma, non è previsto un passo indietro a breve, nonostante la lettera della UEFA dello scorso 2 settembre.