Tudor Juve, l’investitura di Arrigo Sacchi: «Giusto dare a lui la macchina dal primo giro. Sa cosa vogliono i bianconeri, conosce i valori del club» | OneFootball

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·26 giugno 2025

Tudor Juve, l’investitura di Arrigo Sacchi: «Giusto dare a lui la macchina dal primo giro. Sa cosa vogliono i bianconeri, conosce i valori del club»

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Le parole di Arrigo Sacchi, ex allenatore, sulla scelta della Juve di continuare con Igor Tudor in panchina. Tutti i dettagli in merito

Arrigo Sacchi, il profeta di Fusignano, non è stato solo un allenatore, ma un rivoluzionario che ha cambiato per sempre la percezione del calcio in Italia e nel mondo. Leggendario tecnico del Milan degli Immortali e C.T. della Nazionale vice-campione del mondo a USA ’94, ha impresso un marchio indelebile basato su pressing, gioco a zona e un collettivo orchestrale. Oggi, smessi i panni dell’allenatore, è diventato uno degli opinionisti più lucidi e autorevoli, la cui analisi è un faro per comprendere il gioco moderno attraverso la lente della sua intramontabile filosofia. Su La Gazzetta dello Sport propone oggi una valutazione sulla nuova Juve di Tudor:

TUDOR JUVE«Sto osservando con molta attenzione e altrettanta curiosità il percorso della nuova Juve di Tudor al Mondiale per Club. Devo ammettere che, rispetto a un mese fa (cioè alle ultime giornate di campionato), ho notato miglioramenti, sia dal punto di vista tattico sia per quanto riguarda l’approccio alle partite. Per questa ragione bisogna fare i complimenti all’allenatore e ai giocatori che, evidentemente, lo stanno seguendo e stanno mettendo in pratica quelle che sono le idee della sua filosofia di gioco. Ma, e questo credo che sia l’aspetto più importante, sono convinto che nell’ambiente si sia fatta sentire la voce della società, che siano stati dati obiettivi precisi senza tanti proclami, e che adesso si stia iniziando un’esperienza di lavoro che potrà dare i suoi frutti nel corso della prossima stagione. Quando hai fatto fatica, com’è capitato alla Juventus nell’ultimo periodo, quando è tanto tempo che non riesci a vincere e il pubblico ti contesta, bisogna azzerare tutto e ripartire con un pragmatismo che a Torino ben conoscono. Dall’esterno, e sappiamo che è sempre difficile esprimere giudizi non stando a contatto con le cose, ho ricavato quest’impressione: maggiore concretezza, maggiore solidità, maggiore chiarezza. In tutto l’ambiente e, di riflesso, anche nel gioco. La società ha deciso di puntare su Igor Tudor, magari dopo aver provato a tastare il polso a qualche altro tecnico che ha però declinato l’offerta. Penso che la Juve abbia fatto bene a insistere con Tudor: il croato ha indossato la maglia bianconera e dunque conosce i valori della società, sa ciò che chiede e sa ciò che dà e, in fondo, avendo sostituito in corsa Thiago Motta, non ha avuto la possibilità di iniziare una stagione consegnando ai giocatori un preciso indirizzo tecnico-tattico. Mi spiego: quando subentri, soprattutto se ti capita nella seconda parte del campionato com’è accaduto a Tudor, il massimo che puoi fare è correggere qualche difetto o intervenire sull’aspetto psicologico. Difficile, in simili condizioni, pensare di poter dare uno stile di gioco alla squadra che, nei mesi precedenti, ha assorbito principi diversi. Tudor ha portato la squadra in Champions, traguardo che la società voleva a tutti i costi anche per motivi economici. Magari il gruppo non ha brillato nel percorso, ha sofferto per raggiungere l’obiettivo, però alla fine ci è arrivato. E adesso, a mio avviso, è giusto aver dato a Tudor l’opportunità di guidare la macchina fin dal primo giro: vediamo che cosa riesce a fare, quali novità ci propone, quale stile dà».

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