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·15 settembre 2021

Udinese, parla Gotti: “Ecco il mio concetto di leadership”

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Luca Gotti, attuale tecnico dell’Udinese, è stato ospite del Forum NATO di Villa Manin affrontando diversi temi, in particolare quello sul concetto di leadership:

Non ero mai stato a Villa Manin e l’ho trovato un posto bellissimo, che già da solo vale il gusto di questa giornata. Molto bella poi anche l’esperienza di confrontarsi con persone che vivono in ambiti molto diversi dal nostro e, magari, poco comprensibili per chi ha una vita da civile. Non ho avuto la velleità di fare una lezione di leadership. Ho solo raccontato qualcosa delle mie esperienze e delle mie acquisizioni, giuste o sbagliate che siano, rispetto alla relazione fra le persone più che alla leadership in senso stretto. Ne è emerso un discorso che è stato apprezzato e di questo sono felice. La cosa che più mi rende onorato è stato tanto l’aver potuto portare e rappresentare l’Udinese in un contesto simile”.


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SUL TEMA DELLA LEADERSHIP:Una squadra di calcio di serie A ha un primo problema da affrontare, ovvero che su oltre 30 giocatori in rosa ne possono scendere in campo da inizio partita solamente 11. E questi giocatori non sono solo delle persone, ma costituiscono altrettante “aziende”, con avvocati, procuratori, famiglie, agenti. Ognuno di essi ha un fatturato come delle piccole multinazionali. I giocatori sono in competizione tra di loro, ma l’allenatore e lo staff hanno il compito di farli collaborare per ottenere un risultato.

La prima domanda che mi pongo è che tipo di caratteristiche devono avere i collaboratori del mio staff per aiutarmi in maniera efficace e funzionale. Perché ciò possa avvenire, devo avvalermi di collaboratori che possano darmi un contributo di idee, coraggio e anticonformismo. Prima che bravi è importante che siano affidabili, perché in una squadra di serie A ci si trova a dover gestire parecchie informazioni sensibili. Una volta composto un gruppo di persone massimamente affidabili, allora si può dire che c’è una base di partenza importante per poter gestire un altro gruppo di persone (i giocatori).

Il pubblico vede solo la punta dell’iceberg del nostro lavoro. Se si vuole ottenere successo bisogna necessariamente mettere a frutto tutti i momenti costituiti da errori e fallimenti che compongono la parte “non emersa”.

Alcune decisioni possono essere prese con la riflessione, altre invece vanno prese d’istinto nel momento in cui succede qualche cosa. Le persone non si valutano quando le cose vanno bene, per questo penso che i momenti di tempesta siano indispensabili: è solo a quel punto che ci si rende conto che tipo di persone ci circondano.

Istruzione ed educazione spesso sono due termini confusi tra loro, ma presentano delle differenze. Istruire indica un trasferimento del sapere, educazione significa invece trasmettere dei valori. Si comincia sempre con una base educativa, per poi aumentare sempre di più la componente dell’istruzione. In serie A, che è il massimo livello, la parte educativa è altrettanto importante: avere dei valori in comune serve ad affrontare insieme tutti i momenti, da quelli più positivi a quelli di tempesta”.

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